INTRO:

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Buongiorno. Questa è la mia nuova storia, premetto che alcune parti sono ispirate da "50 sfumature", lo dico per correttezza. Sono pochissime. Vi lascio il capitolo introduttivo. 

INTRO: 

Sto battendo al pc un documento, poggio lo sguardo in basso a destra per controllare l’ora. 

Sono le 18.36. Ho sforato, la mia giornata lavorativa termina alle 18.30 in punto. Salvo il documento e mi affretto a spegnere il pc. Mi stiracchio, sono indolenzita. Amo il mio lavoro, dopo aver lottato e sudato sono entrata nello staff della casa discografica SONY. Mi alzo e raccolgo tutte le mie cose sistemandole in borsa. Mi sistemo i capelli con le dita poi esco con la borsa poggiata sull’incavo del braccio. 

Succede tutto in una frazione di secondo, qualcuno apre la porta dello studio di registrazione accanto al mio ufficio. Un uomo alto con i capelli scuri esce di spalle e mi urta malamente facendomi precipitare a terra. 

<< ey, gigante. Guarda dove vai >> tuono. 

Lui si volta, mi squadra dalla testa ai piedi. Direi che non approva il mio outfit lavorativo. Jeans neri skinny, decolté nere con tacco, t-shirt grigia dolce vita e giacca blu notte. 

<< con quei tacchi sfido che non riesci a tenerti in equilibrio. Forse se sei finita a terra la colpa non è tutta mia, anzi, proprio tua >> 

Mi porge la mano, per aiutarmi, come se mi stesse facendo un favore. La RIFIUTO. Mi alzo da sola. 

<< che cafone Boschetto, come sempre >> commento. 

<< lo sono solo con te, tiri fuori il mio lato peggiore >> 

<< oh mi lusinghi >>

Mi pulisco gli skinny sul sedere poi mi sistemo la giacca. 

<< ti consiglio di venire a lavoro con scarpe più comode >> dichiara con un sorrisetto ironico. 

<< non accetto nulla da te >> rispondo a tono. 

<< ti saluto >> aggiungo e m’incammino. 

Una voce mi ferma. 

<< ey Gioia >> 

Mi volto, sorrido. 

<< ciao Gian >>

<< ciao bella >> mi saluta baciandomi le guance. 

<< come stai? >> domanda. 

<< stanca. 8 ore di lavoro filate. Tu? >>

<< siamo reduci da qualche ora di registrazioni. Andavamo a cena. Ti unisci a noi? >>

Con la coda dell’occhio noto la smorfia del suo amico. 

<< mi piacerebbe ma so di non essere la benvenuta >>

<< ma ti sbagli, anzi, a me fa piacere >>

<< ma non fa piacere ad Ignazio. Vado a casa >> gli stampo un bacione in guancia. 

<< questo è per Piero >>

<< ma no dai, non scappare come sempre >> mi supplica afferrandomi la mano. 

<< guarda che faccia ha il tuo amico >>

<< lascialo stare >>

Finalmente esce anche Piero dalla sala di registrazione, zaino in spalla. 

<< ey, che bella sorpresa. Ciao manager >> ci abbracciamo poi ci scambiamo due baci in guancia. 

<< sei la mia preferita, ma quand’è che cominci a partire con noi al posto di Torpedine? >> aggiunge il Barone.

<< io sarei già partita ma ho cambiato artisti per non creare problemi al marsalese >>

<< ma guardatela come fa la vittima. Andiamo a cena o no? >> ringhia il Boschetto. 

<< beh tu Giò vieni insieme a noi >> non è una domanda questa di Piero. Mi prende sottobraccio e ci avviamo all’ascensore. 

<< sai che noia >> si lamenta Ignazio. 

Mi limito a guardarlo poi comincio a conversare con Piero e Gianluca mentre l’ascensore scende a piombo verso il pianterreno. 

Lasciamo l’edificio della Sony. Mi perdo per qualche istante a fissare Ignazio perso nei suoi pensieri, mentre Gianluca e Piero tengono in vita la nostra conversazione avvincente. Devo allontanarmi da lui, faccio qualche passo precipitoso ed inciampo in mezzo alla strada. 

<< sei la solita, poi incolpi me >> sentenzia duro. 

Mi afferra così forte per  mano che gli vado a sbattere addosso, proprio mentre un ciclista in contromano ci supera in un lampo, mancandomi per un soffio. Succede tutto in fretta, un attimo prima sto cadendo, quello dopo mi trovo tra le sue braccia e lui mi stringe forte al petto. Respiro il suo profumo fresco e intenso, odora di biancheria pulita e di qualche sapone costoso. È inebriante. 

<< tutto bene? >> domanda con un’espressione stranamente tranquilla. 

Con un braccio mi tiene stretta a sé, mentre con le dita dell’altra mano mi accarezza dolcemente il viso, tastandomi con delicatezza, esplorandomi. Con il pollice mi sfiora il labbro inferiore e sento il suo respiro spezzarsi. Mi sta guardando negli occhi, forse per la prima volta sul serio, reggo il suo sguardo ardente per un attimo o forse a lungo  ma alla fine la mia attenzione è catturata dalla sua splendida bocca. 

<< Piè, Gian, andate a prendere la macchina >> si affretta ed i suoi amici eseguono l’ordine. 

Sono paralizzata da lui, sto fissando ipnotizzata la bocca perfettamente scolpita di Ignazio Boschetto e lui mi guarda con gli occhi socchiusi, lo sguardo torbido. Ha un respiro più pesante del solito, mentre io ho smesso del tutto di respirare.  Sono tra le sue braccia, baciami ti prego, penso. 

Lui abbassa le palpebre, respira a fondo, e scuote la testa in risposta. Quando apre gli occhi sembra avere una nuova convinzione. 

<< non sono l’uomo per te >> ammette. 

Semmai dovrei essere io a giudicare. Lo guardo di traverso, confusa dal suo rifiuto. 

<< Respira Anto, respira. Adesso ti aiuto a rimetterti in sesto e ti lascio andare >> dice piano e si stacca con delicatezza. 

Una scarica d’adrenalina mi ha attraversato il corpo, per lo scontro mancato con il ciclista o per l’incredibile vicinanza di Ignazio, lasciandomi debole e stordita. NO, grido dentro me mentre lentamente si allontana lasciandomi a secco. Mi tiene le mani sui fianchi, studiando la mia reazione. E l’unica cosa a cui riesco a pensare è che volevo che mi baciasse, sicuramente mi si leggeva in faccia, e lui non l’ha fatto. Non è detto che lui sia rimasto catturato com’è successo a me. 

<< ho capito, grazie >> mormoro, recuperando la voce. Umiliata. Come ho potuto fraintendere?!. 

<< per cosa? >> chiede. 

<< per avermi salvata >> rispondo. 

<< quell’idiota stava andando contromano. Menomale che c’ero io. Mi vengono i brividi se penso a cosa poteva succederti. Vuoi rientrare un momento in Sony e sederti? >> 

Mi sento una stupida. Che mi ero messo in testa?!. A lui sto antipatica, da sempre. Cosa potrebbe trovarci in me uno come Ignazio Boschetto. Un tenore incredibile, un artista, famosissimo nel mondo. Mi sbeffeggio da sola. 

<< no, sto bene. Grazie ancora >> 

A distanza Gianluca e Piero richiamano la nostra attenzione, attraversiamo la strada e prendiamo posto in macchina. Si va a cena, anche se mi si è di colpo chiuso lo stomaco. 

*Nota autrice: spero vi piaccia l'inizio di questa nuova storia. Fatemi sapere cosa ne pensate. Aspetto commenti. =)

Se mi guardi così...Where stories live. Discover now