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Era il diciassette ottobre. Il giorno in cui era nata Haru. Gli unici ad averle fatto gli auguri oltre ad Hitoka furono Bokuto e Akaashi. Eppure si sentiva strana. Triste. Aveva acceso più e più volte il cellulare cercando quella notifica che però non arrivò mai. Non aveva il diritto di sentirsi in quel modo dato che lei non gli aveva mai detto quando fosse il suo compleanno ma si rattristì comunque. Effettivamente durante il ritiro estivo Kuroo aveva recitato le parole di quella giornalista e in particolare la sua data di nascita. Quindi in teoria lui doveva saperlo. Si trovava nell'aula del club di musica quando le arrivò un messaggio da parte della sorella

Da Hitoka:
Corri in palestra

Così preoccupata, Haru, lasciò di corsa la stanza senza neanche salutare e si diresse verso la palestra guadagnandosi qualche richiamo.

Appena entrata poggiò le mani sulle ginocchia cercando di riprendere fiato. Dopodiché alzò lo sguardo.

"TANTI AUGURI HARU!" rimase interdetta. Sgranò gli occhi. C'erano tutti. Ukai. Ikeda. Hinata. Kageyama. Noya. Tanaka. Kyoko. Hitoka. Daichi. Asahi. Sugawara. Ennoshita. Kinoshita. Narita. Yamaguchi e persino quel brontolone di Tsukki.

Tutti osservarono la sua reazione confusi. Non sembrava felice. Tuttavia la ragazza si riprese dalla sorpresa sbattendo le palpebre e facendo cadere delle lacrime e scosse la testa facendo apparire sul suo suo volto un sorriso che si espanse in una risata cristallina quando li abbracciò tutti.

"Ci tenevo a ringraziare dal profondo del mio cuore tutti voi che avete deciso di trascorrere questo giorno con me rendendolo così speciale. Grazie a Hitoka siete entrati nella mia vita rendendola degna di essere vissuta. Siete speciali. Vi voglio bene e grazie di tutto" trattenne il fiato cercando di evitare di piangere e si inchinò davanti a loro lasciandoli spiazzati.

"S-state piangendo? Ho detto qualcosa di ma-"

"Haru-san!" urlarono Noya, Hinata e Tanaka buttandosi su di lei stritolandola in un abbraccio. Dopodiché si avvicinò lentamente anche Kageyama che l'abbracciò lasciando tutti sorpresi.

"Questo è per te." disse Daichi passandole una busta. All'interno c'era una foto scattata durante uno dei tanti viaggi sul pullman. In primo piano c'erano Ukai e Ikeda. Lei era seduta vicino a Kageyama, come al solito, che stava litigando con Hinata. Tanaka e Noya facevano il tifo. Daichi emanava la sua solita aura terrificante. Asahi sembrava un teppista. Mentre tutti gli altri ridacchiavano, stranamente anche Tsukki.

Girò la foto e trovò una scritta.

"Vola"
Ti vogliamo bene - Karasuno


"È..."

"...Poco vero? Gliel'avevo detto io." continuò Hinata in preda al panico.

"...Bellissima. Grazie mille"

"Sapevo che ti sarebbe piaciuta" sorrise Hinata

"Zitto idiota."

🐓​

"So che è stata una tua idea... Grazie piccola" le scompigliò i capelli. Era sera e si trovavano lungo la strada di casa.

"È bello..."

"Cosa?"

"Vederti così felice. Mi riempie il cuore di gioia. È come se lo fossi anche io" Haru sorrise a quella confessione. Dopo un po' riaccese il telefono per l'ennesima volta quel giorno.

"Aspetti un messaggio da qualcuno?" trattenne le risate Hitoka

"Mh? Ah no. Stavo vedendo l'orario." La vibrazione del suo telefono la fece saltare e lo sfilò velocemente dalla tasca.

"@HinataShoyo ha iniziato un video in diretta" Sbuffò e fece per riporre il telefono in tasca quando le arrivò un'altra notifica

Da Hottetsuro:
Dietro di te.

Haru si bloccò sui suoi passi scatenando la sonora risata di Hitoka.

"Auguri Haru." sussurrò una voce rauca al suo orecchio. La ragazza si girò di colpo guardandolo negli occhi. Le sue guance si colorarono di rosso, i suoi occhi si illuminarono e un sorriso dolce si formò sul suo viso.

"Lo sapevo che non potevi essertelo scordato" disse saltandogli in braccio.

"Non potrei mai dimenticarmi di te." la strinse tra la braccia

"Aspetta ma quant'è che stavi dietro di noi?"

"Da quando siamo uscite da scuola. Ma tu eri troppo presa dal telefono."

"E che stavi facendo al telefono?" chiese con un ghigno Kuroo.

"Aspettavo un messaggio" rispose solamente

"E da parte di chi?"

"Mmm... Una persona." disse gironzolando intorno a loro evitando di guardare Kuroo in faccia.

"Dillo." lui la fermò per i fianchi

"Un tuo messaggio. Tetsuro" soffiò ridacchiando

"Mi hai chiamato per nome?"

"Ma chi io?" rispose scappando e ridendo come una matta.

"Mi ha chiamato per nome?" chiese a Hitoka.

"Così pare" ridacchiò quando il ragazzo corse dietro a sua sorella.

🐓

"Non me l'hai più detto" disse Haru chiudendo la porta dietro di se per poi sdraiarsi sul letto

"Cosa?"

"Perché mi hai trattata così, quel giorno"

"I miei divorziano."

"Ah..."

"Non compatirmi. Non voglio farti pena."

"Non mi fai pena. Se mi rattristisco per quello che mi dici non è perché mi fai pena"

"E allora perché?" le chiese sdraiandosi facendo in modo che stessero faccia a faccia

"Sai..." Cominciò mettendosi seduta sul letto a gambe incrociate. "... Incontrarti è stata come una boccata d'aria fresca. Avrei voluto conoscerti molto tempo fa. Avevo bisogno di qualcuno come te in quel periodo."

"Quel periodo?"

"I miei genitori quando andavano a lavorare mi lasciavano da mia nonna paterna. È lei che si accorse del mio talento per la musica. All'inizio era divertente ma poi più crescevo e più le lezioni diventavano serie e monotone. Stava uccidendo la mia fantasia. Mi metteva davanti al pianoforte e mi sbatteva in faccia gli spartiti. Dovevo suonare quello che voleva quando lo diceva lei. Mi capitava spesso di distrarmi e uscirmene con un pezzo tutto mio, quando accadeva mi picchiava. Anche quando sbagliavo una nota mi picchiava, oppure quando sbagliavo il tempo o quando le mie dita si bloccavano per le troppe ore passate a suonare. Uscirmene con un pezzo tutto mio al concorso nazionale è stata la mia riscossa"

"E i tuoi genitori?"

"Mio padre era sempre via per lavoro e quando provavo a parlargliene non aveva mai tempo. Invece mamma... Un giorno stavo male. Avevo la febbre a quaranta. Non riuscivo neanche a stare seduta... Mia nonna mi ha obbligata comunque a suonare. Vedevo tutto sfocato e quando mi ha picchiata... Beh sono svenuta. Una volta tornata a casa lo dissi a mia madre ma secondo lei facevo troppe storie. Poi da  quando al concorso sono stata squalificata non mi ha più guardata in faccia."

"E ora?"

"Cosa?"

"Hai ancora bisogno di uno come me?"

"Avrò sempre bisogno di uno come te nella mia vita"

"Sarebbe piaciuto anche a me"

"Mh?"

"Conoscerti tanto tempo fa" rispose per poi baciarla.

T. Kuroo x OcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora