Chapter 1 - Two sides, same coin

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Seoul, zona Sud

"Dimmi che cosa devo fare! Non so... non so cosa..."

"Lo sai anche tu che il tuo posto è qui"

"Smettila di comportarti come se non importasse a nessuno di te!"

"Sei più umano di quello che credi..."

"Puoi camminare nella luce, ma il tuo sangue resta nero come la mafia, Taehyung"

"Guardami... Guardami, dannazione! Se... se provi a morire, giuro che ti seguo all'altro mondo solo per ucciderti con le mie mani, Taehyung!"

Taehyung aprì gli occhi in un solo colpo, lo sguardo che rimase fermo, immobile, a fissare il soffitto bianco della sua camera. Ultimamente il sonno sembrava essere persino più flebile e altalenante di quanto non fosse mai stato. Di solito, il suo era un sonno breve ma intenso, irregolare, ma senza sogni. Nemmeno incubi. E questa volta non faceva eccezione. Tutte quelle parole, quelle immagini che si erano accavallate nei suoi sogni non erano incubi. Erano ricordi. Ricordi appartenenti a un tempo breve ma infinitamente lungo. Erano ricordi di avvenimenti che si erano mescolati e susseguiti nel giro di poche ore quando li aveva vissuti, così lontani ma così vicini. Quattro anni. Quattro anni potevano essere pochi o molti, dipendeva dai punti di vista, da ciò che si aveva attorno, dipendeva... dalle persone, il più delle volte. Taehyung non aveva mai dato molto peso allo scorrere del tempo, non nella sua vita, non quando il tempo era qualcosa di così flebile e fragile da poter essere portato via in pochissimi istanti. A Taehyung non era mai importato del tempo, come avrebbe mai potuto importargli se aveva sempre pensato che fosse inutile viverlo in primo luogo? Come poteva importargli, se sapeva che prima o poi sarebbe riuscito a togliersi la vita mettendo fine a questo inutile scorrere del tempo che tutti chiamavano vivere e a cui si aggrappavano? Come poteva importargli quando... Taehyung cercava un senso in ciò che tutti chiamavano vita. Lo stava cercando da anni, fin da quando aveva iniziato a concepire il mondo attorno a sé. Lo aveva cercato ovunque, dalla parte più oscura e tenebrosa a quella più luminosa ed eccentrica. Una volta gli avevano chiesto perché ci tenesse così tanto a morire, la sua risposta era sempre la stessa:

'C'era forse un senso a ciò che tutti chiamavano vivere?'

In fondo, una volta, qualcuno gli aveva detto che il vuoto che si portava dentro non sarebbe mai riuscito a colmarlo. Oh. Peccato.

"Kim hyung!" la voce leggermente acuta di Jeno lo distolse dal flusso dei suoi pensieri, costringendolo a voltare il capo sul cuscino e a posare lo sguardo sulla sveglia del comodino. Le dieci del mattino. Oh. Era in ritardo, di nuovo. Probabilmente Yoongi si sarebbe infuriato come al solito, ma un ghigno gli comparì sul viso a quel pensiero. Innervosire Yoongi era una buona ragione per alzarsi dal letto e andare al lavoro, in fondo, se Jeno era lì a bussare alla sua porta, voleva solamente dire che Yoongi aveva già provato a chiamarlo più volte, arrendendosi e decidendo di mandare Jeno a cercarlo. Un po' come accadeva tre volte alla settimana.

"Kim hyung! – bussò ancora il minore emettendo un sospiro – Dimmi che non stai cercando di annegarti di nuovo nella doccia! Yoongi hyung non sarà contento di sapere che sei in ritardo perché hai provato un nuovo metodo di suicid..." continuò ancora Jeno, quasi esasperato ed ormai rassegnato al comportamento assurdo del proprio mentore, e nel suo straparlare quasi non si ritrovò in terra quando Taehyung spalancò la porta del suo appartamento, rivolgendogli un'occhiata annoiata.

"Mi annoiavo troppo per pensare ad un nuovo metodo, Jeno – si imbronciò Taehyung – Hai qualche suggerimento?"

"Io... cosa?! Non è... si può sapere perché sei così fissato con il dover morir..."

Our Dark Duet | Taekook - A Soukoku RetellingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora