Rabbia

"Come...?" le sue orecchie dapprima si rifiutarono di cogliere appieno il significato di quelle parole, che inizialmente sperò di averne frainteso il suono ed il significato. Quello che aveva detto suo padre era falso, ne era sicura - DOVEVA essere falso; non poteva aver davvero compiuto un gesto simile, non dopo tutte le volte che ne avevano parlato e si erano chiariti. Aveva ucciso un essere vivente per soldi, quel pensiero non lo avrebbe mai accettato, non lo avrebbe lasciato entrare nella sua mente. Si rifiutava di credere che fosse tutto vero.

Ma suo padre non le lasciò molte strade da valutare: "Mi dispiace, Viola..." lo disse abbassando tanto lo sguardo da quasi toccare il bancone, "So che questa notizia non avresti voluto sentirla. Ma... prima o poi avresti dovuto saperlo".
Doveva essere uno scherzo, e lei pregò lo fosse davvero. Faticava a captare le emozioni di suo padre, gli occhi nascosti da quel ciuffo ondulato e costano, la bocca semi-inglobata dentro la folta barba. Faticava a credere che la realtà forse quella che le si era parata davanti.

"Non volevo uccidere quel lupo. Posso assicurarti che ho provato tutte le strade per poter trovare un'alternativa. Ma la caccia era l'unica cosa che potevo fare e alla committente serviva quel pelo. Non ne vado fiero Viola, te lo assicuro. Se potessi tornare indietro non lo farei. Ma quei soldi ci servivano..."

Era stata tutta una messa in scena, quindi? Una farsa, una bugia detta in un modo tanto convincente da non allarmarla? Come aveva potuto? L'aveva presa in giro e lei si era anche fidata, Viola si era fidata di un bugiardo e non di suo padre, quello davanti a lei non poteva essere suo padre. Il vero Giorgio Torre non avrebbe mai e poi mai fatto una cosa del genere, capace solo di creare dei solchi profondi tra le loro vite e il loro rapporto.

"È solo... uno scherzo... vero? Tu non hai davvero fatto..." fu tutto quello che riuscì a pronunciare, furono le sole parole che ebbero il coraggio di uscire dalla sua bocca per poter chiarire del tutto la situazione, con una carica dose di speranze che suo padre dicesse di sì.

Il segno di dissenso di Giorgio la fece crollare del tutto.

Viola sentì improvvisamente mancarle il terreno sotto ai piedi, si sentì dentro un mare profondo e lei incapace di tornare a galla, come se avesse perso la capacità di nuotare, come se fosse diventata pesante al punto da non poter tornare in superficie. L'aria in casa sua era diventata pesante come cemento, irrespirabile, tossica, senza nutrienti per il suo corpo. E tutto quello che i suoi occhi potevano distinguere erano solo la porta poco distante e quella sagoma umana che doveva essere suo padre.

"Ma... MA TU HAI IDEA DI QUELLO CHE MI STAI DICENDO?!" urlò a un certo punto, incapace di fermarsi e con lacrime grandi e copiose che iniziarono a bagnare il suo viso e la lastra di legno a cui erano appoggiate le mani, "CHE COSA HAI FATTO!! TE LO AVEVO DETTO UN SACCO DI VOLTE CHE NON ERO D'ACCORDO, MA TU?! COME HAI POTUTO!! IO MI FIDAVO DI TE! ME LO AVEVI PROMESSO, MI AVEVI DETTO CHE AVEVI TROVATO UNA SOLUZIONE!! E QUESTA ERA?! QUESTA TI SEMBRA UNA SOLUZIONE?!" la voce usciva da sola, i toni erano privi di calma e controllo, quelle parole erano volutamente pensate per trafiggerlo con tutta la delusione e la rabbia che lei in quel momento sentiva montare dentro.

Qualcuno avrebbe pensato che fosse una reazione esagerata, ma non lo era per lei: gli aveva sempre detto che la caccia era un passatempo orribile, che spesso tutti usavano come scusa la parola protetta per poi sterminare specie intere che in quel momento erano felici e tranquille nel loro spazio. Ma quello che le faceva più schifo in quel momento era che di progetto non c'era nemmeno la definizione: uccidere per soldi era chiaramente bracconaggio, e per di più commissionata da una donna che di tutto vedeva solo il guadagno finale, a discapito di tutto. Giorgio si era fatto adescare e ci era caduto con tutte le scarpe, in una trappola fin troppo evidente.

Wolf's EyesWo Geschichten leben. Entdecke jetzt