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Si era fatto buio a Gimbo, e Minho era nella sua vecchia stanza a prepararsi per una festa universitaria a cui era stato invitato da vecchi amici, come regalo di "benvenuto".

Aveva un brutto presentimento su di essa, ma pensò che un po' di svago gli avrebbe solo fatto del bene: alcohol, musica e magari una ragazza.

Indossava una camicia bianca sbottonata, che lasciava intravedere parte del suo petto, e dei jeans neri attillati che gli fasciavano perfettamente le coscie.

Fissò il suo riflesso nello specchio per pochi minuti, che gli sembrarono anni, prima di sentire il suono del campanello rimbombare per la casa.

Scese le scale e vide due dei suoi più vecchi amici, Sunwo e Keeho, parlare con sua madre.

Non erano cambiati per niente dall'ultima volta che li aveva visti, era come una rispolverata sul mobile dei vecchi ricordi.

"Ciao anche a voi, stronzi" annunciò Minho sorridendo, rivolgendosi ai suoi amici.

"Woo- Lee Minho, come ci siamo fatti belli" rispose Keeho, squadrando il rosso dalla testa ai piedi.

"Sta scherzando, fai cagare" aggiunse Sunwo, facendogli l'occhiolino.

Minho li raggiunse e li chiuse in un abbraccio di cui forse aveva proprio bisogno. Prima di partire per Seoul, Keeho e Sunwo erano la sua famiglia.

L'unico trio al mondo che non si sarebbe mai spezzato: così si definirono.

Ed era vero. Nemmeno la distanza li aveva separati.

"Allora, andiamo?" chiese Sunwo.

Così uscirono da casa Lee, dopo aver salutato la madre di Minho, e si diressero verso la festa pronti a divertirsi e a passare una serata indimenticabile.

Forse, però, il sesto senso di Minho non si sbagliava del tutto.

JISUNG

Erano le 9.48, Jisung stava guardando una serie tv quando il suo telefono inizió a squillare.

Sbuffò, messe in pausa l'episodio e prese il cellulare in mano.

"Pronto?"

"Jisung?"

"Hyunjin?"

"Si, sono io"

"Eh dimmi?"

"Usciamo?"

"Sto guardando una ser-"

"Perfetto scendi,
sono giù. Ah, porta un cavatappi"

"Ma che cazzo stai d-"

chiamata terminata

Jisung sbuffò, ma poi sorrise appena.
Lui e Hyunjin avevano un rapporto strano: inizialmente si odiavano a vicenda, non andavano minimamente d'accordo e litigavano per qualsiasi cosa.

Con il tempo, si trovarono bene l'uno con l'altro, ma nessuno dei due l'avrebbe mai ammesso.

Erano cane e gatto, c'era sempre un certo distacco tra loro, una linea immaginaria che li teneva distanti.
Nessuno dei due osava oltrepassare quella linea, o almeno non lo ammettevano.

Quella sera rimasero sul vialetto a bere birra mentre osservavano il cielo sopra di loro, in silenzio.

Una tranquillità e una sensazione di libertà che forse serviva ad entrambi.

hyung? [minsung] Where stories live. Discover now