Legame. Sotto la luna piena

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10 (десять)


Mattina

Una pallida mattina di inverno, quando un timido sole cerca di fare capolino tra le nuvole grigie che ricoprono il cielo e hanno il sentore di una imminente nevicata.

La luce bianca, quasi accecante si fa strada nella grande camera da letto degli appartenente dell'Alpha. Un piccolo corpo rannicchiato contro uno più grande che lo stringe a se. Il sonno ancora li teneva tra le proprie di braccia fino a quando...

**

Mi sveglio sentendo il respiro della mia Eve infrangersi contro il mio petto, delicato come un refolo marino. Le accarezzo la schiena e lei si sposta ancora più vicino, spostando la testa sul petto e... che gli Dei abbiano pietà della mia povera anima e del mio cuore. Per la mia anima che credevo persa il giorno in cui hanno ucciso al mia fidanzata. Per il mio cuore. Quel cuore che ha ripreso a battere nuovamente e furiosamente tanto da farmi male.

So il motivo di questo dolore.

Provo qualcosa. Qualcosa a cui non voglio dare un nome ma so esattamente quello che è. Ma è anche dolore di perderla. Perché la perderò.

So che sceglierà di tornare con la sua gente perché lo vorrà alla fine. Sentirà il richiamo del sangue e non potrà resiste sere. Le accarezzo la schiena per poi baciarle la fronte.

"Sei innamorato, lupo..."

Sono innamorato...

**

Mi sveglio riposata con le membra ancora fiacche ma con un grande sorriso dipinto sul viso. Perché non mi ero mai sentita così bene in vent'anni di vita. Apro gli occhi e vedo la cicatrice che gli sfregia il pettorale sinistro, il collo e risalgo con lo sguardo sulla mascella ricoperta dalla barba argentea. Continua ad accarezzarmi il fondo della schiena procurano domi numerosi brividi.

Seguo la cicatrice con la punta delle dita, dal petto alla mascella, fino alla linea dell'osso zigomatico e quando arrivo al lato dell'occhio mi prende per il polso baciandone l'interno. "E' stato molto tempo fa, dopo l'ultima battaglia contro la Gilda dei vampiri. Per difendere la mia gente e lei... la donna che avrei dovuto sposare..." mi lasci il polso e ti accarezzo la guancia soffermandomi ancora su quella cicatrice. "E il braccio?" "Sempre in battaglia. Un lupo per sopravvivere è anche capace di staccarsi una zampa. Il braccio era messo male e così..."

"Quanto dolore e tristezza. Tu stai ancora soffrendo..." l'argento dei tuo occhi si accende quando incrociano i miei. Mi batte il cuore all'impazzata, non può guardarmi in questo modo. "Stai bene?" "Sì. Piacevolmente dolorante in punti che non credevo di avere e parecchio appagata e..." sì lo so, avevo cambiato discorso ma avevo capito che era una persona di poche parole e per fargli dire qualcosa ci sarebbe voluto del tempo. Fa un mezzo sorriso e cerca le mie labbra per baciarmi. Non posso negarmi perché lo voglio, Dio voglio qualcuno per la prima volta nella mia vita.

"Pensavo che fare quello che hai fatto fosse... strano" "Parli del legare e tutto il resto?" "Sì..." "Non ero sicuro di fartelo solo che è scattato qualcosa in me e tu, tu sei così..." "Così come?" "Ti ho desiderato fin dal primo momento che sei entrata qui in casa mia. E ti voglio, tanto. Troppo. Moltissimo..." espiro bruscamente, sbattendo le palpebre e poi lui mi afferra baciandomi con forza.

Quella mattina Sebastian mi diede il suo buongiorno facendomi toccare il Paradiso con la punta delle dita. Avevamo ancora parlato prima di separarci per i nostri compiti, io sarei andata al Riparo per mezza giornata, quella sera volevo che vedesse il giardino ritornato al suo antico splendore. Volevo che fosse partecipe della mia gioia e di quanto il duro lavoro fosse ripagato e si, ero anche un pelino vanitosa.

Nella tana del lupo - I lupi della KamchatkaWhere stories live. Discover now