Fiori di campo

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La nube vorticosa gira attorno a me, fino ad aderire completamente al corpo.
L'alone che poco prima era fumo turbinante, prende la forma di un vestito, adagiato sul mio corpo come fosse seta.
Il fondo dell'abito scende lentamente, mosso da un vento fatato, fino a poggiarsi sul pavimento.
Rimango senza fiato, incantata da ciò che Persefone ha appena fatto.
Il tessuto viola è innaturalmente morbido e ricade sulle mie forme delicate e asciutte, seguendo la linea del  bacino fino a formare pieghe eleganti sulla gonna. 
Attorno alla vita, delle rifiniture argentate mi percorrono i fianchi fino alla scollatura, la quale si intravede appena, attraverso un tulle trasparente che a sbuffo si intorcola attorno ai miei gomiti.
Le dita delle mani si sono irrigidite come ramoscelli, mentre provano a fare del loro meglio per non rovinare nemmeno un punto e rovescio del vestito.
《 Ti sta d'incanto. 》Mormora Persefone, mentre viene circondata da un'altra nube.
Le mani posate sul cuore.
Questa volta, però, ad invadere la stanza è l'odore di rugiada, la brina che bagna le foglie di prima mattina.
La guardo stupefatta, mentre il fumo le cala sulla testa, fino a scivolare lungo la sua pelle nivea, lasciando dietro di sè stoffa e tessuto lavorato che lentamente tornano a coprirle il corpo, che poco prima era nudo.
L'abito è oltremodo magnifico.
Lei lo rende tale, perchè ogni rifinitura e ogni dettaglio risplende, animato dal suo spirito vivo.
《 È-è bellissimo. 》 Dico meravigliata. Probabilmente devo sembrare una sciocca, ma toglierle gli occhi di dosso è un'impresa troppo ardua.
Sono cresciuta in un mondo fondato su sangue e ossa.
Innumerevoli domini issati da inganni e crimini.
Ho visto la potenza mortale della magia distruggere villaggi interi, mietere vittime senza neanche conoscerne il nome.
Perchè la magia è proprio questo: distruzione.
E chi la usa possiede il tocco della Morte e il fiato della tortura.
Il ricordo delle fiamme mi scotta, come se fossero tornate a circondarmi, ardenti e feroci, le urla agghiaccianti mi tornano in mente tuonandomi nelle orecchie, come fulmini nel cielo.
Cerco di farle tacere.
Mi chiedo se un giorno sarei riuscita a zittirle per sempre.
Ora però, sulla pelle, provo una sensazione diversa.
La percepisco sul mio corpo, nell'aria che respiro ed è calda, dolce e per la prima volta da quando ho messo piede nell'Ade, mi sento protetta, abbracciata, e questo mi spaventa.
È davvero possibile che un potere del genere sia in grado di creare?
Di fare qualsiasi altra cosa, che non abbia come scopo la rovina?
Non sono ancora convinta di aver trovato la risposta.
Persefone mi sorride, accarezzandomi con gli occhi ardesia.
《 Siamo pronte ad andare?  》 Domanda, lisciandosi il vestito.
《 In realtà vorrei chiederti se è possibile cambiarmi d'abito. 》 Tintinno, dondolandomi sulle punte come una bambina.
I piedi nudi a contatto con la superficie fredda allietano il calore che esce ancora dalla porta del bagno, appena socchiusa.
Mi sporgo leggermente, guardando con una punta di risentimento, la terma floreale.
Mi sta pregando di tornare lì dentro, di tornare ad immergermi dentro di lei.
Non avrei resistito ancora per molto.
《 Non ti piace? 》Mi chiede la dea. 《 Oh no, assolutamente mi piace tantissimo, lo adoro. Solo che non mi sembra adatto per tornare indietro, una veste di questa qualità darebbe troppo nell'occhio. Inoltre mi dispiacerebbe rovinarlo nel fango e nella sabbia. 》 Persefone guarda perplessa la mia vita, mentre le sue braccia si incrociano al petto.
《 Mh, in effetti potresti avere ragione. Ok allora, qualche preferenza? Quanto freddo farà fuori? 》 La nube torna a calare dalle sue mani, questa volta però più lenta. Sorrido.
Voleva farmi davvero uscire con un vestito tanto leggero e scoperto, mentre adesso si preoccupa per il freddo.
《 Credo possa andar bene una via di mezzo, ormai la stagione della neve è passata ma nelle brutte giornate la temperatura tende ancora a calare. 》 Il fumo pulsa a quell'ultima esclamazione come nuvole scosse dai fulmini e in simbiosi Persefone sussulta con lei.
La sua fronte si corruga leggermente, e i suoi occhi si incantano in un punto alle mie spalle.
Cupi e spenti.
《 Persefone, stai bene? 》 La nebbia si arrampica sulle mie gambe, tanto lentamente quanto la dea ci impiega ad alzare lo sguardo e a riportarlo su di me. I suoi occhi rimangono persi per un momento.
《 Oh perdonami. Sai...mi sono sempre chiesta come sarebbe vedere la neve. 》Mormora.
Un tuffo al cuore mi provoca un vuoto al petto.
È vero.
Persefone è la dea della primavera, le era permesso uscire solo nelle stagioni più calde, come avrebbe potuto vederla?
È incredibilmente triste. Pensare che le è stata negata la possibilità di guardare una foresta ricoperta dal manto nevoso, di guardare la lastra liscia di un lago ghiacciato, o di sentire il tocco dei cristalli pungenti sulla pelle. Sentire il silenzio profondo dopo che la neve ha attecchito al suolo e il rumore rotto di quando la capesti.
《 Non c'è nessun modo per te di riuscire a vederla? 》Le domando.
《 Temo di no. Ma va bene così, ormai ho smesso di provarci secoli fa. E poi è stata una decisione che ho preso io e per quanto mi piacerebbe toccarla non me ne pento affatto. 》È davvero così? 
Mi rivolge un sorriso rassicurante, ma i suoi occhi sono dipinti di tristezza. Lo ricambio, cercando di metterci tutto il sostegno che una mortale può darle.
Vorrei poter fare di più.
Nel frattempo, sento sulla pelle la seta dell'abito scomparire piano piano, mentre la nube raggiunge il decoltè. Rimango ferma in attesa, solo per una manciata di secondi, prima che il fumo ricominci a vorticare.
Una fragranza di fiori di campo anticipa il pizzicolio sul corpo nudo, segno che il vestito scelto da Persefone si meterializzerà presto.
Di fatti poco dopo,  le mie membra vengono abbracciate da un tessuto caldo.
Il fumo non si è ancora dissolto e questo mi impedisce di sbirciarci attraverso, ma riesco comunque a percepire la stoffa vestirmi più aderente.
Con un cenno della mano la dea fa scomparire del tutto la nube, rivelando il completo perfetto.
Della stoffa stretta mi avvolge le gambe, il rasatello richiama il colore della terra appena battuta e la mano è dolce e calda, ma incredibiente scattante.
Il tessuto viene interrotto da un paio di stivaletti in cuoio rigido, che si innalzano fino a poco sotto le ginocchia, intrecciati da fili di lana.
La parte superiore invece è coperta da una tunica che arrivava a metà coscia. Lo scollo taglia a poco meno di metà le spalle e cade leggero sul seno.
Gli stessi lacci degli stivali si allacciano alla scollatura, mentre le maniche leggermente a sbuffo arrivano sopra al gomito.
A rifinirla, un bordo spesso e leggermente più scuro rispetto al resto della tunica smeraldo.
Infine una cintura in pelle allacciata alla vita. È sopra alla tunica, in modo da permettermi di effettuare movimenti più liberamente senza l'intralcio del tessuto.
È semplicemente perfetto, e questo si che è adatto fuori.
《 È meraviglioso. 》Le rivelo grata.
《 Con questo non dovresti più avere difficoltà. 》
《 Grazie, davvero. 》Non so come esserle riconoscente.
《 Siamo pronte ad andare? 》Mi chiede.
《 Certo. 》 Sono curiosa di vedere cosa mi aspetta.
《 Molto bene allora, ti mostro come uscire. 》
Rischio di dimenticarmene, ma per fortuna me ne rammento in tempo. Vago con lo sguardo per la stanza, curiosando alla ricerca del pugnale che misteriosamente era sparito, insieme al mio vestito.
Lo trovo poco lontano da me, riposto nel cestino intrecciato sopra al mobile.
Come fosse arrivato fin lì me lo domando per il tempo a seguire.
Lo afferro con la mano e armeggiando con la cintura riesco a incastrarlo tra le sue pieghe, facendo molta attenzione a non tagliare la tunica. Raggiungo entusiasta Persefone, che nel fra tempo è già fuori l'uscio della porta.
Mi dispiace lasciarmi indietro questo spazio così beato, ma mi sprono a continuare a camminare senza rimorsi.
Ripercorriamo i nostri passi, prendendoci tutto il tempo e sperando di perderci tra i meravigliosi corridoi. Sbucchiamo nel bivio.
Pochi passi dopo, un rombo acuto scuote il castello.
Io e la dea ci guardiamo preoccupare, per poi iniziare a correre nella direzione del suono che era appena tuonato.

Il Sole è sceso sulla Terra Donde viven las historias. Descúbrelo ahora