capitolo trentanove

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Mason.

«Sei riuscito a racimolare solo questo?»

Contai i 10.500 dollari che avevo tra le mani; guardai dal basso Liam; che scrollò le spalle.

«Sì.»

Annuii rassegnato.

Di questo passo non riusciremo mai a chiudere il conto.

Mi portai una mano fra i capelli, e li scompigliai appena.

Noah ci raggiunse in soggiorno, affiancato da Josh.

Entrambi rigidi e alterati

«Che ha detto?» chiese Liam

«Non ne vuole sapere. Per lui il conto è chiuso»

Mi morsi l'interno guancia nervosamente

«Certo. Lui ha pagato solo la sua parte, non ne vuole sapere degli interessi.»

Sentii il sangue ribollirmi delle vene.
Scattai in piedi, e lo sguardo dei miei fratelli saetto sulla mia figura.

Mi avviai a passo veloce verso lo studio di papà.

«Mason, aspetta»

Tentò di fermarmi Noah, che mi seguiva insieme a tutti gli altri.

Aspetta un cazzo. Mi ha rotto i coglioni.

Spalancai la porta del suo ufficio e lui neanche si scompose. Se ne stava dietro alla scrivania e stava firmando alcuni moduli.

«Dimmi Mason»

La sua indifferenza mi innervosì ancora di più.

Chiusi la porta alle mie spalle e lo raggiunsi. Feci schiantare i palmi contro la scrivania, provocando un rumore sordo.

E il portapenne prese a tremare.

«Per te il conto è chiuso? Sul serio?»

Ringhiai a tono basso.
Le mani presero a tremarmi e li racchiusi in bugni.

«Quello che gli dovevo pagare, ho pagato. Il resto non mi riguarda»

«Sono i tuoi cazzo di debiti, quelli che noi stiamo pagando da anni»

Gli rinfacciai, facendolo irrigidire.

«Ho chiuso con quella vita. Non mi interessa più nulla»

«Perché? Forse non vuoi sporcarti? O non vuoi che sul giornale si riapra la notizia di quando eri un drogato?»

Lo colpii in pieno, perché scattò all'in piedi fronteggiandomi da dietro alla scrivania.

«Mason. Si può sapere che cazzo vuoi?»

Il tono rude bombardò per tutta la stanza.

«Voglio che paghi i tuoi debiti. Stai mettendo tutti noi nei guai»

Tentai di farlo ragionare per la millesima volta, ma rimaneva fermo sul suo pensiero.
I miei fratelli mi affiancarono.

Papà ci esaminò tutti. la sua giacca perfettamente stirata e la cravatta dritta, gli davano un'aria di uomo leale e umile. Ma tutto era al di fuori di questo.

«Qui abbiamo, Il calcolatore... »

Indicò Liam.

«Il manipolatore»

Posò lo sguardo su Josh, che si irrigidì all'istante

«Il furbo»

Noah.

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