Capitolo 41 - Varennes -

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Valence, 18 giugno

Napoleone ottenne la promozione come tenente, sempre nell'artiglieria, e fu spostato al 4° reggimento, non molto lontano dall'abitazione in cui alloggiava. Quell'avanzamento di carriera inaspettato, nemmeno lui, infatti, lo sospettava poiché aveva trascorso poco tempo in servizio, accrebbe in lui la sicurezza di poter arrivare ai gradi superiori e poter comandare liberamente, senza dipendere da altri. Non amava troppo obbedire, non aveva mai abbassato il capo, i suoi inchini erano sempre accennati e concilianti, per trasmettere la giusta impressione all'interlocutore. 

Non appena si sistemò nella nuova collocazione, scrisse allo zio Giuseppe Fesch "Mandatemi 300 franchi" iniziò senza troppi indugi o tentennamenti "Tale somma mi consentirà di andare a Parigi. Lì almeno è possibile farsi notare e sormontare gli ostacoli. Tutto mi dice che avrò successo. Mi impedirete di farlo per la mancanza di 100 corone?" Nonostante la promozione lo stipendio non era aumentato di molto, inoltre stava accumulando gran parte dei suoi risparmi per il fratello, tra non poco sarebbe partito per Auxonne e lui voleva essere sicuro di poter viaggiare senza doversi occupare troppo di Luigi.

Parigi, 20 giugno

Le 23 e 30 erano appena scoccate, i sovrani di Francia si erano recati nella camera da letto per la consueta cerimonia del coucher du roi. Ma furono 'disturbati' da La Fayette e il suo aiutante Roumeuf, per una visita di cortesia, ritardando così il cerimoniale e ripetendo tutto il piano, una volta rimasti soli. Il generale aveva piazzato soldati della Guardia Nazionale per sorvegliare il palazzo delle Tuileries.

In quei mesi, il re era riuscito a mantenere solidi rapporti con le corti straniere, allarmate dall'evolversi della situazione in Francia e a chiedere loro supporto per abbattere i rivoluzionari, era appoggiato dalla Chiesa e dai refrattari. Luigi XVI aveva fatto credere al popolo e all'assemblea, con la quale simulava anche una stretta collaborazione, di aver accettato i cambiamenti politici e sociali della Rivoluzione. Illusi dall'atteggiamento accondiscendente del sovrano, nessuno aveva mai pensato, tranne un'esigua fetta di sostenitori repubblicani, a rinunciare, mettere da parte, la sua carica e la sua corona. Per il popolo restava ancora un 'padre'.

Intanto, di fianco al palazzo del Louvre, in rue de l'Échelle, ad aspettare e preparare il tutto per il re, c'era Hans Axel von Fersen, assieme alle cameriere della regina, il Delfino di Francia travestito da bambina, la sorella Maria Teresa e la governante, la marchesa de Touzel. Per giungervi passarono lungo la Senna. Sarebbe stata una lunga notte, per fortuna era quasi estate e fresco, non avrebbero sofferto il caldo.

21 giugno

La mezzanotte era passata da circa dieci minuti, il conte svedese stava controllando febbrilmente l'orologio da tasca - Quando arrivano? - domandò la sorella del re, Elisabeth.

- Presto, presto - rispose Fersen evitando di mostrarsi agitato. Batteva ritmicamente i piedi al suolo, cercando di passare inosservato, non aveva indosso abiti appariscenti e lussuosi.

Luigi XVI, travestito da valletto, arrivò al luogo indicato. Di Maria Antonietta ancora nesssuna traccia, stava girovagando nelle viuzze che circondavano il Louvre, tenendosi il vestito correva e correva, era sudata, stanca, non aveva intenzione di demordere. Dopo tanti tentativi riuscì a trovarli e li raggiunse, erano passati più o meno quindici minuti - Fersen - riuscì a dire affannata, dopo aver riconosciuto lo svedese.

- Altezza - rispose il conte eseguendo un rispetto e breve inchino, per nascondere il rossore, lo sguardo innamorato, non era il momento adatto per il romanticismo.

- Perdonate il ritardo - sussurrò mortificata l'austriaca - Mi ero persa...

- Parigi è labirintica - giustificò l'avvenente svedese sorridendole dolcemente - L'importante è essere giunta qui il prima possibile...

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora