2O° capitolo:

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Siamo sempre a Marsala ma è passato del tempo, molto tempo...ben 4 anni. Combattendo contro tutto e tutti io ed Ignazio siamo ancora qui, siamo ancora insieme. Innamorati e sposati. Oggi è un giorno un po' particolare, perché, sta per succedere qualcosa di magico. Sono al 9° mese di gravidanza e tra poco io ed Ignazio daremo alla luce il nostro/la nostra primogenito/a, volevamo la sorpresa entrambi. 

Sono in sala travaglio a fare il monitoraggio, le acque si sono rotte da un bel pezzo. Solo una persona della famiglia può assistere la gestante, c'è mamma. Sì c'è mamma perché il mio amatissimo e bellissimo marito è all'estero. Quando mi sono sentita male aveva appena portato a termine un concerto trionfale, concluso con una standing ovation da parte del pubblico. 

Bum bum sento un rumore costante e ripetuto ad intervalli provenire dal monitor, un cinturone avvolge la mia pancia. Le contrazioni sono regolari ma ancora quasi sopportabili. 

<< tutto apposto signora, allora chi entrerà in sala parto? >>

<< il marito >> risponde mamma. 

<< e se non dovesse arrivare in tempo? >> domanda giustamente l'infermiera. 

<< allora credo che dovremmo aspettare >> rispondo. Non vorrei mai che Ignazio perdesse il momento più importante. 

<< temo che non sia possibile. Quando arriverà il momento dovrà partorire >>

<< non nascerà mai senza il padre, si rilassi. Le consiglio di andare a prendere un caffè  o qualcosa da mangiare >>

Informo l'infermiera. Mi lancia uno sguardo come se fossi pazza, credo stia stabilendo di trasferirmi in reparto neurologia/malati di mente anziché farmi restare in sala travaglio. 

Col passare dei minuti le contrazioni sono sempre più frequenti, più lunghe, più dolorose. Troppi tentativi vani dato che a distanza di ore non sono riuscita a trovare una posizione che mi dia sollievo. 

Ho sonno perché sono reduce da una notte totalmente insonne. La ginecologa entra per controllare la situazione. 

<< allora Gioia, sei pronta?? >>

La guardo malissimo, sto soffrendo. 

<< la sala parto è pronta ad accoglierti, la vasca è colpa d'acqua >> 

Io ed Ignazio abbiamo scelto il parto in acqua perché lo fece sua madre quando nacque lui mentre Nina la fece naturalmente. Noto differenze tra i 2 parti, soffrì meno in acqua. Per queste ragioni abbiamo preso questa decisione. Ignazio vuol farmi soffrire il meno possibile. Mamma prova a starmi accanto, mi accarezza il volto mentre mi sposta i lunghi capelli poi li lega in una coda acqua. 

<< Marghe Igna non è arrivato. Se lui non arriva nessuno farà il suo debutto nel mondo >>

<< sei a quasi 8 centimetri di dilatazione >>

<< chiuderò le gambe >> rispondo per poi gridare più forte. Dolore, solo dolore. 

La porta si spalanca, sudato e di corsa entra Ignazio. 

<< ho fatto in tempo?>> domanda poi sorride, non ha bisogno di risposte. Ho ancora il pancione. Si avvicina per stringermi. 

<< ho sonno >> gli confesso mentre lui mi bacia teneramente le labbra poi la pancia. 

<< quanto manca?>> domanda alla dottoressa ma quando sta per rispondere urlo più forte. 

<< ok smonti il letto, non facciamo più in tempo a raggiungere la sala parto >> impone ordini la ginecologa. 

<< ci vediamo dopo >> si congeda mamma baciandomi la fronte, vuole che io ed Ignazio viviamo da soli questo momento. 

<< la vasca, l'acqua >> dichiara agitato mio marito. 

<< no deve farlo naturalmente. Compromettiamo il bambino se ci spostiamo >> lo informa la dottoressa. 

Il letto è pronto ed anche io...più o meno. Sono sudata, stanca e distrutta dal dolore. Grido, grido con tutto il fiato che ho nel corpo. 

<< ok Giò, respira profondamente SPINGI >>

<< cosa? >>

<< il bambino >>

<< ah >>

<< amore come fai a scherzare ora? >> domanda Ignazio. Gli regalo un sorriso. Mi sostiene dalla schiena. Si è seduto alle mie spalle e mi tiene forte. 

Spingo, forte. È qualcosa di difficile da descrivere, è strano è paragonabile a quando si tende un elastico fino a farlo spezzare. 

<< ok, bravissima. Respira ancora e spingi >>

Lo rifaccio poi mi accascio distrutta. 

Ok le cose sono cambiate, c'è stata un'evoluzione. 

<< Gioia ascoltami bene. Ho la testa in mano, farò dei movimenti circolari per tirarlo fuori. Ho bisogno del tuo aiuto e della tua lucidità >>

<< sono stanca >> ammetto. 

<< non ce la faccio >> aggiungo. 

<< ce la fai >> dichiara la dottoressa. 

<< no no >> confesso. 

Ignazio si protende in avanti col viso mi bacia le labbra. 

<< sono con te amore mio. Ci siamo, sta finalmente arrivando. Ce la fai, tu sei forte. Ti amo immensamente >> riposa le sue labbra sulle mie. Ispiro e spingo più forte che posso. 

Segue un pianto disperato. Guardo la dottoressa mentre poggio la testa sul petto di Ignazio. 

<< è una femminuccia e sta bene >> la pulisce sommariamente ed avvolta in un lenzuolo ce la porge. 

<< wow >> ammette Ignazio. Bacia lei in fronte poi me sulle labbra. 

<< le mie donne mi hanno aspettato >> ammette con la voce rotta dall'emozione >>

<< perché ti amiamo >>  gli faccio notare. 

<< io amo voi >>

Sollevo il braccio libero ed accarezzo Ignazio in viso. 

<< come la chiamiamo? >> domanda. 

<< Ignazia >> dichiaro. 

<< ma assolutamente no >> risponde a tono. 

<< quanto sei bello quando ti arrabbi >> dichiaro. 

Forse mi sbaglio ma la piccola sembra sorridere. 

<< è d'accordo anche lei >> faccio notare. 

<< s'è già innamorata del papà >> dico. 

<< oh piccola mia ti amo immensamente >> le dice lui ribaciandola. 

<< che ne dici di Josephine? >>

<< Josephine, direi che è perfetto >>

Lo guardo con un accenno di sorriso disegnato sulla bocca. 

<< SE MI GUARDI COSI' MI PRENDE UN COLPO ALL'ANIMA, TI AMO  >>

 Confessa e mentre accarezza il viso di Josephine l'inquadratura si allarga sempre di più. Spariamo dall'obiettivo come una telecamera che allarga l'obiettivo. Ora è tutto in discesa libera, ora che l'amore ha preso vita. 

-fine-


*Nota autrice: siamo giunti alla fine di un'altra storia. Spero vi sia piaciuta. Non so fatemi sapere. Buona giornata. =)

Se mi guardi così...Where stories live. Discover now