Ordine e Caos. Una donna contro il Pahkan

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2 (два)



Ordine e Caos.

Nella mia vita c'è solo Ordine e disciplina, il caos non so cosa sia. Forse perché sono stato insegnato fin da piccolo che senza ordine non esiste disciplina e il caos manda tutto a puttane.

Se sei un Doronin sai a cosa vai incontro.

Adesso nella mia vita è entrata una ragazzina che è il caos in persona. Già il suo modo di porsi nei miei confronti mi ha fatto intendere che non si farà mettere i piedi in testa da nessuno. Perché la cosa suscita in me la voglia di rimetterla in riga? Di legarla? Di ammanettarla al suo letto? Di segnarle la pelle, quella pelle diafana e impalpabile da segnare con le dita quando la stringi.

Cosa devo farne di lei?

È di mia proprietà e posso farne di lei quello che voglio, ma è umana ed è così fragile.

"Alpha – sbatto le palpebre riscuotendomi dai miei pensieri – Sebastian..." "Sì, stavi dicendo?" "I Pahkan dei territori vicini iniziano a innervosirsi per i problemi con la Gilda dei vampiri, temono che tu non sia in grado di mantenere l'ordine..." "Gli altri clan dovrebbero imparare la pazienza e la disciplina. Si impanicano per un nonnulla. Quando torna Chris?" "Questa sera come da accordi, sono proprio curioso di sentire le sue novità..." "Tom, sappiamo benissimo quello che fanno i vampiri. Controllano il mercato del sangue che è la droga per il nostro mondo, e non si fermano davanti a nulla. Spero vivamente che Chris non faccia cazzate..."

Chris e la sua cotta per una vampira che lo teneva per le palle. "Il mercato del sangue è da contrastare con il pugno duro. Loro e la fissa per il sangue raro, come quello degli Elfi per esempio..." "Gli Elfi non esistono più capo. E per il resto?" "Il resto continua come sempre amico mio. Dobbiamo mantenere il nostro status e questa vita. I Pahkan sanno che i Doronin sono uomini d'onore e che rispettano la parola data. Continuiamo così e aspettiamo le notizie da Chris..."

Tom esce dal mo studio e mi chiedo dove sia il mio giocattolino. La ragazzina. Il Caos.

**

Caos.

Non amo particolarmente l'ordine, sono un tipo curioso, che non riesco a stare ferma in un unico posto. Non ho paura dell'autorità, figuriamoci dal grande e grosso lupo cattivo che fa il buono e il cattivo tempo. E questa convivenza forzata è assurda. Ma è come stare in un albergo, non ci si vede mai, mangio da sola e vedo a stento le persone di questo clan.

Con lui, il mio carceriere. L'uomo che mi ha comprata risanando i debiti del mio patrigno. L'uomo che crede di avere diritto di vita e di morte su di me. Ma io non sono così e glielo farò vedere. Ecco perché esco dalla magione per lunghe passeggiate nel bosco, anche oltre il muro di cinta che delimita il posto. Eludendo le guardie e lui. Nessuno sa quello che faccio fino a quel giorno quando mi sono messa nei guai.

***

Avevo bisogno di pensare e così usai il passaggio che avevo trovato per uscire da quel posto. Una passeggiata mi avrebbe fatto solo bene. Mi trovo così a mio agio nei boschi che a volte pensavo di essere un qualche spirito protettore di posti come questi. Boschi innevati a perdita d'occhio, silenzio interrotto solo dai rumori di una natura che ancora non voleva cedere al gelo dell'inverno. Si divertiva a destabilizzare l'ordine del clan Doronin e magari, in questo momento, la stavo proprio cercando.

Sorrido tra me e me, non potevo fuggire perché non sapevo dove andare, qui in questo posto dimenticato da Dio, non avevo nessuno amico. Ero straniera in terra straniera e Doronin era il mio carceriere. Il mio padrone.

Nella tana del lupo - I lupi della KamchatkaOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz