08.🖤

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Taehyung

Lottavo con tutte le forze che avevo nel corpo. Dovevo stare sveglio. Supplicavo i miei impulsi nervosi di mettersi in gioco e mi pentii amaramente di aver indossato quel completo ridicolo ed essere entrato di nuovo in quell'Accademia. Non avrei retto neanche cinque minuti lì dentro se non avessi preso doppia dose di quella bustina. Non volevo ricordare chi fossi lì dentro, rivedermi da bambino, accompagnato da mio padre tra quelle mura. Non mi guardai neanche intorno per vedere se fosse cambiato qualcosa. Mi sarei rinchiuso in una delle stanze all'ultimo piano e nessuno mi avrebbe disturbato. Volevo essere invisibile. Ma chi si aspettava che Jungkook fosse ancora lì in tardo pomeriggio e mi rivolgesse un'altra volta la parola?

Limitarsi a guardare, mi dissi, anche quando iniziò a richiedere attenzioni che non mi dispiaceva volergli dare. Lo accompagnai in bagno, aiutandolo calmarsi senza capire bene quale fosse il suo problema e mi offrii addirittura di portarlo a casa. Pessima idea, ma almeno mi ero risparmiato una giornata lì dentro. Ma le emozioni che stavo provando non mi piacevano affatto: ero attratto da lui, ma non potevo muovere un solo dito per sfiorarlo. Se lo toccavo io, anche lui avrebbe potuto toccare me.

Mi ero promesso che non lo avrei più fatto, lasciarmi andare dopo uno sguardo languido un bel viso o un bel corpo, e ricadere in quella trappola letale. Riagganciare quell'anello alla mia catena che avevo abbandonato nel passato. Il problema principale era che lui mi stava analizzando, come succedeva anni fa a scuola. Erano loro a guardare me per primi, e mai il contrario. Avvertivo una scarica di adrenalina addosso. Probabilmente stavo delirando. Una volta entrati in macchina dovetti strizzare gli occhi e mettere a fuoco il paesaggio per evitare di sbattere contro qualcosa e uscire dal parcheggio, prima di tutto. Sospirai pesantemente, guardando esclusivamente la strada e sfiorando a mala pena i pedali.

Sembrava notte fonda ed erano solo le otto e mezza. Jungkook evitò il mio sguardo, quando mi presi un qualche secondo per guardarlo anch'io: la camicia e pantaloni aderenti con la gamba che molleggiava dal nervosismo, le mani congelate che stuzzicavano i fili color sabbia riportando al loro posto poiché il gel non li teneva fermi. Aveva l'età di Seokjin ma rispetto a lui era un mondo opposto, a partire dai lineamenti delicati e l'aria di una persona innocente. Mi limitai semplicemente ad ammirare ciò che avevo davanti, ma bastò un solo secondo per focalizzarmi appena sotto il suo ventre ed elaborare quelle quattro parole e perdere la mia lucidità. Fu il mio ultimo ricordo prima di rimettere in moto l'auto.

Iniziai a vedere doppio e a non avere il totale controllo delle mie azioni. Mi sembrava di essere su una montagna russa. Delle strane ombre colore circondavano il sentiero. Tirai il freno a mano e chiusi gli occhi. Non era la prima volta che succedeva. Dovevo smaltire tutta quella droga.

Era tutto a posto, mi bastavano un paio di ore e sarei tornato a casa. Mi svegliai cinque ore dopo, all'una, e arrivai alla villa fradicio di sudore, ancora un po' stordito e un gran bisogno di andare in bagno.

Il cancello ero chiuso e non avevo le chiavi.

« Cazzo Seokjin, perché? » urlai a squarciagola poggiando la schiena al muretto vicino, ricordandomi di quando ritornavo dalle serate e mi capitava di dormire esattamente lì, in quel piccolo spazio freddo perchè non volevo disturbare mio padre o Jimin. Mi sentivo come allora, tutto indolenzito e stanco, ma impaurito dalle loro possibili reazioni. Me la sarei cavata da solo, a qualsiasi costo. Rimasi lì un paio di minuti e poi suonai il campanello. Magari qualcuno era a casa. Notai solo dopo che la luce della cucina era accesa, ma quando ad aprirmi scese una donna, la mia espressione si fece più cupa che mai.

Musica E Deserto [taekook]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang