14.🖤

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Taehyung

« Sei distratto da quando siamo arrivati, Taehyung. Che ti prende? Ho addirittura finito due bicchieri al posto tuo » al mio fianco, una ragazza a dir poco splendida che avevo conosciuto qualche giorno fa mi guardò sconcertata. Si, ero distratto, perché non riuscivo a smettere di guardare Jungkook, seduto al tavolo con NAMJOON e MIO PADRE, e conversare tanto che avrei voluto zittirli con la forza. Era raro che mio padre parlasse con qualcuno di musica con così tanto entusiasmo, gli occhi che brillavano di interesse e ammirazione. Fino a quando non li vidi posizionarsi davanti al pianoforte, fianco a fianco e suonare uno dei vecchi brani che aveva scritto per nostra madre. Cercai una posizione strategica per assorbire ogni dettaglio di lui.

« Niente di preoccupante, immagino sia solo un po' di stanchezza » in realtà ero così energico che sarei potuto tornare a casa correndo e guardare Jungkook non aiutava affatto a farmi calare l'adrenalina nel mio corpo, perché ne era la causa.

Dal momento in cui ero sceso dall'auto e lo avevo notato nella fila, i miei piani per la serata erano decisamente cambiati e l'unica cosa che avevo fatto era stata sedermi e bere un piccolo sorso del mio drink, giusto per non avere la bocca asciutta. La verità era che volevo parlarci di nuovo, osservarlo da sobrio, metterlo a fuoco e non avere I sensi alterati.

Mi sfregai nervosamente il collo nell'udire quel brano e i miei occhi si incollarlo sulla figura elegante e aggrazziata di Jungkook, le sue dita lunghe e affusolate che premevano delicatamente sui tasti, l'espressione concentrata e i lineamenti perfetti, la gamba avvolta dal tessuto rosso che tremava dell'agitazione e il retro del collo cosparso da piccole gocce di sudore. Mio padre era completamente entusiasta di essere lì, poichè non appena si alzò in piedi sfoggiò agli invitati uno di quei sorrisi che gli avevo visto una sola volta nel corso dei miei anni. Riuscivo a sentire il suono delle note fin dentro le ossa, come se si fosse insinuato dentro il mio corpo. Odiavo sentirmi così vulnerabile, eppure Jungkook era così...diverso da chiunque avessi mai incontrato prima, bellezza e personalità. Aveva smosso l'animo di mio padre, Mr. Severità in persona, un uomo altezzoso, che comprava tutto con i soldi, un ammasso di apparenza e un pezzo di ghiaccio al posto del cuore.

Percepivo l'imbarazzo di Jungkook e la voglia di abbandonare la pista non appena gli applausi fossero cessati, e così fu. Mi venne una gran voglia di seguirlo, ma tornai a sedermi con Kyong, che non faceva altro che lanciarmi occhiate languide da tutta la sera, nonostante le avessi spostato la mano dalla mia gamba più volte.

« Ho voglia di divertirmi o per lo meno fare qualcosa di interessante. Non mi proponi niente? » mi irritava sentire la sua voce rimborbarmi nelle orecchie. Non avevo intenzione di fare nulla, stasera. Spostarci in un altro pub, un giro in macchina, ubriacarmi fino a vomitare o fumare così tanto da far fatica a respirare erano tutte opzioni allettanti, ma che avrei rifiutato. Mi bastava un po' di puro relax per affrontare quelle poche ore rimaste e tornare a casa.

« Se non smetti di fissarlo come uno stalker giuro su Dio che ti cavo gli occhi » mi girai di scatto, verso una voce poco familiare ma già sentita, e fui sorpreso di vedere Yoongi, con affianco Jimin, al nostro tavolo.

Simpatico questo ragazzo.

« Dovrebbero aggiungere un cocktail a base di camomilla, giusto per rilassarsi un po', che ne dici? Buona sera anche a te. Jimin, per quale motivo lui è qui? » risposi a tono, guardandolo con aria di superiorità. Era sicuramente stato lui a invitarli entrambi, ma perché?

« È forse un problema? Tu che ci fai qui, piuttosto. Jimin dice che non vieni spesso, che sfortuna averti beccato proprio oggi » il ragazzo guardò Jimin, che a sua volta guardò me. Perché improvvisamente aveva sviluppato una sorta di ironia tagliente nei miei confronti e Jimin era così silenzioso.

Musica E Deserto [taekook]Where stories live. Discover now