secondo tentativo

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imprevisto.

i pochi segni viola sparsi lungo il corpo di jisung, lo fecero sospirare. erano già passati alcuni giorni dalla migliore notte che aveva avuto in quei lunghi mesi, la notte in cui lui e minho finalmente si erano resi di nuovo intimi e l'avevano fatto per tutta la notte, dedicandosi anche un "ti amo" alla fine.

obbligò i suoi pensieri a farsi da parte mentre si lavava il viso e sistemava il colletto della propria camicia. quando jisung uscì dal bagno, alcuni clienti lo salutarono poichè erano regolari lì e alcuni di loro, si chinarono accogliendolo con un sorriso.

era l'orgoglioso proprietario di un caffè. si trovava vicino casa sua, quindi poteva andarci a piedi e guardarsi attorno durante la strada, poi poteva perfino tornare a casa durante la pausa pranzo, giusto per comodità. non che jisung avesse davvero bisogno di lavorare tutti i giorni, ma restare a casa da solo non faceva altro che riempirgli la testa piena di pensieri.

negli ultimi tempi, era abituato a sentire i nuovi clienti del suo caffè congratularsi con lui per suo marito e per come il suo lavoro da chirurgo fosse di tale successo. e se da una parte era felice di quelle loro parole, dall'altra storceva il naso, infastidito da tutte quelle attenzioni che gli riservavano. minho era così dannatamente affascinante che chiunque l'avrebbe voluto per se.

«non importa cosa dicono, sarò sempre orgoglioso di te e dovresti esserlo anche tu di me.»

pensò, toccando sorridente la fede nuziale che portava al dito. nonostante tutto, minho lo aveva sempre sostenuto e aveva persino seguito le sue idee folli quando erano più giovani.

nonostante gli anni, jisung era più che sicuro che non avrebbero mai smesso di amarsi.

sbattè più volte le palpebre quando sentì il telefono vibrare all'interno della sua tasca. lo tirò fuori in fretta e quasi rimase sorpreso quando vide il nome di minho impresso al di sopra. non era un tipo da chiamarlo, preferiva più i messaggi.

«stai bene?» gli chiese subito jisung, erano le nove del mattino e minho a quell'ora lavorava ancora.

«sì, perchè?» rispose tranquillo l'altro.

«non mi chiami mai mentre lavori a meno che non sia urgente.»

«ah, giusto.» sospirò minho. «in realtà sono a casa, sono tornato a prendere i vestiti che li ho dimenticati.»

«min, sono nella tua borsa. li ho piegati per te.» gli rispose jisung.

«l'hai fatto?»

«certo che l'ho fatto.»

«perchè?» domandò ancora minho.

«cosa vuol dire perché, coglione.» sbuffò infastidito il minore. «sono tuo marito e hai sempre la testa per aria, a malapena ti ricordi che giorno è. sapevo che li avresti dimenticati.»

il maggiore sorrise. «allora prenderò la scatola del pranzo che mi hai preparato.»

«grazie han.» aggiunse poco dopo, facendo sospirare a sua volta jisung.

di nuovo han..

«allora ci vediamo stasera?» chiese, sentendo silenzio dall'altra parte.

try me | minsung ✓Where stories live. Discover now