15.

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<<Io non ce la faccio>>dice Carola dal suo letto nel buio della stanza. Saranno circa le tre di notte, ma non riusciamo a prendere sonno, mentre Serena dorme beata già da almeno due ore.

<<A fare cosa?>> domando incuriosita, Carola ha sempre degli spunti particolari per ogni tipo di conversazione. è eclettica ed io amo questa cosa.

<<Ceh, come faremo a non sentire le nostre famiglie per così tanto tempo? Io non ce la facevo prima sentendoli una sola volta tutti i giorni, figuriamoci adesso>> non ha tutti i torti.

Ormai il serale è bello che iniziato e la produzione non ci da più gli orari per utilizzare i telefonini, bensì solamente 1 chiamata a settimana per le nostre famiglie. Ovviamente possiamo utilizzare dispositivi vari a scopo didattico, ma quanto più stiamo lontani dai social meglio è: ci distrarrebbero, deconcentrerebbero dal motivo per cui siamo qui.

<<Personalmente la trovo una cosa durissima, ma giusta. Io onestamente credo penserei a tutt'altro se avessi a disposizione il telefono quando mi pare. Certo, magari qualche chiamata in più non ci avrebbe fatto male, però comunque non è che possiamo andare a lamentarci, ci vuole solo un po' di pazienza e un pizzico di flessibilità in più>> le spiego il mio punto di vista.

Passa qualche minuto e non sento più la voce di Carola, credo si sia completamente addormentata.

Mi alzo dal letto per controllare se è come penso ed infatti una Carola addormentata che quasi cade dal letto è la prova che la mia supposizione è in realtà veritiera.

Cerco di farla rientrare un po' di più nel letto e poi mi dirigo in cucina.

Metto dell'acqua a bollire e preparo già sul bancone la bustina di tè ai frutti rossi che d'abitudine bevo quasi ogni sera (da quando sono qui e non solo).

Questi ultimi giorni dopo l'accaduto con luigi sono stati incasinati e abbastanza particolari. Rispetto al pomeridiano siamo molto più impegnati e quei pochi momenti che abbiamo liberi in casetta li passiamo assieme, ma in realtà non ci siamo più baciati...o meglio: lui ha provato, ma io per paura che ci beccassero ho evitato.

Non voglio essere fraintesa, ciò che effettivamente sto iniziando a provare per Luigi esiste ed è vero al 100%, semplicemente ho paura che le telecamere e tutti gli occhi degli altri addosso possano rovinare ciò che stiamo costruendo mattone dopo mattone e la cosa non mi andrebbe giù.

<<Si sentono i tuoi pensieri fino alle camere da letto>> commenta proprio il diretto interessato dei miei pensieri facendo il suo ingresso in cucina.

<<Fanno così tanto rumore?>> scherzo.

<<Si sentono proprio gli ingranaggi scricchiolare. Che fai, solito tè?>> si avvicina e mi poggia le mani sui fianchi, mentre io porto le mie dietro al suo collo.

<<Si, ne vuoi un po'?>>.

<<Se ne resta si, se devi farlo solo per me no>>.

<<Resterà sicuramente>> penso ad alta voce.

<<Meglio per me allora>> si avvicina alle mie labbra, ma io gli ingranaggi del mio cervello ancora li sento scricchiolare.

<<Lu...>> mormoro a letteralmente neanche 2 centimetri dalla sua bocca.

<<Lasciati andare, per una volta. Lasciali indietro quegli schemi, mh? Fallo per me>> Posa una mano sulla mia guancia e lo vedo chiudere gli occhi e schiudere le labbra.

Lasciati andare. Lasciali indietro quegli schemi.

Faccio come mi dice e smetto di pensare e mai sono stata più felice di essermi liberata di tremila pare per una volta.

Sono sempre più convinta che luigi stia riuscendo a trasmettermi la sua stessa calma, la sua stessa serenità ed è la cosa migliore che potessa mai succedere ad un'ansiosa e precisina compulsiva come me.

Siamo opposti, e per questo ci incastriamo alla perfezione.

<<Hai visto? Non è successo nulla di male>> si stacca leggermente dalle mie labbra ed entrambi riprendiamo fiato.

<<Non potrebbe mai essere nulla di male tutto questo>> ammetto, ma nella mia testa si fa spazio un altro pensiero: l'acqua sul fuoco a bollire.

<<Cazzo>> impreco e voltandomi verso i fornelli vedo l'acqua praticamente straripare.

<<Ok, forse qualcosa di male poteva succedere>> commenta il cantante, mentre io subito spengo la fiamma e tolgo il pentolino dal piano cottura.

<<Basta che me ne sia accorta in tempo>> ci rido leggermente su.

<<Magari la prossima volta baciamo e si fulmina una lampadina, chissà>> scherza.

<<Inneschiamo una serie di sventure>>.

<<La cosa non mi dispiace...>> si riavvicina.

Mi incastra tra il piano cottura e il suo corpo ed istintivamente sorrido.

<<Neanche a me>> sento le sue labbra sul mio collo e porto le mie mani fra i suoi capelli.

<<Lu...>> mugugno e si ferma capendo che forse non è il caso. Chiunque potrebbe entrare in qualsiasi momento e su questo siamo d'accordo, è rischioso.

<<Hai ragione>> mi lascia un ultimo bacio dietro l'orecchio e poi semplicemente mi abbraccia.

Ed io sto bene così.
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Mi dispiace d'aver interrotto la storia per un po', ma gli ultimi mesi di scuola sono stati distruttivi (credo per tutti). Ritornerò a postare, spero il più possibile. Love u. <3.

Come nelle canzoni -Luigi StrangisWhere stories live. Discover now