terzo tentativo

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tempo dei giochi.

minho sospirò, seduto su uno degli scomodi letti. la sua schiena faceva male e si sentiva fin troppo stanco. aveva sempre amato l'idea di essere un chirurgo eppure, quel lavoro lo sfiniva ogni singolo giorno. inoltre, la mancanza di comunicazione tra i due non faceva che peggiorare la situazione, rendendo il suo cervello incapace di rilassarsi. troppi pensieri, troppe cose da dire e da fare.

«sei qui.»

il dottore alzò lo sguardo per trovare una delle infermiere a sorridergli, con i lunghi capelli davanti al viso e stringeva un cuscino tra le mani. minho le sorrise per non essere scortese ma non era affatto interessato ad iniziare una conversazione con lei, troppo stanco anche soltanto per parlare.

«è stato un ottimo intervento, signor lee. è sempre il migliore qui dentro.» lo complimentò olivia, sedendosi sul letto accanto a lui.

«grazie.» rispose soltanto.

«andrai alla festa più tardi?»

«il compleanno del dottor shin?» olivia annuì eccitata. «no, andrò a dormire.»

la ragazza rise piano. «è proprio da lei, dottore.» ed anche minho rise alla sua frase. «è sposato, giusto?»

minho annuì e lei continuò. «non voglio sembrare scortese ma.. perché non indossa l'anello? è fuori lavoro alla fine.» gli chiese con sguardo preoccupato. aveva già incontrato jisung e aveva avuto una bella impressione su di loro come coppia, sembravano star bene.

minho guardò in basso, verso la mano priva di anello in argento e la accarezzò. «non voglio che si macchi o che lo perda. devo rimuoverlo comunque durante un intervento, quindi preferisco indossarlo direttamente a casa. sono anni che lo indosso e spero di tenerlo ancora per tanti altri.»

olivia sorrise a quelle sue dolci parole. «sono sicuro che il vostro amore sarà sempre più forte.» poi si alzò ridacchiando. «jisung sembra amarla parecchio, signor lee. se lo tenga stretto.»

minho riflettè un attimo e ricambiò il sorriso. «sto per tornare a casa da lui, mi manca.» poi la salutò con la mano. «stammi bene, olivia.»

«anche lei, signor lee.»

[...]

a casa, l'atmosfera era completamente diversa dal solito. i gatti erano dormienti sul divano, il giardino era stato annaffiato da poco e la casa era pulita e profumava di buono. inoltre, c'era del cibo nel forno che sembrava delizioso.

jisung invece, si trovava nella camera e tra le mani, teneva uno dei giocattoli vibranti tra le mani.

ma che cazzo..

la scatola era aperta. jisung aveva ordinato quegli oggetti in maniera cosi impulsiva che in quel momento si stava chiedendo se usarli davvero o restituirli. inalò profondamente, prendendo la nota viola che era stata poggiata sopra il pacco e la lesse tutta d'un fiato.

«oh cazzo..»

jisung ingoiò mentre sentiva la sua fronte iniziare a sudare. era privo di vestiti e nonostante fosse solo a casa, si sentì comunque a disagio, come se stesse facendo qualcosa di sbagliato. chiuse gli occhi e sorrise all'idea che fosse minho a farlo, ai suoi caldi baci lungo il corpo e al collo morso dai suoi denti.

try me | minsung ✓Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz