Capitolo 51 - La rabbia impotente fa miracoli -

71 7 34
                                    

10 agosto

Quella mattina fu particolarmente calda a Parigi, nonostante il sole fosse sorto da poco, non vi era neppure quell'umidità che Napoleone tanto detestava. Tuttavia non poteva nemmeno dire che quello fosse il caldo torrido della sua isola, anzi era assai piacevole, perlomeno non avrebbe avuto freddo. Perciò aveva trovato semplicemente assurdo udire la gente lamentarsi per l'afa insopportabile.

Stava per imbucarsi nella place di Carrousel dove alloggiava il suo amico Louis Antoine, non andava a fargli visita da un po' di tempo. Nei mesi successivi erano accadute cose che avevano coinvolto anche lui, come la nomina a capitano avvenuta il 10 luglio. Non si aspettava un simile avanzamento di carriera, che gli aveva dato persino il privilegio della retrodatazione della nomina e della paga, senza avere un incarico effettivo però, così cominciò ad ipotizzare che ci fosse qualcuno dietro a tutto ciò.

"Saliceti, non può che essere lui il responsabile" ipotizzò nuovamente "Non che la cosa mi dispiaccia, al contrario, attendevo da mesi una promozione 'regolare', sono abbastanza sorpreso nel vedere che si sia ricordato di me, soprattutto dopo il sostegno che gli ho dato sull'isola" sorrise fiero. Inoltre aveva spedito una richiesta al ministero di promuoverlo ancora, come tenente colonnello, motivandola con il fatto di appartenere alla guardia e soprattutto per essere in linea con le cariche in Corsica. Nessuno gli aveva risposto.

Non si poteva certo dire che la situazione francese fosse migliorata, tutt'altro, oramai gran parte della popolazione sospettava della fedeltà dei sovrani. Si diffuse la voce che fossero favorevoli all'invasione del Paese da parte dell'Austria e della Prussia, in quanto non avevano mosso un dito per evitare le sempre più probabili ingerenze e dichiarazioni a favore della restaurazione  dell'autorità divina del re.

Come se non bastasse, il 25 luglio a Coblenza, su suggerimento del re e della regina, fu redatto una proclama destinato ai parigini, attribuito al comandante dell'esercito austro-prussiano, Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel, in cui minacciava sanzioni gravissime in caso di attentati all'incolumità della famiglia reale e del sovrano. Venne esposto nelle strade della capitale il 1°agosto:

'S'il est fait la moindre violence, le moindre outrage à leur Majestés, le roi, la reine et la famille royale, s'il n'est pas pourvu immédiatement à leur sûreté, à leur conservation et à leur liberté, elles (les Majestés impériale et royale) en tireront une vengeance exemplaire et à jamais mémorable, en livrant la ville de Paris à une execution militaire et à une subversion, et les révoltés coupables d'attentats aux supplices qu'ils auront mérités'.

'Nel caso in cui venga usata la più piccola violenza o venga recata la minima offesa nei confronti delle loro Maestà, il re, la regina e la famiglia reale, se non si provvede immediatamente alla loro sicurezza, alla loro protezione e alla loro libertà, esse (la Maestà imperiale e reale) si vendicheranno in modo esemplare e memorabile, abbandoneranno cioè la città a una giustizia militare sommaria e i rivoltosi colpevoli di attentati subiranno le pene che si saranno meritati'.

Tale documento invece di intimorire i cittadini non fece altro che aumentare l'odio nei confronti della monarchia e un diffuso sentimento patriottico, oltre a testimoniare la tacita alleanza tra il re e le nazioni nemiche. A gran voce si pretendeva la destituzione di Luigi XVI e l'istituzione della Repubblica.

Anche Napoleone condivideva il desiderio generale di rinnovamento della nazione, il Borbone e la sua famiglia si erano dimostati incapaci di gestire e governare un regno: la Francia, patria dell'Illuminismo, era l'unico in cui quelle idee non erano attecchite, almeno pacificamente, com'era invece accaduto in Austria ai tempi di Giuseppe Il. 

Senza rendersene conto si trovò circondato da un gruppo di sanculotti che lo osservavano minacciosi e disgustati, agitavano spade, bastoni, baionette. Su di una picca vi era la testa di un uomo il cui viso era deformato dal dolore e dal quale sgorgava del sangue vivido - Ehi voi - esordì un popolano dal fisico imponente - Credete di poterla passare liscia agghindato in quel modo?

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora