VIII

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Tornai alla festa come se nulla fosse e cercai l'uscita. La folla mi creava un senso di disagio. Essere schiacciata in mezzo a tutte quelle persone mi faceva mancare l'aria. Cercavo qualcuno di famigliare per chiedere un passaggio. Continuai a camminare finché non vidi una porta con davanti un uomo alto. Mi affrettai ad uscire prima di soffocare. Quando vidi i lampioni feci un sospiro di sollievo. Iniziai a camminare pur non sapendo la via per tornare a casa.
Sharon: «Cazzo..»
Non avevo pensato prima a questo quindi mi sedetti su un marciapiede aspettando che il mio cervello si illuminasse. Decisi di andare nel parcheggio vicino per aspettare i ragazzi. Insomma Tom non avrebbe dovuto lasciare una ragazza da sola in quel modo. Guardai tutte le macchine per cercare una caratteristica famigliare. Trovai una macchina molto simile e mi appoggiai per aspettare. Improvvisamente partii e io non me ne accorsi. Sentii qualcuno parlare come per lamentarsi di me. Lo sportello del passeggero si aprii rivelando Bill.
Bill: «Sharon che cazzo fai?»
Sharon: «Pensavo foste ancora dentro, vi stavo aspettando»
Bill: «Mi dispiace comunque entra»
Andai nei posti dietro vicino a Gustav che si addormentò poco dopo sulla mia spalla. Dopo aver fissato fuori dal finestrino, per un po', alzai lo sguardo notando gli occhi di Tom fissi sullo specchietto. Appena vide che lo stavo fissando ritornò a fissare la strada.
Bill: «Allora Sharon in teoria tu sei sempre disponibile per noi?»
Sharon: «Si, basta che mi fate avere una vita sociale»
Bill: «Quindi anche ora?»
Sharon: «No Bill ascoltami ora è diff-»
Bill: «Tom cambia strada andiamo al Bar»
Vidi Tom girare il volante.
Sharon: «Bill ascoltami ora è difficile portami a casa»
Bill: «Andres ha detto che possiamo andare sempre»
Sharon: «BILL PUÒ VEDERCI LA POLIZIA SEI MATTO! IO MUOIO SE MI SCOPRONO»
Bill: «Si è un modo di dire comunque vai Tom se Andres l'ha detto vuol dire che possiamo»
Sharon: «Bill ragiona le pattuglie della polizia a quest'ora girano»
Vidi Tom guardarci mentre teneva ben stretto il volante.
Bill: «Senti Sharon tu sei solo la nostra spacciatrice e noi di Andres ci fidiamo quindi possiamo andare»
Non ce la facevo più, non sapevo più che dire. Per tutto il viaggio stetti in silenzio in attesa di un miracolo.
Tom: «Siamo arrivati»
Vidi Gustav e Georg svegliarsi di colpo.
Georg: «Dove siamo?»
Tom: «A prendere la droga»
Gustav: «Allora scendo»
Seguii Gustav che ormai si trovava già fuori dalla macchina. Mi guardai un attimo intorno e prima che loro se ne accorgessero iniziai a correre via, non mi sarei cacciata nei guai.
Bill: «SHARON DOVE VAI!»
Mi seguii. Per sbaglio inciampai. Guardai la mia mano ormai sporca di sangue. Cercai di alzarmi senza farmi male. Ormai Bill era davanti a me e potevo fare poco.
Bill: «Sharon sei tu la nostra spacciatrice, muoviti»
Mi alzai e andai da sola verso il bar. Ovviamente appena entrai Andres mi guardò male ma appena notò i ragazzi sorrise.
Andres: «Cosa vi porta qui?»
Tom: «La tua droga»
Fece ridere tutti tranne me che continuavo a girarmi per guardare l'esterno. Le pattuglie potevano arrivare senza che neanche ce ne accorgessimo. Il loro discorso continuò mentre io ormai ero persa nel guardare la strada.
Andres: «Ok Sharon seguimi»
Lo seguii dietro al bancone. Avevo davvero paura che potessero beccarci. Andres aveva droga in abbondanti quantità, per non parlare dei suoi amici che se ti facevi scoprire ti puntavano una pistola in testa torturandoti. Rabbrividii solo al pensiero.
Andres: «Perché li hai portati qua? Sai benissimo che è pericoloso»
Sharon: «Cosa cazzo vuoi da me!? Non noti che letteralmente loro sono voluti venire»
Andres: «Sbaglio o ti ho già detto che non devi parlarmi così»
Quando si avvicinò io mi scansai. Era meglio non pensare a Marcus.
Andres: «Vattene!»
Andai nello stretto corridoio ed entrai nella prima porta che avevo davanti. Cercai di regolare il respiro. Riuscivo a sentire tutte le conversazioni ma in quel momento dovevo solo controllare che nessuna pattuglia passasse.
Erano passati 5 minuti e ormai avevo capito che li stronzi volevano le gocce KO. Chiusi gli occhi cercando di non pensare a cosa quelle gocce avevano causato a me. Delle luci rosse e blu attirarono la mia attenzione non appena riaprii gli occhi. Scattai subito all'in piedi in preda al panico. Non sapevo cosa fare, non volevo uscire dalla stanza perché sarebbe stato troppo pericoloso. Iniziai a sentire il cuore battere velocemente e il battito in gola. Mi sentivo improvvisamente stanca e come se lo spazio intorno a me fosse diminuito. Sembrava che mi fossi appena drogata. La testa mi girava e la mia mano stava iniziando a tremare. Mi sentivo soffocare dentro quella specie di sgabuzzino. Sentivo caldo e il mondo intorno a me non sembrava reale. Guardai le mie mani un attimo per poi iniziare a pensare.
Sharon: "No..no...No no no»
Misi le mani tra i capelli sbattendo contro il muro. Attacco di panico. Provai a respirare. Li attacchi di panico non mi venivano da quasi 1 anno e pensavo di essere guarita. Provai in tutti i modi a regolare il respiro. E se me ne fosse venuto un altro? E se qualcuno mi avrebbe visto in quelle condizioni? E se scoprissero che io spaccio? Ero paranoica. Speravo solo che tutti questi e se non succedessero nella realtà. Purtroppo sentii la porta scricchiolare. Mi ero coperta il viso con le mani, non c'era più nulla da fare. Chiunque sia entrato ormai mi aveva presa in braccio.
X: «Ora esci dalla finestra ok?»
Non avevo risposto ma riuscii ad aprire gli occhi ed uscire. Non sentivo più tanti di quei sintomi ma solo il battito che accelerava. Mi voltai per poi vedere l'uomo di spalle. Quando si voltò io indietreggiai dalla paura.
Tom: «Non voglio farti nulla se non aiutarti. La polizia sta chiedendo delle cose e ad alcuni chiederà anche i nomi delli spacciatori quindi è meglio che tu te ne vada»
Sharon: «Impossibile, non direbbero mai i nomi. Io devo andarmene dalla città»
Iniziai a camminare non sapendo dove andare.
Tom: «Non devi afforza scappare»
Non lo ascoltai e continuai a camminare in cerca di un posto dove nascondermi.
Tom: «Sharon fermati.»
Vidi una casetta abbandonata ed andai verso essa.
Tom: «SHARON FERMATI È UN'ESCA!»
Risi prima di entrare. La polizia improvvisamente entrò e iniziò a  perquisirmi. Aveva poca cocaina nelle scarpe.
Sharon: «Ei! No fermatevi!»
X: «Sharon ci hanno detto il tuo nome quindi dobbiamo farlo»
Vidi quel poliziotto come si chiamava Brown.
Brown: «Fin dall'inizio mi sei sembrata sospetta...Vuoi farci qualche nome anche tu?»
Poi associai Julia Brown.. Non poteva essere. Sapevi che non dovevo fidarmi. Spostai la testa per vedere Tom essere portato via da suo fratello. Per mia fortuna non trovarono la droga e mi lasciarono libera.
Brown: «Ti teniamo d'occhio»
Appena uscii da quella casetta vidi la macchina di Tom e Bill andarsene. Mi voltai un attimo per vedere il bar ormai vuoto. Andres non era in una delle pattuglie e questo mi sembrava strano. Mi concentrai di nuovo sulla macchina e iniziai ad inseguirla.
Andres: «Non così in fretta»
Mi girai sentendo la voce. Aveva una pistola in mano e in preda al panico mi bloccai vedendo poi il proiettile andare verso la mia gamba. Caddi a terra. Ormai era andata anche per me.
TOM'S POV
Tom: «L'avete sentito?»
Bill: «Cosa?»
Tom: «Lo sparo»
Gustav: «Sarà la polizia»
Georg: «E menomale che era impossibile arrestarli»
Tutti si misero a ridere mentre io ero in pensiero. Non era semplice scappare dalla polizia sopratutto in queste situazioni.
Bill: «Che culo che siamo scappati»
Tom: «Purtroppo qualcuno invece non c'è riuscito»
Fissai il semaforo che non voleva diventate verde. Aprii il finestrino e per un'ultima volta guardai il bar che non vedrò più. Appena arrivato a casa mi misi a letto e mi forzai a dormire. La mattina dopo decisi di andare a controllare la situazione e poi fare un salto a casa di Sharon per vedere se si fosse salvata. Bussai alla porta e quello che sentii mi provocò una fitta al cuore.

TOXIC ADDICTIONS - tom kaulitzWhere stories live. Discover now