XI

437 20 3
                                    

5 maggio

Mi sedetti sopra la valigia per chiuderla e una volta chiusa lasciai il palazzo. Non mi sarebbe affatto mancata Magdeburgo. Chiamai un taxi per farmi portare all'aeroporto. Il viaggio fu abbastanza silenzioso siccome aprimmo bocca solo per definire la cifra e ringraziare. Mi avviai verso l'entrata pronta a fare check-in e il resto dei controlli. Ero davvero molto agitata e avevo paura, trasferirsi non è affatto semplice e soprattutto avrei dovuto trovare un nuovo lavoro all'istante. Attesi al lungo sopra quella sedia fin quando non sentii qualcuno dire che l'aereo per Berlino era pronto per partire. Corsi cercando di non inciampare con la valigia. Una volta salita sull'aereo feci un sospiro di sollievo, c'è l'avevo fatta. Guardai fuori dal finestrino cercando di ignorare il bambino accanto a me che si lamentava per tutto, mi dispiaceva per la madre.
X: «Attenzione prego, l'aereo sta per atterrare si prega di allacciare le cinture e spegnere tutti i dispostivi elettronici»
Mi tolsi lo cuffie e mi appoggiai bene al sedile. Sentii un po' di turbolenza ma nulla di che. Scesi dall'areo e una volta fuori dall'aeroporto sorrisi.
Sharon: «Pronta per iniziare una nuova vita»
Trascinai la valigia giù per le scale mi diressi verso la mia nuova macchina. Una bellissima audi A3. L'avevo detto che i soldi non mi mancavano. Misi le mani al volante e andai verso il mio nuovo appartamento. Prima di arrivare mi imbattei davanti un bar e scesi per bere qualcosa.
X: «Salve benvenuta al Whistler cosa posso servirle?»
La ragazza dietro al bancone mi sorrise, era mulatta con i capelli ricci e dei bellissimi occhi marroni cazzo era bellissima ma non sono lesbica.
Sharon: «Un san francisco, grazie»
X: «Glielo preparo subito»
Mentre lo preparava la fissavo.
X: «Mi sembra strano che lei non abbia preso niente di alcolico di solito tutti vengono in questo bar per ubriacarsi»
Sharon: «In realtà non sono di Berlino però verrò più spesso quando mi verrà la voglia di bere alcolici»
X: «Oh, allora piacere sono Lidia»
Allungò la mano e gliela strinsi, fare amicizia non mi avrebbe fatto male.
Lidia: «Ecco il tuo cocktail»
Sharon: «Grazie»
Feci un sorso e devo dire che era buonissimo.
Lidia sorrise quando notò la mia espressione.
Sharon: «Penso che verrò davvero spesso qua, io abito abbastanza vicina»
Lidia: «Mi fa piacere»
Iniziammo a parlare per un po' dopodiché la salutai per recarmi a casa. Diciamo che non era nel mio stile ma l'avrei di sicuro rinnovata al 100%. Iniziai a togliere tutto dalli scatoloni che avevo già spedito e dopo ore di lungo lavoro staccai per guardare il telefono. Guardai le notifiche.

Numero sconosciuto: chiamami appena arrivi.

Numero sconosciuto: Non ti sei degnata neanche di salutarci.

Mamma: Sappi che non ti darò soldi

Ignorai la notifica di mia madre ma invece chi erano i numeri sconosciuti? Pensai a che dire.

Sharon: Scusa ma chi sei?

Numero sconosciuto: Oh Schlampe non pensavo fossi stupida.

Schlampe.

Non sono stronza. Buttai il telefono sul divano e mi preparai per uscire. La prima sera a Berlino e che fai non ti diverti? Era anche la prima volta che non dovevo portare droga quindi era tutto perfetto.

 La prima sera a Berlino e che fai non ti diverti? Era anche la prima volta che non dovevo portare droga quindi era tutto perfetto

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
TOXIC ADDICTIONS - tom kaulitzWhere stories live. Discover now