Capitolo 17

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Cado sulle ginocchia spezzata dalla stanchezza delle ultime settimane e incredula davanti ad un verdetto che non è nemmeno lontanamente vicino a ciò che mi aspettavo.
"Ali!" esclama Raquel raggiungendomi e chinandosi alla mia altezza.
"È finita" le dico io realizzando per davvero che Zulema è libera di vivere la sua vita.
"Sì Alicia, è finita" mi dice lei e io, finalmente, rido.

Qualche ora prima

"Avvocato Garrido, esponga" dice il giudice Martinez con sguardo burbero.
"Grazie Vostro Onore. - replica Alma alzandosi in modo professionale e camminando a testa alta al centro dell'aula, proprio di fronte alla sbarra. Solitamente questo non accade qui, l'avvocato resta sempre accanto al proprio cliente in quanto non è presente, come per esempio in America, una giuria popolare. Ma lei è così, è alternativa ed è proprio questo il suo punto forte: coglie tutti di sorpresa, decisamente. Lo sguardo della bruna corre su di me, poi su Zulema e infine sul giudice - Dunque, la mia cliente è stata accusata di omicidio plurimo ed è stata condannata all'ergastolo ormai 15 anni fa. Durante il suo periodo di detenzione ha rincorso disperatamente la sua libertà, ha tentato la fuga e ha messo in atto il sequestro di una detenuta. Fino a qui, pare essere colpevole di tutto e attenzione, non sono qui per negare i crimini per cui la mia cliente stessa ha ammesso la propria colpevolezza. Ciò che però attira la mia attenzione è come sia stata gestita con estrema superficialità la parte psicologia della Zahir. Ella infatti è stata vittima di abusi e soprusi ad opera del suo ex marito e della madre. La Zahir è una sposa bambina venduta al miglior offerente quando aveva poco più di dieci anni, le è stata strappata la sorella maggiore, ha perso il padre alcolizzato e la madre non l'ha cresciuta in quanto ha sempre scelto il denaro, come con la figlia maggiore che però è stata più fortunata. La Zahir è stata più volte violata nei sei anni successivi al suo matrimonio precoce e da una di queste violenze è nata sua figlia Fatima che le è stata strappata a poche ore dalla nascita. Anni dopo, in seguito ad estenuanti ricerche nel tentativo di ritrovare la figlia, ha commesso gli omicidi per difendersi dalle persone che, non appena l'hanno vista avvicinarsi alla bambina, l'hanno aggredita e ferita come dimostrano questi referti medici totalmente ignorati durante il precedente processo. La mia cliente presentava contusioni alle scapole, sui polsi, sull'addome, all'altezza del seno e sulle caviglie. Dagli esami è facilmente deducibile che sia stata legata con corde che le hanno ferito la pelle e spezzato addirittura un polso. Presentava poi una profonda lacerazione al cranio e abrasioni sul corpo intero. C'erano inoltre evidenti segni di violenza carnale sul corpo della Zahir tra cui tracce di liquido seminale nella zona genitale ed una profonda lacerazione vaginale. È tutto scritto qui - afferma porgendo una cartellina al giudice e all'avvocato della difesa - nei referti dell'ospedale in cui è stata portata in seguito all'arresto. Questa è evidentemente legittima difesa, non vi è premeditazione di alcun tipo in quanto la Zahir ha raggiunto l'abitazione della madre al solo fine del ricongiungimento con la figlia ed ha poi agito nell'imminente pericolo che si è trovata a fronteggiare. Ci tengo a sottolineare che nonostante il crimine si sia consumato in Marocco, la mia cliente è stata processata in Spagna in quanto cittadina rimpatriata e di conseguenza vi cito, certa che già conosciate perfettamente la legge, solo qualche riga: è esente da responsabilità penale per legittima difesa chi agisce in difesa della persona o di diritti propri o altrui, in caso di aggressione ingiusta, che espone a pericolo grave e imminente. Non era forse questo il caso della Zahir che, nel difendere la sua vita in pericolo, ha ucciso? Mi domando come questo non sia stato preso in considerazione. Zahir, per il reato di omicidio per legittima difesa, avrebbe ricevuto cosa? Un anno di lavoro socialmente utile e nulla più? Sta invece a scontando un ergastolo e ha disperatamente tentato l'evasione, anche a mezzo sequestro di quella che poi è la sua attuale compagna, pur di trovare il modo di rivedere il cielo senza sbarre. Non ha subito un processo equo e in carcere è stata ulteriormente molestata e abusata dal medico della prigione che ha persino commissionato ad una detenuta di assassinare Fatima dopo averla preventivamente cercata e trasferita da una prigione di minima sicurezza ad una di massima al solo fine di danneggiare la mia cliente ignara. La stessa detenuta ha tentato poi di assassinare anche Zahir e ne è conseguito un ricovero ospedaliero, due operazioni d'urgenza, una terza per il trapianto e una lunga convalescenza ancora in essere. Possiamo quindi concludere che tutto questo è un clamoroso errore giudiziario quasi quanto quello della Ferreiro che ho difeso un mese fa, mi domando cosa stia combinando questo tribunale, pecca forse di superficialità? O di pregiudizio? Non lo voglio sapere, chiedo solo che venga immediatamente prosciolta, avendo già scontato una pena non conforme a quella a cui sarebbe dovuta essere sottoposta, da ogni accusa e chiedo l'immediata libertà della mia cliente. Non accetto patteggiamenti, ha scontato a sufficienza. La voglio libera ed esigo la sua fedina penale immacolata." conclude Alma spiazzandoci. Non erano questi i patti, doveva chiedere i domiciliari per poi passare alla libertà vigilata e solo dopo alla libertà. Non doveva chiedere il proscioglimento bensì la rivalutazione della pena.
"Grazie Avvocato, la difesa ha qualcosa da aggiungere?" chiede Martinez guardando Sanchez, l'avvocato che interviene per lo Stato. È una bionda odiosa con le labbra pittate di rosso Ferrari, il seno terribilmente rifatto e l'espressione di chi crede di averla d'oro. L'ho odiata fin da quando ho iniziato la pratica con l'accademia e continuerò ad odiarla a vita. Sanchez apre la bocca per parlare ma il suo collega, De Rosa, le stringe la mano intorno al polso fermandola, probabilmente consapevole che qualunque cosa dicano possa solo affossarli confermando la figura di merda plateale che hanno fatto.
"No Vostro Onore" afferma la bionda.
"D'accordo, mi ritiro per deliberare" conclude Martinez lasciando il banco.
E adesso?

"Perché l'hai fatto?!" chiedo ad Alma non appena esce dall'aula di tribunale con Zulema.
"Cosa?" mi domanda lei con finta innocenza.
"Perché hai spinto? Perché non sei mai capace di fermarti prima di fare quel dannato passo di troppo?" sbuffo io.
"Cazzo Alma ha ragione, non erano questi i piani, non doveva andare così!" esclama Raquel.
"Dovevi chiedere la semilibertà!" afferma Macarena.
"Non mi concederanno nulla così! Penseranno che voglio approfittarmene!" conclude Zulema.
"Ringrazio tutte e quattro per la meravigliosa fiducia che riponete in me. Ora, con permesso, vado a prendermi un caffè" borbotta lei prima di darci le spalle e allontanarsi verso la macchinetta alla fine del corridoio.

"D'accordo Avvocati, sono giunto ad una conclusione dopo aver attentamente esaminato ogni prova che mi è stata presentata. Devo ammettere che ignorare i referti medici della Zahir è stata una mossa davvero superficiale. Personalmente non avrei avuto nemmeno bisogno dell'arringa dell'avvocato Garrido per trarre una conclusione, dai referti è palese la legittima difesa così come la non premeditazione. I reati della Zahir dopo l'arresto però non sono indifferenti, basti pensare che è stata allontanata da ben undici diversi penitenziari. C'è comunque da dire che se non vi fossero stati l'arresto e la detenzione, non avrebbe avuto motivo per tentare di evadere o per sequestrare la Ferreiro. Insomma è tutto così controverso e per quanto io abbia fatto lo sforzo di ragionare su questo caso, sapevo già quale sarebbe stata la mia sentenza.
Penso che una delle qualità che deve avere un giudice sia la consapevolezza di dover essere umile. Nessuno di noi è perfetto, con la signora Zahir è stato commesso un evidente errore ma abbiamo ancora modo di rimediare così come con la Ferreiro.
Dichiaro dunque l'imputata Zahir prosciolta da ogni accusa e non colpevole. L'udienza è tolta." il giudice Martinez batte il martelletto e lascia l'aula mentre io sono paralizzata su questa sedia.
"Che ti avevo detto?" mi chiede Alma. Io scuoto la testa e corro fuori da questa stanza che mi sembra rimpicciolirsi e schiacciarmi. Esco nel giardino del tribunale e sollevo la testa chiudendo gli occhi. Il sole mi scalda il viso, il vento mi muove i capelli. Le lacrime mi scorrono silenziosamente sulle guance senza che io possa controllarle.
Cado sulle ginocchia spezzata dalla stanchezza delle ultime settimane e incredula davanti ad un verdetto che non è nemmeno lontanamente vicino a ciò che mi aspettavo.
"Ali!" esclama Raquel raggiungendomi e chinandosi alla mia altezza.
"È finita" le dico io realizzando per davvero che Zulema è libera di vivere la sua vita.
"Sì Alicia, è finita" mi dice lei e io, finalmente, rido.
Zulema torna a casa.
Zulema torna a casa.

"Stai bene?"chiedo a mia sorella che è sdraiata sul dondolo a fumare una sigaretta. Dopo l'udienza l'abbiamo accompagnata a Cruz del Norte per le firme, ha tolto il braccialetto elettronico dalla caviglia, ha raccolto i suoi pochi effetti personali e si è lasciata quell'edificio grigio e giallo alle spalle. Abbiamo comunicato alle ragazze di passare per cena così da festeggiare e ora le stiamo aspettando.
"Sì, mi sento solo sprofondare. So che dovrei essere felice e lo sono, lo sono da morire. Non pensavo che avrei mai ottenuto la libertà e non mi importa se ho bruciato i miei anni migliori dietro alle sbarre perché altrimenti non avrei incontrato Maca e Saray, non avrei conosciuto la banda e la Rizos e non avrei nemmeno ritrovato te e scoperto quanto sia bello avere una famiglia. È solo che tutto questo è costato la vita di mia figlia e l'unico rimpianto che ho è che se avessi avuto un avvocato migliore, se avessi parlato prima, se avessi lottato, lei forse ora sarebbe qui. Forse non qui qui perché chi vorrebbe una madre come me che non ho saputo amarla come avrei dovuto, però sarebbe in questo mondo, respirerebbe la mia stessa aria, guarderebbe la mia stessa luna e non la sentirei così irraggiungibile. Anche solo saperla qui mi farebbe respirare meglio, perché ora mi rendo conto che non è come con te, non c'è una seconda chance per essere una madre migliore. Non riavrò mai quello che saremmo potute essere io e lei." mi dice fissando le stelle.
"Sono certa che lo sappia, devi darti una chance Zulema, devi vivere per te e per lei. Vive Zule" le dico e lei sorride nel buio prima di farmi spazio sul dondolo.
VIVE.

* spazio autrice *

È un po' più breve, ma è estremamente intenso e va bene così.
Ci avviciniamo alla fine, poi mi prenderò una lunga pausa, continuerò a scrivere ma lo farò per me stessa. Queste sono fan story, chissà se un giorno avrò il coraggio di pubblicare qualcosa di più profondo.
Grazie a voi che siete ancora qui! Sono certa che il finale ci farà sorridere.
A presto!

- Elle 🦂

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 17, 2023 ⏰

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