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Quel giorno faceva abbastanza freddo e Haru aveva deciso di saltare scuola e andare a Tokyo. Aveva le mani infilate in tasca e la sciarpa le avvolgeva il collo proteggendola dal vento gelido.

Erano le 18:12 e lei era li da più o meno un ora. Le attività dei club erano finite da poco e a momenti Kuroo sarebbe uscito dal cancello scolastico.

"Oi Kenma!" lo salutò Haru.

"Huh? Ciao. Cerchi Kuroo?"

"Si."

"Stanno uscendo dalla palestra. Ci vediamo" era strano che Kuroo non fosse con lui.

Poco dopo lo vide uscire assieme a Yaku e una ragazza. Lei era avvolta attorno al braccio di di Kuroo e strusciava le tette su di lui. Lui non l'allontanava. Anzi sembrava tutt'altro che infastidito.

"Oh! Ma quella è Haru-san" la indicò Yaku correndo sotto lo sguardo scioccato del capitano. Quando i suoi occhi incontrarono quelli di Haru si senti rabbrividire. Erano assottigliati e freddi, privi di qualsiasi luccichio. E quello sguardo era diretto a lui. Si scollò la tipa ancorata al suo braccio e si avvicinò cercando di mantenere la calma.

"Ciao Haru" le scompigliò i capelli.

"Ciao." Mormorò da sotto la sciarpa

"Che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?" la rimproverò.

"Mi eri mancato. Ma a quanto pare io non sono mancata a te." Lui fece per rispondere ma la primina che era con lui parlò.

"Tetsu-chan! E questa chi è?" chiese con voce stridula abbracciandolo.

"Tu chi sei?"

"La sua fidanzata" Haru sollevò il sopracciglio cercando i suoi occhi per una spiegazione ma
lui guardava da tutt'altra parte. Infilò le mani in tasca e sospirò.

"Oh... Va bene. Jya ne" lo salutò per poi voltare loro le spalle e incamminarsi verso chissà dove.

"Oi?"

"Hey, hey, hey" urlò costringendola ad allontanare il telefono dall'orecchio.

"Hai da fare?"

"Mm no io e Akaashi stavamo tornando a casa, perché?"

"Sono a Tokyo. Perché non ci vediamo?"

"SI!! Vieni a casa mia! Ho invitato anche Akaashi. Ci facciamo il ramen. Ti mando la posizione"

"Arrivo" ridacchiò per poi camminare velocemente.

Non abbiamo mai ufficializzato la cosa. Non ho nessun diritto di starci male. Noi non siamo e non eravamo niente. Eppure... perché mi fa così male il cuore.

Si bloccò in mezzo alla strada per via delle fitte che le distruggevano il petto. Si piegò sulle ginocchia cercando di riprendersi mentre gli occhi sgranati presero a pizzicare per via del vento freddo.

Scosse la testa schiaffeggiandosi malamente il viso con le mani e prese a correre verso casa di Bokuto. Il freddo aveva lasciato spazio al caldo e si tolse la giacca che le premeva sul petto e rendeva difficile correre. La lanciò addosso a un senzatetto che in un primo momento le sbraitò contro ma dopo un "Babbo Natale è arrivato prima!" Si rese conto che si trattasse proprio di un giacchetto e la ringraziò mentalmente perché ormai troppo lontana per sentirlo.

Una volta arrivata davanti a una palazzina entrò direttamente grazie a un uomo che le aveva lasciato la porta aperta e si fece otto piani di scale.

Una volta arrivata alla porta dell'appartamento del ragazzo bussò.

"È arrivata Haru-ch~ Cristo ma dov'è il tuo giacchetto? Fanno tre gradi. Entra muoviti" rimase sconvolto dal modo in cui si era presentata la ragazza. Una felpa, una sciarpa completamente srotolata, il viso arrossato e il respiro affannato. Per non parlare dei capelli scompigliati.

T. Kuroo x OcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora