capitolo otto

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Alice.

«Che ne dici di questo arredamento?»

«È molto bello, dopo contatto all'arredatore e mi faccio inviare i modelli»

Mentre mia madre e Alberth discutevano animamente su come arredare l'ufficio di mamma, io me ne stavo in un angolino a disegnare uno dei miei tanti figurini di moda.
Era da quando ero bambina che sognavo di diventare una fashion designer; avevo frequentato molti corsi, l'ultimo l'avevo terminato qualche mese fa.
Avevo sempre sognato di aprirmi uno studio personale, ma non avevo mai avuto possibilità economiche.

L'entrata di Noah, Liam, Josh e Swami, mi distaccò dai pensieri.

Finì di colorare l'ultimo figurino, poi misi tutto via e mi dedicai al cellulare.

Altri due messaggi di Michael.

Li aprii e lessi:

«Ti conviene rispondere»

«Sai che non devi ignorarmi»

Prima che mia madre potesse leggere, uscì dalla chat; ma non fui abbastanza veloce, perché lei buttò l'occhio sul mio cellulare e il mio movimento fulmineo non le passò in osservato.

Mia madre era sempre stata attenta ai dettagli, era il suo punto forte.

Infatti si accigliò, puntandomi contro le iridi azzurre e le assottigliò come due lame.

«Con chi parli?», il suo timbro severo mi paralizzò sul posto.
Improvvisamente presi a sudare e ad agitarmi sulla sedia.

«Arianne», mi affrettai a dire mordendomi l'interno guancia nervosamente.

«Lo spero, signorina» l'ultima parola la scandì per bene, così da farla risultare ancora più minacciosa.

«Tutto bene tesor... »
«Sì sì. Tutto bene», disse mamma interrompendo Alberth; che vedendo la scena si era preoccupato.

Dovevo cambiare discorso.
Adesso.

«Ma quando si annuncia il fidanzamento?»
domandai di getto.
Ci trovavamo a Manhattan da quasi una settimana, e ancora non si era parlata di alcuna cerimonia in onore del loro fidanzamento.
Entrambi sembrano rimanerci a quella domanda, fino a quando Alberth non prese l'iniziativa

«Circa due mesi e diamo l'annuncio», mi spiegò guardando l'orologio che aveva al polso; tra circa mezz'ora doveva andare in ufficio.

«Speriamo fili tutto liscio» intervenne Swami sedendosi accanto a me.

Feci slittare lo sguardo sulla sua figura minuta.
Non mi passò in osservato Alberth, che nel sentire quelle parole, fulminò la figlia; quest'ultima si ammutolì mordendosi l'unghia del pollice.

Cosa deve filare tutto liscio?

Guardai mamma in cerca di una spiegazione, ma lei abbassò lo sguardo fingendosi occupata al cellulare.

Cosa non so di questa famiglia?
Cosa mi nasconde mia madre?

Ero piena di domande e sembrava che nessuno volesse togliermele.

«Di che parlate?», domandai curiosa, partì una serie di sguardi che mi insospettirono ancora di più:
Mamma ed Alberth mi fissavano silenziosi, Swami guardò Liam, quest' ultimo guardò Noah e Josh guardò tutti e tre.

«Che fili tutto liscio alla cerimonia Alice»

mi disse Swami andando vicino al frigo e prendendo del succo alla pera.

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