Amore

Nonostante le promesse, le raccomandazioni e le rassicurazioni, Viola decise di non presentarsi a lezione per diversi giorni. Non ne sentiva la voglia né voleva incrociare lo sguardo di Hudson, che certamente avrebbe fatto la parte del falso innocente.

Era un atteggiamento immaturo? Sì, forse.

Lo sentiva necessario per poter mantenere in piedi quel castello tremolante? Assolutamente sì.

Aveva una priorità maggiore dello studio, una cosa più preziosa del lavoretto. Il suo amore per Simon era come un fiore che sboccia a nella neve, che forte seppur così fragile riusciva sempre a scavare in quella cortina candida pur di assorbire un rivolo di luce solare.

Per lei Simon era ciò che nessuno sarebbe mai stato: una guida silenziosa che l'aveva aiutata al bisogno e una compagnia di era da tutti gli altri, con il suo atteggiamento timido in grado di farla sentire sicura.

Se la loro relazione non poteva restare segreta, allora l'avrebbero mostrata a tutti senza vergogna. In quelle giornate libere dall'Università, ebbero il tempo di passeggiare per Londra ogni giorno, osservando vetrine e negozi, frequentando sempre di più quella Cioccolateria dovessi erano incontrati. e ad ogni occasione, si nascondevano in un angolo, si staccavano dalla folla oppure cercavano un punto meno caotico per scambiarsi tenerezze. Si accarezzavano le mani, si baciavano e si coccolavano per ore anche di sera, quando il padre di Viola era troppo stanco per passeggiare in giro per casa oppure quando usciva fino a tardi.

Simon però non voleva spingersi troppo oltre, almeno non fintanto che condividevano la stanza in modo quasi intimo. Non voleva fare un torto al cacciatore che per amore della figlia aveva accettato di ospitarlo.

I loro momenti di intimità si fermavano ad un abbraccio più intenso, come sul divano, a luci spente, sotto la stessa coperta a guardarsi un film. Viola spesso si attaccava al suo petto, ascoltando il cuore di lui che si sincronizzava con il suo, contando il ritmo del suo respiro rilassato. E lui passava la sua mano tra i fili biondi dei suoi capelli, concentrandosi sulla consistenza morbida e ondulata. Poi portava le dita più in profondità fino a toccare il cuoio capelluto, iniziando a eseguire piccoli e dolci grattini che portavano la ragazza a sospirare rilassata.

Di notte Simon si scopriva a guardarla. Il suo volto angelico e stanco era una visione soave nella notte gelida illuminata solo dalla luna che portava i raggi bianchi lungo tutto il pratone dietro casa. E quando il suo occhio cadeva su quel paesaggio quasi dipinto da un'artista incompreso, immaginava le loro corse e i loro giochi con la neve che li faceva rincasare fradici e tremanti, ma incapaci di sciogliere quel sorriso divertito.

Giorgio notava sempre più atteggiamenti schivi e complici trai due: si scambiavano occhiate fugaci, si accarezzavano il dorso della mano o la schiena, si alzavano all'unisono dal tavolo. E così a lungo andare, due mesi se li lasciarono dietro, e con essi anche tutta quella timidezza che li aveva avvolti durante il loro primo bacio.

Hudson aveva provato a chiamare diverse volte, ma tutte le chiamate erano cadute nel vuoto. Viola aveva deciso di rifiutarle tutte e di godersi i pomeriggi e le sere insieme a Simon, che non si era più deciso ad andarsene dalla sua casa. Non lo voleva nemmeno lei, voleva vederlo ogni mattina svegliandosi, sentirlo di giorno in giorno sempre più vicino e rubargli un bacio fugace come buongiorno personale.

“Domani potremmo fare un giro al museo naturale. Per due individui amanti della natura come noi sarebbe un posto perfetto dove passare un pomeriggio diverso dal solito”.

Wolf's EyesWhere stories live. Discover now