capitolo due

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Alice.
24 luglio 2023
Lunedì.

«Mamma dov'é il mio caricatore?!». Pensai di star per impazzire, l'aereo partiva tra qualche ora ed io ancora non ero pronta.

Indossai dei pantaloncini in jeans neri e un body del medesimo colore, come scarpe optai per delle Air force bianche.
Finii di pettinare i miei lunghi capelli castani.
Per il trucco applicai il mascara e un po' di blush.
Giusto per rendere esteticamente la mia pelle più sana

«Eccolo!», irruppe mia madre con il caricatore tra le mani; me lo lanciò, lo afferrai al volo per poi metterlo in borsa.

«Ripeto: Devi essere più ordinata»
«Ne prendo nota».
Detto ciò entrambe ci avviammo alla macchina.
Mi misi dal lato del guidatore e lei al mio fianco.

Non era proprio in grado di guidare, le tremavano le mani dall'agitazione, come minimo ci faceva schiantare alla prima curva.

«Non sono pronta», sussurrò sfregandosi i palmi sui jeans scuri.

Ah! Lei non é pronta? Ed io? Cosa dovrei dire!?

Per alleviare la tensione accesi lo stereo e misi un po' di musica ad alto volume.
___

Arrivammo all'aeroporto, parcheggiai la macchina e ci dirigemmo per fare i vari controlli.
C'era talmente tanta gente che mi venne difficile respirare.
strinsi a me la borsa per evitare brutte esperienze.
___

I controlli durarono all'incirca mezz'ora e finalmente potemmo prendere i nostri posti.
Mi capitò il posto vicino al finestrino.
Sembrava andarmi tutto per il verso giusto, iniziai ad avere paura per le prossime ore.

Misi le mie AirPods, mi lasciai trasportare dalla mia playlist e mi rilassai sul sedile.

«Che ne pensi?»

Ora inizia.

La voce di mia madre mi obbligò a staccare la musica.
Posai lo sguardo nella sua direzione e quasi sbattetti il naso sul display del suo cellulare; mi inclinai leggermente con la testa all'indietro e osservai l'immagine che riproduceva il cellulare.
Ritraeva una modella con indosso un abito da sposa; molto bello oltretutto.
Lo strascico era lungo sui cinque metri, per non parlare dei diamanti che ricoprivano tutto il corpetto.

«Bello, ma...», mi soffermai a guardare meglio l'abito.
Alla modella le stava divinamente; anche la scollatura profonda faceva risaltare il suo seno prosperoso.
Posai lo sguardo su quello di mia madre.

«Ma? Cosa?», chiese esasperata, consapevole che stavo per dire la mia anche in quel caso.
Presi consapevolezza che potesse arrivarmi qualcosa in faccia.
Ma come si dice: la sincerità è la base di tutto, no?

«Mamma hai appena una seconda, non ti starà bene come lei.
Devi trovare qualcosa che risalti la tua figura slanciata e snella»

«Cosa ha questo vestito contro la mia figura?», domandò quasi offesa iniziando a mordicchiarsi l'unghia dell'indice.

«É tanto ampio e di solito i vestiti ampi tendono ad abbassare la figura.
Prova magari a vederne uno a sirena».
La sentii sbuffare e si rimise alla ricerca dell'abito perfetto.
La fissai per qualche istante e quando la vidi troppo presa, rimisi le cuffie e chiusi gli occhi.
Ma dopo neanche due minuti mi richiamò urtando l'indice contro la mia spalla.
Richiamai a me tutta la pazienza che possedevo e riaprii gli occhi.
Avevo nuovamente il display spiaccicato sul naso.

Guardai attentamente l'immagine.
La modella era cambiata, ora era molto più alta; indossava un abito sempre bianco ma che le risaltava ancora di più la figura; facendola sembrare più slanciata.
Sì, questo era l'abito adatto per mia madre.

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