7. Paulo Dybala

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06.05.2022

Aprii la porta di casa dopo essere tornato da Genova: ero molto amareggiato per il risultato della partita.

Sì, ero riuscito a segnare un gol, però non era stato abbastanza per portare i 3 punti a casa. Il Genoa era riuscito a batterci per 2 a 1.

Il bello era che avevano segnato 2 gol nel giro di 9 minuti. La sconfitta era diventata ancora più pesante e io mi prendevo tutta la colpa.

Giorgio aveva cercato di consolarmi invano. Era il capitano della Juventus e si sentiva in dovere di fare questo gesto. Per questo lo ringraziavo. Era una persona d'oro.

Speravo solamente che Caterina e i nostri gemelli potessero sollevarmi il morale inesistente.

Ogni volta che ero giù di morale, Federico e Chiara, le nostre piccole pesti, riuscivano a farmi tornare il sorriso che avevo perduto per una cosa andata storta.

Riuscivano a strapparmi un sorriso solamente con la loro presenza, nonostante fossero dei combina guai.

Entrai in casa con lo sguardo verso il basso. Facevo così ogni volta che ero triste e inconsolabile.

"PAPÀ" sentii due vocine che mi stavano cercando.

Perché Federico e Chiara erano ancora svegli? A quest'ora non dovevano già essere a letto?

Alzai lo sguardo: i miei bambini mi stavano correndo incontro per abbracciarmi.

Quando furono vicini a me li presi fra le mia braccia per poi stringerti forte. Quanto mi erano mancati questi combina guai.

Mi erano mancati nonstante non li vedessi da alcuni giorni.

"Scusami amore, stavo cercando di metterli a letto quando è finita la partita. Ma non c'è stato verso, volevano aspettarti" disse Caterina mentre veniva verso la nostra direzione.

Appena fummo vicini le lasciai un bacio sulle labbra. Dio, mi era mancata molto.

Ci eravamo sentiti tramite telefono, ma per me non era abbastanza. Avevo il bisogno di vederla e volevo solamente stringerla fra le mie braccia e sentire la sua voce.

Non mi bastava ascoltarla tramite le chiamate che facevamo quando non ero a Torino.

Sentivo che una parte di me fosse lontata in quelle chiamate e odiavo non poterla vedere durante le trasferte.

"Ora, però, è meglio che andiate a dormire, piccole pesti" ordinai io ai bambini.

Volevo ancora capire come avessero fatto a rimanere svegli sino a quest'ora: erano le 4:32 del mattino e loro si addormentavano verso le 22.

"Solo se possiamo dormire nel letto con voi" ribattè Chiara col tono che usava sempre quando voleva una cosa.

"Eh va bene, ma solo per oggi. Poi tornate a dormire nei vostri letti" acconsentii io.

I bambini scesero dalle mie braccia e iniziarono a correre verso la nostra stanza. Nel mentre li sentivo litigare per qualcosa.

Ormai i gemelli litigavano per qualsiasi cosa, anche quella più scontata. Dovevo ancora capire da chi avessero preso.

"I soliti" disse Caterina appena i bambini furono spariti sala nostra vista.

"Ormai li dovresti conoscere, anche se devo ancora capire da chi abbiano preso"

Lei sorrise e lo feci anche io. Solo loro tre avevano il potere di farmi tornare il sorriso.

Li amavo. Veramente tanto.

Non saprei come fare se loro non fossero stati nella mia vita.

Mi avevano fatto dimenticare completamente della sconfitta contro il Genoa. Solo loro avevano questo strano e magico potere. Non avevo ancora capito come facessero.

"Che dici, raggiungiamo le piccole pesti?" chiese Caterina, guardandomi negli occhi dopo qualche secondo di silenzio.

I miei occhi si incastravano perfettamente nei suoi, come quando ci eravamo conosciuti.

E dio, li amavo con tutto il mio cuore.

Erano gli unici occhi di cui mi sarei mai innamorato.

"Certo amore, andiamo"

Dopo la mia frase, raggiungemmo i bambini a letto. Sicuramente ci stavano aspettando e, soprattutto, litigando.

Quando entrammo in camera Federico e Chiara stavano ancora litigando.

La cosa era più che scontata. Però, perché lo stavano facendo?

"Bambini, smettetela di litigare. È ora di dormire" ordinai.

Perché erano ancora così iperattivi? Non riuscivo a capire perché fossero così nonostante l'orario.

Loro mi guardarono per poi smettere di litigare. Finalmente avevano smesso. Certe volte esageravano proprio.

Andai in bagno per cambiarmi per poi tornare in camera e mettermi a letto con loro. Non vedevo l'ora arrivasse questo momento.

Avevo assolutamente bisogno di dormire. Ero molto stanco.

Appena mi fui coricato, Federico si attaccò al mio petto per poi darmi la buonanotte. Chiara seguì l'esempio del fratello.

Dopo che si furono addormentati, diedi la buonanotte a Caterina per poi prendere esempio dai miei figli.

Riuscii a chiudere gli occhi col sorriso.




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One Shot || Calciatori (Richieste Chiuse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora