seven

1K 63 76
                                    

Jisung si rialzò, prese i pantaloni e la maglietta finiti ormai a terra e si rivestí, Minho fece lo stesso subito dopo.

Calò un silenzio imbarazzante tra i due, fino a quando Jisung invitò l'altro ad andarsene da casa sua.

"Credo che- che sia meglio che tu vada" affermò, con la testa bassa, rivolgendo il suo sguardo al pavimento della stanza.

Minho non rispose, si incamminò verso la porta e la aprí, senza guardarsi indietro.

"Aspetta.." aggiunse Jisung, alzando finalmente gli occhi su di lui.

"Noi.."

"Tra noi non é cambiato niente, è successo e basta" rispose Minho, con tono freddo.

"Non dire un cazzo agli altri, Han" aggiunse, prima di uscire e chiudere la porta alle sue spalle.

Pochi secondi dopo, Jisung sentì un'altra porta chiudersi, segno che se n'era andato definitivamente.

Il più piccolo si sedette di nuovo sul letto. Avvicinò le ginocchia al petto, avvolgendo le braccia alle gambe magre.

Era la prima volta che faceva questo tipo di cose con qualcuno.
E mai avrebbe pensato che quel qualcuno sarebbe stato proprio il suo migliore amico.

Le cose sarebbero cambiate tra loro?

Sicuramente, ma non come pensate voi.

~~~~~

Il giorno dopo

Jisung si svegliò a causa della musica che riempiva ogni singolo angolo della casa.

L'orologio segnava le 11:32.

Sbuffò, prima di coprirsi la testa con il cuscino e infilarsi completamente sotto alle coperte, cercando di coprire il suono della canzone che rimbombava nelle casse al piano di sotto.

Inizialmente funzionava, stava anche cominciando a riprendere sonno ma il volume aumentò, svegliandolo completamente.

"Io lo uccido" si lamentò, tra uno sbadiglio e un altro.

Si alzò dal letto, scese al piano inferiore pronto a prendersela con chiunque fosse il responsabile, quando la musica si fermò.

"Vado io!" sentí urlare Changbin, deducendo che qualcuno avesse suonato il campanello.

Jisung si trovava ancora a metà scala, assonnato e con i capelli spettanti, quando vide la porta aprirsi, rivelando il suo migliore amico.

"Lee! Non pensavo saresti passato" disse Changbin, facendogli segno di entrare.

"In realtà volevo solo salutarvi, andrò a Gimbo per un po' di tempo" rispose.

"Oh.." sussurrò Jisung.

Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.

"Va tutto bene in famiglia? È successo qualcosa?" domandó Changbin preoccupato.

"Nulla in particolare" iniziò, guardando Jisung ancora bloccato a metà scala.

"Solo una visita ai miei, non li vedo da molto" aggiunse.

"Capisco... Chan è in camera, vai pure" rispose, indicando il corridoio che conduceva alla stanza in questione.

Minho avanzó e si diresse proprio in quella direzione, conoscendo ormai la casa a memoria tante le volte in cui ci era stato.

Jisung, invece, si voltó e tornó in camera sua, chiudendo a chiave la porta alle sue spalle.

Era davvero preoccupato che Minho fosse arrabbiato con lui o che in qualche modo il loro rapporto sarebbe cambiato.

Il che era evidente, ma sperava che in qualche modo quella giornata l'avrebbe lasciata alle spalle, come stava cercando di fare lui stesso.

Ha ragione, è successo e basta, era solo un'esperienza, si ripeteva.

Sentí bussare alla porta diverse volte, ma era come se fosse lontana chilometri da lui e non si mosse di un centimetro.

"Jis, sono io!" urló Chan, dall'altra parte, risvegliandolo dai suoi pensieri.

La aprì, rivelando il suo coinquilino con un'espressione preoccupata.

"Va tutto bene? Perché ci hai messo tanto?" chiese.

"Si si non preoccuparti" tagliò corto il moro.

"Se é per Minho, guarda che non si trasferisce per sempre lì, va solo a fare visita alla sua famiglia ed è giusto così! Tornerà tra pochi mesi e poi esiste facetime, puoi chiamarlo quan-"

"MESI??" lo interruppe Jisung.

"Ma non ti è venuto a parlare?" domandò confuso il biondo, inclinando la testa verso destra.

"N-no lui.. no" rispose.

"É successo qualcosa tra di voi?" chiese Chan, facendo sussultare Jisung.

Il silenzio seguì la domanda.

"D'accordo, non chiederò altro perché so che non sei bravo a mentire e per quanto io voglia saperlo, non sono affari miei.. ma sappi che io ci sono se hai bisogno di parlarne, okay?" aggiunse, scompigliando i capelli del minore, che in risposta annuí.

"Ora vestiti, andiamo a pranzo con Hyun e Seungmin"

"Bin e Felix non vengono?" domandò Jisung.

"Loro escono per cazzi loro, e noi usciamo per cazzi nostri, così imparano" rispose, facendo spallucce.

"Passano un po' troppo tempo insieme..." sussurrò Jisung, assottigliando lo sguardo.

Chan sorrise, voltandosi e scendendo nuovamente le scale, ridendo appena.

Quel ragazzo sa troppo.



N.A.

ciao scusate se è corto ma non posso spezzare il prossimo quindi si ok ciao vi giuro non è come pensate voi il drama arriva e vi perseguiterà e io riderò ciao an-3racha vi amo

hyung? [minsung] Where stories live. Discover now