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Jungkook tornò tranquillamente a svolgere il suo lavoro, noncurante di Namjoon, che lo stava raggiungendo di corsa, non appena fu libero dagli interrogatori (ovvero mezz'ora dopo).

<<Jungkook! Finalmente... Ti avevo detto di aspettarmi...>> Gli si avvicinò entrando nella stalla.
<<Ho molto lavoro, padrone>> rispose schiettamente.
<<Ho fatto qualcosa di male? Mi stai di nuovo evitando...>>
<<No, nulla. Siamo solo padrone e stalliere>>
<<Hm? Sì? Non capisco... Ti ho detto io qualcosa?>>
<<Nulla padrone, non è successo nulla>>

In tutto questo dialogo Jungkook gli dava irrispettosamente le spalle continuando a mettere in ordine la stalla; arrivato al nervosismo puro, oltre che impazienza, Namjoon si avvicinò facendolo voltare verso di lui dalla spalla sinistra, sbattendoli poi al muro.

<<Si può sapere cosa ti ho fatto per essere trattato così freddamente da te!?>>
<<Le ho già detto che non è successo nulla, padrone>> parlò a denti stretti.
<<Invece qualcosa è successo! Da quella volta che mi urlasti contro!>>
<<Per quell'insulto me ne scuso, padrone. Volevo solo farvi spostare da me>>
<<Perché mi parli in questo tono...?>>

Sembrava che Jungkook avesse perso ogni energia, ogni brio, non era più lui, non era quel Jungkook a cui Namjoon voleva parlare. Inoltre la calma sul viso del più piccolo sembrava di pura indifferenza, ma non nel maggiore, indifferenza nel mondo.

Jungkook apprese che per smettere di provare qualunque cosa per Namjoon, doveva smettere anche di essere se stesso, smettere di sorridere e vivere. Se cominci a fregartene di tutto e tutti, soffri di meno no?

<<Jungko->>
<<Potrei tornare al mio lavoro?>>
<<Se ho fatto qualcosa... Dimmelo... Così potrò scusarmi a dovere>>
<<Non c'è davvero niente>>
<<Ti devo supplicare in ginocchio?>>

Jungkook sospirò e distolse lo sguardo, era stanco di parlare con lui. Voleva stare solo con se stesso, era chiedere molto?

<<Posso lavorare, padrone?>>
<<Ma che ti è successo...?>> Lo lasciò andare andando via con quell'ultima frase detta con quel tono così deprimente e rammaricato.

Quando Namjoon si decise a sparire, Jungkook poté finalmente sfogarsi in un lungo pianto.
Piangere sembrava essere diventato il suo nuovo passatempo, tristemente era la cosa che più faceva in quel periodo.

Finalmente anche quella estate calda del 1834 passò, e anche di corsa.
Tornò l'inverno e fu fatto nuovamente il cambio stagione dalla servitù.
La signora Kim comperò altri capi d'abbigliamento per mettersi in pari alla moda di quell'anno e di quella stagione.
Abbandonato il lungo vestito trascinante a terra, fu adottato uno con più fronzoli e più giovanile, oltre che agile.
Le spalline si fermavano a metà braccio e iniziava una ampia manica a sbuffo; stretto alla vita (il corsetto rimaneva ancora di moda) e ampio fino alla caviglia.*

Anche Jungkook si era munito del suo più pesante mantello di pelliccia di montone, stranamente costoso per lui.
Quando Jin gli chiese da chi lo avesse rubato, il minore rispose con una linguaccia e ridendo, rispondendo che fu un regalo della sua cara madre.
Almeno sarebbe stato al caldo nelle notti gelide.

*La moda dell'Ottocento cambiava ogni anno, o almeno questo comprendeva i nobili e l'alta borghesia che poteva permettersi continui abiti pregiati e preziosi.
La moda vittoriana e quella Neoclassica sono quelle più sentite; la prima fu lanciata dalla regina Vittoria di Inghilterra nel 1940-1( anno in cui entrò in carica) e il secondo riprendeva più un'idea di eleganza greca (dal 1880 in poi).
Questi sono alcuni esempi (l'ultimo è l'anno ambientato della FF):

Questi sono alcuni esempi (l'ultimo è l'anno ambientato della FF):

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Tu sei il mio Paradiso [NAMKOOK FF]Where stories live. Discover now