06.🖤

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Jungkook

« Siamo arrivati. Scendi dall'auto e non scrivermi se non sei riuscito a conquistare il signor Kim, hai capito? » la mano di Yoongi mi colpì sulla testa, facendomi sbattere contro il finestrino dell'auto. Sussultai e aprii gli occhi di scatto e tolsi le cuffiette dalle orecchie. Avevo registrato e ascoltato un po' di brani fino a tarda notte, bevuto un'enorme tazza di caffè a casa e un'altra al bar e dormito meno di cinque ore. Sbadigliai, slacciandomi la cintura di sicurezza.

« Si, immagino sia ora di entrare, grazie » aprii lo sportello e alzandomi in piedi avvertii una stanchezza che non mi piaceva affatto.

« Saluto Jimin prima di andare a sistemare un paio di faccende. Tutto bene? Perché non hai dormito come si deve? È il provino che avresti voluto fare anni fa, non sei in ansia o cose del genere? » Yoongi scese dall'auto e mi raggiunse, camminando a passo di lumaca.

« Si, è che non ne ho parlato con mia madre e...voglio passare con tutto me stesso questo provino, solo che- » Accelerai il passo, mordendomi il labbro.

« Cosa? Tua madre non approverebbe? » mi si formò un nodo alla gola e gli occhi iniziarono a bagnarsi.

« Non ho i soldi per pagare neanche la prima retta! Se mi accettano io non- non lo so, okay? Ora devo entrare e mettermi in fila, d'accordo? » ammisi cercando di non urlare troppo un volta entrati dentro l'Accademia. Yoongi si ammutolì, ma poi sentii le sua braccia avvolgermi la schiena.

« Non lo sapevo Kook, ma so che sei un ragazzo in gamba e troverai un modo per stare qui dentro perché cazzo, è il tuo posto e te lo meriti più di chiunque altro » annuii e sorrisi, guardandomi intorno.

« Ora vai e...un'altra cosa: quel ragazzo nel bagno del bar prima, ecco- » l'immagine di Taeyung mi apparve davanti agli occhi e mi fece trattenere il respiro.

« Sembri Hoseok adesso, smettila. Non dire niente. Ho altre priorità. A proposito di lui, se ti chiama puoi dirgli che non appena finisco passo a casa sua? » mi alzò il pollice in lontananza e corse tra le scale, mentre mi avvicinavo alla reception, pensieroso.

« Salve, posso aiutarla? » alzai gli occhi verso la giovane donna dietro il vetro. C'erano un mucchio di fogli sulla sua scrivania ma sembrava riposata, piena di energie, perfettamente in ordine ed elegante.

« Si, sono qui per il provino » mi passò un modulo da compilare e firmare, poi mi disse di raggiungere il secondo piano e fare la fila. La ringraziai e presi le scale. C'era profumo di pulito. Gente che borbottava e correva di fretta fra i corridoi, chi usciva dai bagni, chi aspettava annoiato il suo turno per entrare in sala. Tra quelle pareti c'era vita, arte e tanta voglia di diventare qualcuno. Aspettai più di un'ora prima di entrare, ascoltando vagamente qualcuno da dietro la porta, ragazzi uscire disperati. Quando entrò l'ultimo ragazzo prima di me iniziai ad agitarmi, camminare avanti e indietro con le mani dietro la testa, a mangiarmi le unghie e pregare di non entrare nel panico più totale.

« Il prossimo! » una voce alta e graffiata mi riportò alla realtà, facendomi muovere silenziosamente verso la porta, così entrai. Era un'aula piccola, stracolma di quadri vintage tutti in bianco e nero, di chitarre elettriche appese alle pareti, leggii per spartiti, sedie e un mazzo di documenti, probabilmente di chiunque fosse entrato prima di me. Sbiancai. Il direttore Kim era seduto davanti a me. Lo riconobbi immediatamente: forse era il suo fascino inconfondibile, o il fatto che avevo seguito ogni suo movimento negli ultimi sei anni. Era un uomo impeccabile, proprio come i suoi figli. Il portamento maschile e possente, la mascella sempre contratta e lo sguardo di chi ti vuole sempre sfidare, seguiti dalle sue dita incallite per quanto avesse suonato la chitarra e il violino.

Musica E Deserto [taekook]حيث تعيش القصص. اكتشف الآن