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"Dai non te la prendere"

"Sono passati tutti in matematica ma Hinata non è passato in inglese e Kageyama in letteratura" disse guardandoli tristemente.

"Come andiamo a Tokyo?"

"Di corsa."

"No in bici" Haru li osservò attentamente. Cercavano ancora il modo di andare a Tokyo nonostante tutto.

"Ehm ehm -tossì Tanaka sorridendo- Gli esami supplementari terminano in mattinata. Per quell'ora chiamerò la vostra salvatrice... ma non posso garantire la vostra incolumità"

"Posso andare anche io con loro?"

"Puoi prendere il pullman con noi la mattina"

"No. Devo sistemare delle cose a lavoro." disse fieramente

"Bugiarda. Vuoi solo dormire di più" la rimbeccò Kageyama che ormai aveva capito il suo modo di pensare.

"Vero" asserì veritiera "Quindi?"

"Penso che una persona in più non cambi tanto. Quindi va bene"

"Grazie" lo rimbeccò con un occhiolino allontanandosi dalla palestra.

Entrò nell'edificio scolastico alla ricerca dell'aula del club di musica, era da tanto che non ci metteva piede. Nonostante non fosse iscritta a nessun club spesso faceva un salto qua e la. Non le piaceva avere l'impegno di presentarsi sempre nello stesso posto e fare sempre le stesse cose. L'annoiava. Inoltre molto spesso doveva lavorare in quelle ore dedicate alle attività dei club.

"Haru-senpai! È un piacere rivederti"

"Ciao Koji" lo salutò distrattamente andandosi a sedere. "Cosa suonate?" chiese poi riferendosi al presidente del club

"Vivaldi. Vuoi partecipare?"

"Mah oggi passo. Sono venuta solo ad ascoltare, non vi disturberò" disse poggiando la testa contro il muro ascoltando attentamente ogni singola nota. Era legata alla musica. Da quando era nata. Tutta la sua vita, ogni momento delle sue giornate era occupata da note musicali. Si annoiava? Musica. Non riusciva a dormire? Musica. Stava male? Musica. Stava bene? Musica. Musica. Musica. Era una delle molte cose che la legava a suo padre. Forse era la cosa che aveva reso il loro legame sempre più stretto giorno dopo giorno. Quella ragazza era piena di talenti: aveva un intelligenza fuori dal comunque ed era un genio della musica. Non c'era cosa che non riuscisse a fare. Ciononostante le sembrava di essere un'incapace. Se non fosse stato per quei doni di madre natura non sarebbe mai stata così brava. Nulla di ciò che aveva era dovuto al duro lavoro. Lei non aveva mai fatto niente. Era certa che li fuori, ci fossero persone che nonostante ci provassero veramente non riuscissero ad avere buoni risultati. Erano loro ad avere il diritto di avere quei doni. Non lei. Loro.

"Cosa ne pensi?" la musica terminò e la magia sparì facendola risvegliare. Si mise in piedi e si guardò intorno.

"Quel violino lì infondo non è accordato adeguatamente." disse uscendo dalla stanza che si era fatta improvvisamente silenziosa. Aveva riconosciuto, tra sette violini, quello accordato leggermente male.

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Erano le sette di sera e Haru si trovava sulla metro di fianco a un bambino che sembrava alquanto scosso. Aveva gli occhi arrossati e lucidi, probabilmente aveva pianto, e teneva uno zaino molto grande sulle ginocchia lasciate scoperte dai pantaloncini.

"Tieni" disse passandogli un fazzoletto. Lui la guardò con i suoi occhioni dolci che però di colpo si assottigliarono.

"Non sto piangendo." disse

T. Kuroo x OcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora