Capitolo 52 - Massacri Settembrini -

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9 settembre

La situazione in Francia era disperata: quanto era accaduto in agosto aveva autorizzato le potenze straniere ad attaccare il Paese. I prussiani, guidati dal duca di Brunswick, erano calati a Verdun, caduta in mano nemica, costringendo la Comune a chiamare alla difesa della Nazione un numero sempre maggiore di uomini. Tra la popolazione si era diffuso il panico e la collera, assieme al sospetto di una controrivoluzione ai loro danni.

Perciò, il popolo, in special modo quello parigino, fra il 2 e il 7 assaltò le carceri e trucidò più di 1200 persone, tra preti refrattari, guardie svizzere, uomini politici e aristocratici, molti dei quali erano stati rinchiusi ingiustamente o per reati minori. Con essi vi era la più fedele amica della regina, Madame de Lamballe che fu uccisa dopo aver inneggiato alla monarchia, rifiutando di rinnegarla e tradire Maria Antonietta.

I massacri più cruenti si ebbero nell'abbazia di Saint-Germain-des-Prés, in cui furono ammazzati a sangue freddo più di 115 uomini di chiesa. Simile atto, perpetato anche al carcere del convento dei Carmelitani, alla Conciergerie, alla Prigione di Saint-Firmin, al Grand Châtelet, alla prigione La Force e al carcere dell'ospedale Salpêtrière, indicava che un sempre più radicale anticlericalismo si stava ampiamente diffondendo a Parigi.

L'assemblea Legislativa, più per timore di avere ritorsioni che per convinzione, non condannò tali uccisioni sommarie. Anche Napoleone aveva timore sull'evolversi della faccenda, più per sua sorella, che era ospitata ancora a Saint-Cyr, che per la sua incolumità. I massacri non erano stati risparmiati nemmeno nelle carceri dei conventi e degli ospedali: Parigi non era più un luogo sicuro per loro. In quelle settimane si era aggirato tra le vie della capitale per rendersi effettivamente conto della situazione, l'odore della morte aleggiava in ogni angolo, il giovane capitano lo conosceva fin troppo bene.

Non erano i cadaveri, sparsi ed ammucchiati al di fuori dei luoghi in cui era giunta la furia popolana, a scuoterlo, quanto piuttosto il trattamento loro riservato: mutilati brutalmente, esposti fieramente, le loro carni già in putrefazione, ricoperte di sangue e insetti, la puzza acre e pestilenziale della decomposizione che penetrava nelle narici. Nemmeno i randagi, sporchi, pieni di zecche e pulci, osavano avvicinarsi.

Alcuni furono persino violentati fisicamente dalle donne più burrascose e procaci, commettendo su di essi ogni sorta di nefandezza, scempio, prive di pudore e libido. Questo trattamento era già stato riservato alle guardie svizzere, il mese prima, a conferma che gli stranieri non avrebbero potuto decidere del loro destino e della loro verginità.

Il popolo stava perdendo il rispetto per la morte: essendone quasi assuefatti non la percepivano come un eccesso o una novità, era divenuta in poco tempo parte della quotidianità, seppur i ceti popolari convivessero con essa in misura minore da sempre. "Solo che adesso il confine tra eccesso e abitudine sembra non esistere più, la Chiesa, la religione non garantiscono il limite, niente li spaventa, se non il nemico, lo straniero" disse tra sé. Era peggio di un campo di battaglia "Inoltre lo Stato non li punisce perché ha bisogno di tale euforia per ingrossare le fila dell'esercito".

Napoleone decise che quello fosse il momento perfetto per tornare in Corsica, portandosi Elisa. Aveva contemplato l'idea della sorella di andarsene subito, approfittando del caos provocato dalle stragi. Tuttavia il fratello aveva frenato il suo entusiasmo - Aspettiamo qualche giorno, sorella mia - aveva esordito freddo e razionale, guardandola nelle iridi chiare - Se lo facessimo mentre il popolo è furioso, anche noi finiremmo sulle loro picche - era stato brutale con i termini, ma era l'unico metodo che possedeva per desisterla momentaneamente dal suo intento.

Elisa si era spaventata all'idea di guardare la testa di suo fratello appesa ad una picca per colpa sua, intuendo la sua reazione protettiva. Lo immaginava buttarsi come un leone fra la folla inferocita, difendersi con tutte le armi possibili, arrivando anche alla rissa, sapeva del suo carattere inquieto, come se fosse sempre alla ricerca di una tempesta che lo travolgesse e che poi alla fine domasse.

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora