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La sveglia suona, l'avrà puntata per me Dorothea non appena mi sono addormentata, ieri sera sono crollata non appena ho appoggiato la testa nel cuscino

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La sveglia suona, l'avrà puntata per me Dorothea non appena mi sono addormentata, ieri sera sono crollata non appena ho appoggiato la testa nel cuscino.
Se non ci fosse lei non saprei cosa fare.

Mi alzo a fatica dal letto, sono un animale notturno e la mattina per me non c'è niente di meglio che dormire.
Vado al bagno e mi chino sul lavandino gettandomi violentemente l'acqua gelata in faccia, è l'unico modo per non sembrare uno zombie, faccio la mia skincare mattutina e mi sento subito meglio.

Amo la mia pelle luminosa ma non sono pronta a perdere la mia meravigliosa abbronzatura, non ci sono abituata a vedermi bianca cadaverica.
Per la verità non ricordo neanche più quale sia la mia carnagione naturale.

Torno in camera e inizio a spogliarmi, getto il mio pigiama sulla poltrona nera di velluto all'angolo, e ancora nuda mi fermo per guardare meglio la mia stanza.

Devo ammettere che è carina, non assomiglia per niente alla mia vecchia stanza ma non è male, sicuramente più elegante e dalla tonalità più scure, quella a Malibù era quasi tutta sulle tonalità del bianco e del grigio chiaro un po' come tutta la casa.

Indosso la divisa composta da una gonna decisamente corta, più di quanto si ci aspetterebbe per andare a scuola, la camicia bianca e la giacca blu proprio come la gonna, per la scelta delle scarpe opto per dei semplici tacchi bianchi laccati, sono gli unici che ho a portata di mano e che stanno bene con l'uniforme.

Ancora non ci siamo sistemati e ci penserà Dorothea non appena saremo tutti fuori casa, lo ripete sempre "lavoro meglio nel silenzio" con quel suo solito sorrisino da persona che sa il fatto suo.

Mi metto seduta alla specchiera e guardo il mio riflesso, le morbide onde dei miei capelli cadono leggere sul colletto della giacca e i ciuffi scivolano davanti al mio viso ancora al naturale.

Inizio a truccarmi, sono una persona eccentrica,vanitosa e amo truccarmi ma allo stesso tempo odio la sensazione di mille cose sul viso dunque mi trucco bene ma senza esagerare, il minimo per non sembrare una mummia.

Una volta finito mi alzo, prendo lo zainetto bianco di Gucci che ieri ho appoggiato con la grazia di un bue sulla scrivania e vado in cucina.

<<Buongiorno piccola>>  dice Dorothea ai fornelli, sta preparando la colazione per la famiglia.

<<Buongiorno>> le rivolgo un sorriso e mi metto seduta al bancone della cucina lontana dal tavolo dove i miei genitori stanno aspettando il cibo.
Come sempre non parlano tra di loro a poco non si accorgono neanche di essere seduti accanto; mio padre sta già smanettando al cellulare mentre mia madre legge la sua rivista preferita.

𝐂𝐨𝐥𝐥𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 Where stories live. Discover now