18- «Solo un secondo di più»

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Esiste un metodo accertato e funzionante che possa aiutare una persona a prendere -nel giro di pochi giorni- la decisione più giusta? Decisione che cambierebbe le sorti, la vita, il futuro.
Jimin ne era cosciente.
La notizia della partenza imminente di Yoongi lo aveva scioccato.
Il ritrovarsi con un biglietto aereo tra le mani lo aveva paralizzato.
Insomma, vivere costantemente con un pezzo di carta, metafora di vita, sul comodino accanto il letto non era di certo facile.
Sapete? Era come percepire un peso a gravare sulla schiena e sulla mente. Come avere un omino che continua a sussurrarti nell'orecchio di dover essere veloce, di non pensarci più, portandoti al gesto estremo di cogliere una margherita in giardino ed affidare a lei la scelta. M'ama o non m'ama? Partire o restare? Yoongi o Hoseok?

Confusione.

Era per quello che dopo essersi concesso ventiquattro ore di puro pensiero, per stilare una lista mentale dei pro e dei contro, e avendo successivamente capito quanto fosse stato inutile il processo, decise nel giorno successivo e penultimo prima della partenza di Yoongi, di afferrare Hoseok, buttarlo sul divano e dirgli delle semplici parole «Oggi comando io. Non ideare nessun appuntamento. Non cercare di essere il fidanzato migliore del mondo. Non fare niente in funzione mia. Solo, sii te stesso»

A seguito della sua dichiarazione dittatoriale che avrebbe avuto luogo per qualche ora, Jimin prese il controllo della situazione.
Una cosa era chiara, Hoseok era perfetto, gli faceva vivere una relazione da favola, una di quelle che si può trovare solo nei film. Eppure sembrava stonare così tanto. Era troppo, rispetto a ciò che Jimin si era immaginato e a tratti lo faceva stare male il fatto che Hoseok quasi si sublimasse in favore suo.

Capiva che quello fosse un comportamento dettato da quella corsa frenetica per potersi dimostrare migliore di Yoongi. Sapeva che quelle di Hoseok fossero buone intenzioni.
Ma sul serio. A tratti diventava così appiccicoso da diventare stressante.

Ed ecco allora ciò che Jimin pensò di fare. Comandare lui. Imporre ciò che avrebbero fatto. Vivere quel giorno come un perfetto spaccato della relazione che il più piccolo avrebbe voluto.
Cucinarono insieme. Jimin restò ammaliato dalla bravura di Hoseok.
Giocarono ai videogiochi. Jimin si perse nell'osservare il profilo sorridente di Hoseok.
Fecero la doccia insieme. E baciò Hoseok nel suo modo. Sotto l'acqua bollente, pensando che forse sarebbe stato okay continuare mano nella mano con Hoseok.
Forse sarebbe stata quella la scelta giusta.
Ne era praticamente convinto.
Aveva percepito quella certezza per tutta la sera.

Però adesso che, seduto sulla sedia della sua postazione trucco, osservava silenzioso Yoongi posto in un angolo della stanza, si rese conto che la sentenza fosse nettamente vicina.
Jimin pensò che Yoongi stesse parlando a telefono con Elizabeth. Ed aveva ragione «Hai l'aereo domani mattina. Sì, lo so. Il papà sa sempre tutto» sorrise Yoongi e la presa di Jimin sui braccioli della sedia si intensificò quasi con rabbia. Il suo cuore non avrebbe dovuto battere in quel modo. Non quando aveva preso la sua dannata decisione «Certo, sarò lì, il primo della fila»

𝙁𝙊𝙇𝙇𝙊𝙒 𝙔𝙊𝙐𝙍 𝙃𝙀𝘼𝙍𝙏 // ʰᵒᵖᵉᵐⁱⁿ - ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿWhere stories live. Discover now