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non ti avrei lasciata congelare

Andai di nuovo da Andres per farmi dare una spiegazione. Appena entrai lui sospirò come se fosse infastidito dalla mia presenza.
Andres: «Cosa c'è ora?»
Sharon: «Non mi caccerai via solo per dei puttanieri perfettini»
Andres: «Senti io sono il capo e tu lavori per me»
Sharon: «Andres non mi farò comandare da te mettitelo in testa»
Andres: «Nessuno ti darà più droga gratis»
A quella frase mi ricomposi.
Sharon: «Anche stasera dovrò spacciare? Sai vorrei avere una vita»
Andres: «Si, ma non nello stesso posto»
Sharon: «Fantastico»
Andres: «Se vieni qua un secondo in ritardo ti caccio»
Uscii dal suo "ufficio" sbattendo la porta. Vedevo tutte lo occhiate degli spacciatori addosso, probabilmente avevano sentito le urla. Presi la strada per tornare a casa e guardandomi intorno m'incamminai. Mi sentivo continuamente sotto pressione come se fossi osservata o seguita. Ogni secondo che passava la sensazione aumentava. Mi affrettai e iniziai a correre per arrivare in fretta al palazzo. Era davvero arrivato il momento di comprare una macchina. Sospirai chiudendo la porta dietro di me.
Julia: «Ciao»
Lo disse timidamente come se fosse il nostro primo incontro.
Sharon: «Potresti muoverti a cucinare, devo uscire»
Julia: «Si, scusa..»
Non so se ora li facevo paura e quindi si scusava per tutto. Andai in camera mia e mi buttai sul letto togliendomi finalmente le scarpe. Non avevo abbastanza tempo e dovevo vedere che mettermi all'istante. Misi le cuffie sulla testa e facendo partire la musica iniziai a cercare i vestiti nell'armadio.

 Misi le cuffie sulla testa e facendo partire la musica iniziai a cercare i vestiti nell'armadio

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Era uno dei soliti outfit. Non avevo proprio voglia di uscire ne di mangiare. Andai in cucina stanchissima mentre mi accendevo una sigaretta.
Julia: «Io..ti ho preparato questo»
Mi porse un piatto di pesta che rifiutai.
Sharon: «Non ho fame»
Andai sul balconcino che c'era in salotto. Mi sedetti sulla sedia e guardai il tramonto mentre quella sigaretta iniziava a spegnersi. Avevo paura di quest'incontro ma dovevo farlo se non volevo perdere il posto. Mi alzai e tornai dentro solo dopo mezz'ora. Quando aprii la porta Julia non mi fece nessuna domanda, probabilmente aveva capito cosa stessi andando a fare. Mi incamminai verso il bar cercando ovviamente di non dare all'occhio. Arrivai la davanti e trovai Marcus e Andres ad aspettarmi.
Sharon: «Che sta succedendo?»
Andres: «Oggi ti aiuterà Marcus. Il posto è lontano e devi essere la in 5 minuti, siccome non hai una macchina ti accompagnerà»
Sharon: «No..»
Marcus: «Ti aspetto fuori»
Sorrise lasciando il bar.
Sharon: «Andres ti prego tu devi as-»
Andres: «No Sharon, non ti ascolto. Marcus è un bravo ragazzo e non capisco che problemi hai con lui»
Bravo ragazzo all'apparenza.
Sharon: «Saranno cazzi miei non li dico ad uno sconosciuto»
Andres: «Ti conosco da 3 anni ma a dir la verità a me non frega un cazzo di te e Marcus e della vostra situazione ora prendi la droga e vai da Marcus»
Lo odiavo cosí tanto. A volte pensavo di entrare in un girone diverso ma tutti venivano sgamati. Andai al bancone e vidi tutta la droga.
Sharon: «Cosa?!»
Andres: «Sono clienti molto esigenti»
Sharon: «No! Io non venderò queste cose potrebbero metterle in qualche bicchiere e approfittare per violentare una ragazza!»
Andres: «E da quando a te importa?»
Feci un respiro nascondendo tutto. Non avrei di certo venduto qualcosa del genere. Entrai in macchina mi allacciai la cintura e mi accesi una sigaretta.
Marcus: «Non si fuma nella mia macchina!»
Mi toccò la mano cercando di togliere la sigaretta.
Sharon: «Smettila altrimenti la tua macchina diventa mia»
Incurvò le sopracciglia facendo notare l'espressione incazzata. Mise in moto e partì.
Arrivammo poco dopo davanti una grande villa.
Sharon: «Cazzo..»
Scesi dalla macchina facendomi avanti verso il cancello. Una volta arrivata si aprii. Mi feci avanti sentendo un groppo in gola.
Marcus: «Avanti entra»
Indicó la porta e io feci un passo avanti. Vidi l'intera casa. Vivevano nel lusso. Le pareti bianche in marmo e l'ampio salotto. Mi guardai intorno per molto quando realizzai che in casa c'era qualcuno.
Tom: «Incantata?»
Sharon: «No, esploravo»
Marcus: «Sta zitta che se non fossero tuoi clienti li avresti già derubati»
Sharon: «Se non sparassi cazzate saresti simpatico»
Li feci un sorrisino che non fu ricambiato, stronzo.
Tom: «Dammi la droga»
Sharon: «Tieni»
Li porsi tutto quello che aveva richiesto tranne le gocce KO. So cos'erano e non le avrei vendute così facilmente. Lui controllò per bene e notò l'assenza di quelle gocce.
Tom: «Manca una cosa»
Sharon: «Non mi sembra»
Tom: «Schlampe.»
Sharon: «Non manca niente.»
Tom: «Hai rotto il cazzo»
Vidi Marcus, con la coda dell'occhio, indietreggiare.
Sharon: «Non manca nulla»
Misi le gocce nuovamente nella borsa e sorrisi.
Tom: «Non ti pagherò»
Sharon: «Non m'interessano i soldi, preferisco salvare una ragazza»
Tom: «Non sai a cosa servono»
Sharon: «Oh invece si»
Li presi i soldi dalle mani affrettandomi ad uscire.
Tom: «Schlampe andartene è quello che desideri?»
Sharon: «Tom, non ci si deve avvicinare all'immondizia altrimenti si inizia a puzzare»
Tom accennò una risata e io mi affrettai ad uscire. Stavamo ritornando verso la macchina.
Marcus: «Sai che non puoi stare con un cliente»
Sharon: «Non ho mai detto che sto con lui»
Marcus: «Sembrava»
Sharon: «Smettila di parlarmi come se non avessi fatto nulla»
Marcus: «Non mi sembra di aver fatto qualcosa»
Lo guardai male e non salii nella sua macchina, preferivo andare a piedi. Iniziai a camminare ma passò un'ora e stavi gelando dal freddo.
Sharon: «Cazzo»
Cercai di coprirmi con la giacca ma non cambiò molto.
Sharon: «Che testa di cazzo, è dicembre»
La neve si accumulava di giorno in giorno e io come una scema andavo a piedi da tutte le parti. Mi scontrai con qualcuno.
Sharon: «Mi scusi»
X: «No dovevo stare attento»
Abbassai la testa intimidita notando lo stemma della polizia impresso sulla giacca.
X: «Mi scusi lei come si chiama?»
Rabbrividi e iniziai a sentire la pelle bruciare.
Sharon: «Io...Sharon Meyer»
Scrisse il mio nome su un foglietto.
X: «Sharon potresti venire in stazione domani mattina?»
Sharon: «Io non credo»
X: «Conto sulla sua presenza»
Feci un sospiro di sollievo quando vidi l'uomo continuare a camminare. Mi sedetti un attimo per pensare quando una macchina si posizionò davanti a me.
Tom: «Sali»
Aprii lo sportello e mi accomodai. Non sapevo che dire ero ancora scossa dal fatto che un poliziotto volesse vedermi in stazione.
Sharon: «Perché cazzo mi hai fatto salire sulla tua macchina?!»
Tom: «Non ti avrei lasciata congelare»
Sharon: «Avresti dovuto così non avrei più visto la tua e le altre facce di merda»
Tom: «Dovresti essere felice di essere nella mia macchina dopo non avermi dato ciò che avevo chiesto?»
Sharon: «Dovrei essere felice di mettere il culo sopra un sedile su cui altre 1000 ragazze l'hanno messo?»
Accostò velocemente facendomi sussultare.
Tom: «Smettila, Sharon»
Sharon: «Finalmente hai imparato il mio nome»
Tom: «Sharon basta parlare!»
Sharon: «Non mi faccio comandare!»
Mi prese i polsi stringendoli con molta forza.
Sharon: «Cosa cazzo fai!»
Tom: «Devi stare zitta»
Improvvisamente l'immagine di Marcus comparve nella mia testa.

Marcus: «Stai zitta»

Marcus: «L'unica cosa per cui mi devi pregare è continuare»

In quel momento stavo diventando talmente tanto debole che avrebbe potuto fare di me ciò che voleva. Continuava a stringere i polsi mentre si avvicinava sempre di più. Iniziai a sentire il respiro pesante. Mi provai a staccare in ogni modo ma lui forzò la presa.
Sharon: «Ti prego lasciami andare»
Tom: «Tu mi stai pregando di lasciarti andare?»
TOM'S POV
Era debole e si vedeva. Mi allontanai velocemente da lei lasciandola andare. Lei scappò subito e capii il perché. Non sapevo perché avevo reagito in quel modo. Non sapevo perché la stavo trattando così. Non sapevo perché stavo cercando di trattenermi con lei. Chiusi lo sportello del suo lato che era ancora aperto e tornai a guardare la strada. Appoggiai la testa al volante. Subito dopo scesi dalla macchina prendendo la droga. Mi nascosi dietro un muretto e iniziai a drogarmi. 2 pasticche di ecstasy, cocaina e marijuana le ultime cose che ho visto prima di sentire il battito rallentare.
SHARON'S POV
Ero finalmente arrivata a casa dopo una lunga camminata. Le immagini di Marcus erano impresse nella mia testa e strane idee mi tormentavano. Guardavo la lametta appoggiata sul mio comodino e pensavo se ne valesse la pena ricominciare quel periodo. La porta dietro di me si aprii e Julia entrò portandomi un bigliettino. Uscii senza salutarmi e chiuse la porta. Fissai il bigliettino appoggiato sul letto. Dopo un po' mi feci coraggio e lo presi.

"Interrogatorio domani alle ore 10:30 presso la stazione si polizia di Magdeburgo."
- Poliziotto Brown

Un colpo al cuore. Presi subito la lametta e cercai di non urlare mentre il metallo faceva fuoriuscire sangue sul mio polso.

TOXIC ADDICTIONS - tom kaulitzWhere stories live. Discover now