Cap. 34

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Mentre la delegazione Giotun eera ormai tornata nel proprio territorio, Terry sedeva poco lontano dall'accampamento Quinzai, osservando lo scrosciare di un fiume; per lui che viveva nel deserto e lottava ogni giorno per un sorso d'acqua, un fiume era qualcosa di mistico e meraviglioso.

Sedeva su di un masso bianco, rendendo evidente la sua carnagione estremamente scura, e teneva le ginocchia al petto con il mento appoggiatoci sopra.

Le treccine ricadevano sul suo viso come liane, accarezzandogli le guance e le tempie con tocco delicato.

Le mani piene di cicatrici stringevano le ginocchia a sé come se dovesse riscaldarsi da un grande freddo.

Il suo udito fine captó un leggero rumore di passi dietro di sé, poi l'odore dell'Alfa dei Grandi Monti, Zut, gli invase le narici.

L'uomo aveva i capelli che arrivavano fino alle spalle e due profondissimi occhi color grigio tempesta.

La sua collana da capobranco era decorata molto semplicemente con denti di puma di montagna alternati ai canini dei precedenti Alfa.

Terry non si voltò nemmeno verso il maggiore, lasciando che questo parlasse per primo.

Zut < I Sitsu rimarranno al di fuori da ogni conflitto, questi non sono affari che ci riguardano >

Terry strinse impercettibilmente la stretta sulle proprie ginocchia ma non si mosse di un centimetro.

Zut < Ascolta ragazzo, capisco la tua rabbia ma la guerra porterà solo sofferenza, non starai meglio dopo, anzi... >

Dicendolo, l'Alfa si avvicinò al più piccolo, spostando le treccine dalla sua  nuca, scoprendo il marchio indelebile, lasciato da Elias, 10 anni fa.

Terry si girò di scatto per afferrare il polso del maggiore, come ad ammonirlo di non continuare la frase, ma Zut non si fece minimamente spaventare.

Zut < ...se lo ucciderai, proverai un dolore incommensurabile >

Terry < Non sono il suo compagno e lui si è già accoppiato con Cassian, semmai mi libererò di questo maledetto legame >

Alle parole piene di odio e rabbia ceca del ragazzo, Zut non poté non sospirare affranto, consapevole che non sarebbe stato in grado di fargli cambiare idea.

Delicatamente, ritirò la mano e guardò Terry con un velo di tristezza negli occhi, quasi pietà.

Zut < Ci porterai alla distruzione >

Il Desertico si alzò di scatto per guardare l'altro negli occhi, in segno di sfida.

Terry < No, invece, io porterò la pace al nostro popolo, eliminando la maledizione dei Delta >

Il maggiore non gli permise di dire altro, semplicemente se ne andò, dirigendosi verso il proprio accampamento, pronto a dare ordine di ripartire.

Terry lo osservò andarsene, consapevole di non poter contare sui Sitsu in caso di guerra; facendo un rapido calcolo si rese conto che erano già due branchi, i Sitsu e i Quinzai, non sarebbero stati dalla sua parte.

Perciò aveva solo i Kiati e i Tenko su cui contare, ma, sinceramente, riteneva quei branchi solamente inutili; se voleva avere una chance contro i Giotun aveva bisogno di potersi avvicinare al loro territorio indisturbato.

I Quinzai erano assolutamente necessari e, quindi, doveva trovare un modo per portare Alexander dalla propria parte.

Passarono le ore e, alla fine, giunse la sera, ma Terry non aveva trovato niente che potesse aiutarlo nel ottenere il favore del capo Quinzai.

Era rimasto sempre nello stesso punto, senza accennare a mangiare o a spostarsi di lì.

Ancora una volta sentì provenir da dietro dei passi sicuri e un odore mascolino e intenso gli fece arricciare il naso.

All'inizio non credeva che proprio l'oggetto dei suoi pensieri fosse andato a cercarlo.

Alexander < Zut se n'è andato, non ho mai visto un Congresso così corto, li stai mettendo tutti in fuga >

Il ragazzo, quasi uomo, accennò una risata per alleggerire l'aria tesa che si poteva percepire da metri di distanza.

Terry non rispose, ma rivolse i suoi occhi neri come la notte sul maggiore; poi si tolse i propri abiti ed entrò nelle fresche acque del fiume.

Alexander rimase immobile, osservando il minore guardarlo dal fiume, prima di scoppiare a ridere.

Alexander < Non ci casco Terry, solo perché non ho ancora un compagno non significa che vado con chiunque, soprattutto se quel qualcuno sei tu >

Terry < Non sto facendo assolutamente niente >

Alexander si avvicinò alla riva, continuando a sorridere sghembo.

Alexander < Sono venuto qui per invitarti un ultima volta a porre fine a tutto questo, non per accoppiarmi con te >

Dall'acqua, Terry scoccò un'occhiataccia al maggiore, continuando a nuotare tranquillamente in mezzo al fiume.

Terry < Perché non ti unisci a me? Elias ti ha ferito e ha reso quasi cieco tuo padre, avresti tutto il diritto di odiarlo >

Alexander sospirò affranto, prendendo a entrare nelle acque per raggiungere il più piccolo; il quale si lasciò scappare un versetto sorpreso alla vista del corpo totalmente nudo del Quinzai.

Alexander nuotó fino a raggiungerlo e poterlo guardare dritto negli occhi.

Alexander < Elias non ha colpe, Terry, e non ho intenzione di iniziare qualcosa che porterà solo alla morte di un sacco di lupi >

Lo sguardo del minore si fece duro e fece per andarsene ma la mano ferma di Alexander avvolse il polso scuro dell'altro, bloccando la sua "fuga".

L'altro alzò un sopracciglio sottintendendo una domanda più che ovvia.

Alexander < Terry, non intraprendere questa strada, so che puoi essere migliore di così >

Terry strappò il polso dalla presa del maggiore prima di metterglisi a pochi centimetri di distanza, tanto che i loro fiati si scontravano l'uno con l'altro.

Terry < Unisciti a me >

Con lo sguardo deluso Alexander prese le distanze, allontanandosi di circa un metro.

Alexander < Elias è mio amico e non lo tradiró >

Resosi conto che il maggiore non avrebbe cambiato idea, Terry nuotó fino alla riva, per poi rivestirsi velocemente e correre verso il proprio accampamento.

Camminava quasi a passo di marcia, con i pugni stretti lungo i fianchi e la mascella serrata tanto che i denti scricchiolavano.

Passò al fianco di una piccola tenda, dalla quale sentì provenire un leggero guaito; una prima trasformazione.

Confuso nel sentire un solo odore accompagnato da un altro più acre, entrò nella tenda spostando il tessuto di scatto.

Ad attenderlo un'immagine raccapricciante: un lupo delle dimensioni di un Omega in piedi al centro della tenda, mentre intorno due lupi, Beta, giacevano privi di vita con le gole squarciate e le budella sparpagliate sul pavimento.

Il lupacchiotto aveva il pelo grigio maculato ed era troppo grande per avere solo 10 anni: un Delta.

Lo sguardo viola del cucciolo era perso e confuso, mentre la sua cosa tremava in mezzo alle zampe mentre le orecchie erano appiattite sulla testa; per pochi, millesimi di secondi, Terry provò pena per lui.

Senza dire niente, assunse la sua forma di lupo, poi afferrò il cucciolo per la colottola e lo portò verso il proprio accampamento, pronto per tornare nel suo territorio.

Non come gli altriWhere stories live. Discover now