IX

436 21 3
                                    

non preoccuparti

SHARON'S POV
Mi trovavo in una stanza buia ma solo quando alzai la testa il mio sguardò si concentrò verso la lucina accesa in fondo. Rimasi a fissare con gli occhi socchiusi cercando di esplorare perfettamente la zona. Ero da sola e ormai questo era sicuro. Provai ad alzarmi ma non ci riuscì notando i miei piedi legati ad una corda. Dopodiché notai anche le mani. Cosa era successo? Che ore erano? Dove mi trovavo? Non ricordavo niente, ne come ero finita li e tra poco neanche il mio nome. Una mano toccò il mio viso facendolo girare leggermente. Un uomo si rivelò dietro di me. Si avvicinò improvvisamente al mio orecchio.
X: «Tesoro, come stai?»
Sharon: «Scusa non so chi tu sia e perché sono legata?»
X: «Io mi chiamo Andres e sono io tuo ragazzo o qualsiasi cosa tu voglia. Sai cos'è la droga?»
Ricordavo le cose essenziali e con la parola droga mi vennero in mente alcune immagini, probabilmente di me, che sembravano molto famigliari. Annuii e lui sorrise.
Andres: «Bene allora seguimi»
Mi slegò e le luci si accesero improvvisamente.
Sharon: «Cos'è questo posto?»
Improvvisamente lui si girò e si allontanò. Quando torno lo vidi con delle chiavi.
Andres: «Sai quando una volta ti ho detto che ti avrei punita»
Sharon: «Io veramente non ricordo... Non riconosco il tuo volto»
Andres: «Sta tranquilla»
Si avvicinò a me per poi slegarmi il laccio del vestito. Improvvisamente non lo vidi più, ero di nuovo sulla sedia legata. Mi guardai intorno rivedendo la stanza buia.
Sharon: «È stato solo un sogno»
Dissi facendo respiri profondi. La porta davanti a me si aprii rivelando Andres affiancato da tre uomini.
Andres: «Non dovevi dire che spacciavo...Ti sei messa in un bel guaio»
I due uomini avanzarono facendomi notare le armi nascoste sotto il giubbotto.
Andres: «Oh quello sarà l'ultimo colpo, prima devo torturarti»
Sharon: «No non mi torturerai perché io non ho fatto un cazzo»
Andres: «Spiegami il perché non dovrei torturarti dopo tutto ciò che hai fatto.»
Guardai le mie mani e poi la mia felpa. Sperai con tutto il cuore di arrivare alla tasca per prendere la piccola lametta.
TOM'S POV
Bussai alla porta notevoli volte finché qualcuno mi aprì. Una ragazza bionda e bassina che all'inizio non notai si mise la mano alla bocca quasi incredula di vedermi.
Tom: «Scusa qua vive Sharon?»
X: «No, non più»
Tom: «In che senso?»
X: «Spacciava e l'hanno fatta fuori, ma aspetta perché ti interessa tu sei Tom Kaulitz come la conosci?»
Tom: «Senti non ho tempo di parlare con te dimmi dove cazzo si trova»
Mi accessi una sigaretta all'istante cercando di calmarmi.
X: «NON LO SO!»
Mi chiuse la porta in faccia facendomi incazzare. Iniziai a tirare calci con l'intento di spaccarla.
Tom: «APRI QUESTA CAZZO DI PORTA ALTRIMENTI LA SFONDO!»
Nessuno mi rispose e scesi velocemente per poi tornare in macchina. Chiamai immediatamente la stazione di polizia.
X: «Salve, polizia come posso aiutarla?»
Tom: «Una ragazza è sparita»
X: «Mi dica il nome e cognome»
Tom: «Sharon Meyer»
X: «Sharon Meyer 19 anni abita a Magdeburgo, giusto?»
Tom: «Si»
Dissi stringendo il volante.
X: «Mi dispiace ma non è possibile fare ricerche su questa persona, è come se non avesse mai abitato qua. Arrivederci»
Riattaccò prima di lasciarmi parlare.
Tom: «Cazzo!»
Dissi accostando la macchina. Poggiai la testa sul volante cercando ripetutamente di ricordarmi dove potesse essere. Se qualcuno avesse solo osato sfiorarla l'avrei ucciso con le mie stesse mani. Scesi dalla macchina chiamando Bill.
Tom: «Bill»
Bill: «Sei un po' troppo serio e con questo non credo partiamo bene»
Tom: «Dov'è Sharon?»
Bill: «Non lo so molto probabilmente non è riuscita a scappare»
Tom: «È scappata e lo so»
Sospirò dall'altra parte del telefono provocandomi un fastidio. Feci avanti e indietro attendendo una risposta.
Tom: «Ma che diamine stai facendo?»
Bill: «Ah sei ancora in chiamata»
Tom: «Mi sai dire dov'è si o no?»
Bill: «Cosa ne posso sapere!»
Tom: «Sappi che è stata colpa tua!»
Bill: «Se tu non ci avessi portato la nessuno sarebbe scomparso»
Riagganciai per non darli una risposta pesante. Ritornai in macchina e facendo un respiro profondo la riaccesi. Non m'importava di niente volevo solo sapere con chi fosse e dove fosse. Dovevo tornare al bar qualsiasi cosa potesse succedermi. L'auto sfrecciava per le vie di Magdeburgo facendomi prendere alcune sgridate dai poliziotti. Arrivai al bar sano e salvo e mi affrettai a scendere mettendo due pistole in tasca. Corsi all'interno dicendo ai poliziotti di essermi dimenticato una cosa. Iniziai a ispezionare ogni angolo. Entrai in una porta che sembrava abbastanza nascosta. Delle scale portavano a piani di sotto. Mi sembrava strano il fatto che i poliziotti non avessero perlustrato tutto il luogo prima di porre denuncia. Iniziai a correre giù per le scale quasi cadendo. Quando iniziai a sentire una forte tensione, era come se qualcosa mi dicesse che ero vicino. Ormai le scale erano finite la porta davanti a me era leggermente socchiusa. Entrai e luci rosse riempirono la stanza.
SHARON'S POV
Vidi delle luci rosse. Andres si stava avvicinando a me cercando di distrarsi. Gli altri due uomini iniziarono a perlustrare tutta l'area finché non sentì un urlo. Mi girai di scatto e quando vidi qualcuno cadere a terra mi
spaventai.
Sharon: «Lasciami andare!»
Andres: «A quanto pare abbiamo visite»
Andres si avvicinò per controllare e subito dopo sentì un altro urlo e poi continuò così per un po'. Piansi, non potevo immaginare quello che stava succedendo. Cercai in tutti i modi di prendere la lametta per slegarmi. Qualcuno mi slegò prima che lo potessi fare e subito dopo scappai. Iniziai a salire le scale e arrivai a quelle che conducevano al tetto. Camminai ancora un po' stordita da tutto quello che stava succedendo. Mi andai a sedere sui bordi del tetro cercando di liberarmi da tutti i pensieri negativi. Respirai profondamente. Qualcuno si appoggiò alla mia spalla ma non guardai chi fosse perché stavo cercando di concentrarmi. Riaprii leggermente gli occhi. Vidi una macchia rosa e mi scostai velocemente. La figura di Tom con gli occhi chiusi che perdeva sangue era impressa nella mia testa come "nuovo trauma". Iniziai a respirare velocemente.
Sharon: «Svegliati!»
Lo portai giù dal tetto poggiandolo su una sedia. Non sapevo cosa fare perché non avevo mai vissuto un'esperienza del genere. Vidi le sue labbra muoversi, molto probabilmente stava cercando di parlare.
Sharon: «Ti prego di qualcosa! Qualsiasi cosa»
Non voleva proprio aprire gli occhi e il sangue continuava a colare. Avvolte vedevo serie tv in cui mettevano qualcosa intorno la ferita dopodiché il sangue si sarebbe bloccato. Provai togliendo la mia maglia e cercando di legarla alla sua vita in modo tale da bloccare il flusso sanguigno. Mi bruciavano un sacco gli occhi e non riuscivo a vederci bene.
Sharon: «Forse dovrei portarti in ospedale»
Tom: «Io..»
Sharon: «Coraggio parla!»
Aveva detto solo "io" e cosa significava io!? Cercai di trasportarlo ma fallii facendolo cadere.
Sharon: «Cazzo!»
Mi avvicinai controllando se andasse tutto bene.
Tom: "Non preoccuparti»
Mi voltai di scatto ma notai i suoi occhi chiusi. Presi il sul telefono cercando il contatto di Bill che appena trovai chiamai.
Bill: «Tom cosa cazzo vuoi ora?»
Sharon: «Vorrei tanto poter dire di essere Tom in questo momento»
Bill: «Non penso di aver capito»
Sharon: «Non so cosa sia successo, ero.. Io ero-stavo al bar per alcune cose e ho sentito urli e pistole ma non so cosa sia successo»
Bill: «Portalo in ospedale ti prego»
Sharon: «Va bene»
Chiusi la chiamata e con tutta la forza che avevo in corpo lo feci scendere dalle scale. Come sarei scappata dalla polizia? Andai alla porta d'ingresso vedendo la polizia puntarmi pistole contro.
X: «Lascia il cadavere qua o sparo.»
Non aveva senso oppormi ma avrei dovuto almeno parlare per spiegare le cose come stavano. Lasciai le braccia di Tom e lo poggiai delicatamente a terra. Era l'unico momento in cui fui così gentile... I poliziotti iniziarono ad avvicinarsi mentre alzavo le mani.
Sharon: «Non è come credete»
X: «Metta le mani dietro la schiena!»

TOXIC ADDICTIONS - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora