Musica E Deserto [taekook]

09.🖤

Jungkook

Mi capitava spesso da bambino, di sentirmi in colpa e arrabbiato per qualcosa che non potevo controllare: il potere dei soldi. Ad essere sincero, non mi pesava tanto il fatto che gli altri potessero permettersi i vestiti all'ultima moda, le raccomandazioni a scuola o essere inseguiti solo grazie alla loro popolarità. Ero infuriato al pensiero che nessuno di loro aveva acquisito i valori necessari e umani ma erano stati viziati dai genitori e non sapevano neanche cosa significasse 'sforzarsi' nell'ottenere qualcosa. Gli era tutto concesso.

Ma io sapevo chi ero, che persona volessi diventare un giorno, i valori che avevo appreso da mia madre e quanti sacrifici lei faceva ogni giorno per me, per mantenere unita la nostra famiglia. Quando mio padre ci abbandonò, per me fu un sollievo. Non lo vedevo mai, mi pagava le spese del conservatorio e acquistava gli ultimi giochi che neanche mi interessavano, ma se gli chiedevo di ascoltarmi per dieci minuti suonare o ero entusiasta per aver preso un buon voto a scuola, o semplicemente per chiedergli un consiglio, lui non c'era mai. Nonostante la sua assenza, ero lo stesso Jungkook di sempre e non mi ero lasciato influenzare dalle voci che correvano su di noi.

Ho sempre creduto che il buono esistesse, da qualche parte, la persona giusta che mi avrebbe fatto battere il cuore, che il mio sogno mi avrebbe bussato alla porta prima o poi è non sarebbe rimasto solo un'effimera fantasia. Avevo conosciuto Yoongi, che condivideva la mia stessa passione e in qualche modo rispecchiava la mia visione del mondo, e Hoseok, completamente opposto a me, praticamente un mondo che non avevo mai neanche immaginato, ma in che in qualche modo integrai nella mia vita, senza però lasciarmi Inghiottire.

In quel momento però, mentre suonavo un pezzo a quattro mani affiancato da Yoongi, coi capelli tutti arruffati, lo sguardo perso, con Hoseok e Yon che ci guardavano seduti in fondo al mio salotto mangiando i biscotti che mia madre aveva gentilmente offerto loro, io mi chiedevo che fine avrei fatto.

«Perché non ci cantate qualcosa? » la ragazza si guardò intorno, analizzando ogni piccolo dettaglio del mio appartamento: le pareti spoglie come quelle di un ospedale, i mobili classici e antichi, la montagnella di vestiti sull'asse da stiro. Si erano presentati all'improvviso a casa mia e non avevo avuto il tempo materiale per dare una sistemata, anche veloce.

« Non lo so, i miei testi sono orrendi » commentai lanciando un'occhiata al mio complice. Era su un altro pianeta, probabilmente insieme a Park Jimin.

« Lo dice solo perché vuole fare il modesto » Hoseok mi lusingata sempre, ogni volta che ne aveva occasione. Aveva fatto abbastanza velocemente amicizia con Yon, che era lì perché voleva a tutti i costi che capitassimo insieme nei vari gruppi di lezione, agli stessi orari.

« Dai, solo una, per favore »

« Davvero, non mi va proprio. Perché non facciamo una piccola pausa? » e mi fermai, incrociando nervosamente le dita appena le rimossi dai tasti del piano. Suonare mi faceva sempre sentire bene, curava ogni mia ferita, era da sempre il mio unico rifugio, eppure mi sembrava che adesso fosse il mio problema più grande.

« Va bene, propongo di guardare un film, possibilmente drammatico o d'azione » un tutorial come guadagnare soldi in meno di sei giorni? Sospirai, afflitto, spostandomi in cucina per preparare i pop corn e le patatine.

« Kook, va tutto bene? » Yoongi si avvicinò a me cauto, guardandomi negli occhi. Il mio sguardo diceva sempre tutto: raccontava storie, era espressivo e non riusciva mai a prendere in giro neanche un insetto.

« Puoi chiedere a Jimin una settimana in più per il pagamento della retta? » il mio cuore stava per esplodere e avevo il fiato per quanto lo avessi detto velocemente. Aspettavo di chiederglielo. Da quando ero stato preso all'Accademia in me stava crescendo uno stato di continuo turbamento su come trovare tutti quei soldi prima della scadenza indicata e non avevo ancora pensato ad un'idea concreta.