Capitolo 144 - Fu solo nella sera di Lodi... -

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Mentre i soldati festeggiavano la vittoria, cantando e ballando, più o meno sobriamente, il comandante aveva deciso di fare due passi per riprendersi un po' dalla convulsa giornata di battaglia, in cui aveva partecipato in prima persona; era dai tempi del Vendemmiaio che non lo faceva. "Eppure, nonostante la mia esposizione costante, neppure una pallottola mi ha sfiorato, attorno a me ne morivano a decine" era come se fosse stato protetto da una barriera invisibile, ancor prima di essere circondato dai suoi sottoposti, a scudo, per evitare i colpi.

Il cielo azzurro stava lentamente lasciando posto a quello blu intenso della sera, la luna acquisiva sempre più visibilità, circondata dalle prime stelle che non la lasciavano mai sola: tra queste Venere, non voleva essere seconda a nessun'altra, non a caso portava il nome dell'antica e vanitosa dea della bellezza romana.

Napoleone si accorse di tremare, inizialmente pensò che fosse a causa del vento freddo, che si era improvvisamente alzato e che gli era penetrato fin nelle ossa, essendo ancora molto magro e malaticcio, non era raro che si raffreddasse facilmente. Non si era mai abituato del tutto ai climi rigidi. Tuttavia, passato quel momento, comprese che il tremore era dovuto ad altro: all'eccitazione scatenata dal combattimento. Quel ponte gli faceva venire i brividi per quante emozioni gli stava scatenando, pur essendo stata, quella di Lodi, una battaglia secondaria, che non aveva scalfito particolarmente l'esercito asburgico.

"Cos'è questa sensazione che provo?" Si chiedeva, stupito egli stesso da una simile emozione. Era davvero difficile descrivere cosa si stesse smuovendo nell'animo inquieto di Napoleone, in quegli istanti. Si toccò il petto, all'altezza del cuore, batteva all'impazzata, anzi galoppava, senza pace. Man mano che il tempo passava, si faceva strada la consapevolezza di aver compiuto qualcosa di più di una impresa di minore importanza "A livello militare non ha portato a grandi risultati, questo è vero, però a livello morale sì, l'ho notato subito dal comportamento dei soldati, mi osservavano con un rispetto e una considerazione che prima non tutti provavano con convinzione" constatò voltandosi nella direzione dei bivacchi.

Dopodiché chiuse gli occhi e sulle labbra si formò un sorrisetto "Se prima di cominciare la Campagna d'Italia non ero ancora del tutto sicuro delle mie capacità e non trovavo risposte alle mie domande, adesso, dopo quanto è accaduto, ho compreso finalmente ciò che il destino vuole che io compia" quel visionario e folle disegno che aveva concepito soltanto nella sua mente poteva concretizzarsi. Non sarebbe stato più soltanto un sogno su cui fantasticare, leggendo le pagine ingiallite di poemi e libri di storia, relegandolo nei meandri della mente, sospirando e invidiando quei grandi destini, quei nomi resi eterni dalla gloria. "Altrimenti non potevo spiegarmi il perché avessi ricevuto in dono dal fato questa intelligenza superiore, che mi ha sempre fatto spiccare sulla massa, nel bene e nel male, nessuno ha potuto ignorarmi".

Il respiro si fece sempre più affannato per poter reggere il battito cardiaco irrefrenabile, riaprì gli occhi smaniosi e si poggiò su una delle assi del ponte e inspirò profondamente. Doveva calmarsi, per sua fortuna i suoi uomini erano abbastanza lontani e non potevano accorgersi di quelle sue reazioni, così inusuali e strane, nei confronti di un conflitto. "Specialmente adesso che ho conquistato la loro piena e incondizionata fiducia nei miei riguardi, le vite dei soldati sono nelle mie mani e presto se ne aggiungeranno sempre di più, fino ad avere il consenso dell'intera Francia, anzi perché no, dell'Europa intera".

La sua forza di volontà era talmente grande ed incrollabile che neppure il Direttorio sarebbe riuscito a scalfirla; fin da giovane aveva dimostrato la stoffa del capo, di colui che non si sottometteva a nulla e che, invece di inchinarsi o di abbassare la testa, era disposto a subire punizioni che non gli spettavano. Anche se con fatica aveva attraversato parecchie difficoltà, dalle angherie dei compagni di accademia all'esilio dalla propria isola natìa, aveva vissuto nell'indigenza per anni, sia per colpa dei debiti del padre, sia per la cacciata da parte dei paolisti.

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora