Chapter 2 - Soukoku. Double Black

662 47 32
                                    

Seoul, 4 anni prima

"Hyung!" l'urlo di Jungkook fece vibrare persino le pareti mentre spalancava la porta dell'ufficio di Jaebum con un tonfo sordo, l'espressione stravolta, gli occhi grigi sgranati.

"Jungkook, ch..."

"E' sparito!" urlò il rosso, lo sguardo frenetico come se avesse corso fino a ritrovarsi senza fiato. Il bagliore rosso fuoco della sua abilità più che vivo attorno a lui, come se la stesse controllando a stento.

"Jungk..."

"Non c'è! Non è da nessuna parte e... il suo numero di telefono è inesistente! Non è in nessuna delle basi d'emergenza, tutti i nostri jet sono ancora all'aeroporto, non è... è come se fosse sparito nel nulla! Tutte le sue cose sono ancor..." e il tono concitato del ragazzo dai capelli rossi si affievolì pian piano, fino a spegnersi del tutto nell'esatto istante in cui il suo sguardo si posò su un dettaglio inconfondibile. Un cappotto nero lucido era ripiegato con cura e poggiato all'angolo della scrivania del Boss. E Jungkook conosceva quel cappotto nero meglio di quanto conoscesse il suo stesso armadio.

"L'ha trovato Jackson stamattina" disse Jaebum, chiaramente riferendosi al cappotto nero. Jungkook deglutì a vuoto, gli occhi grigi sgranati e spauriti mentre ritornavano in quelli bui del maggiore.

"E'... è morto?" domandò con un filo di voce. Jaebum scosse il capo.

"Dov'è?"

"Non lo so"

"Quindi per quanto ne sappiamo potrebbe essere morto?!" urlò Jungkook, il pavimento sotto i suoi piedi che s'incrinò in un piccolo cratere, segno che il suo controllo stava vacillando. L'intero grattacielo venne scosso da un tremito che riecheggiò tra le pareti, qualche urlo stridulo che giunse fino a loro. Jaebum lo osservò in silenzio per qualche secondo senza commentare o impanicarsi per quella reazione irruenta come avrebbe invece fatto chiunque altro, prima di alzarsi dalla poltrona e aggirare la scrivania fino a poggiarcisi contro dal lato frontale, portando poi le mani nelle tasche dei pantaloni neri. Lo sguardo in quello del minore.

"Non lo so"

"Boss..." ringhiò quasi Jungkook, ma l'occhiata fredda e indecifrabile del maggiore lo gelò all'istante. Jungkook non capiva, non riusciva a capire come Jaebum potesse... come faceva a...

"Jackson ha trovato il cappotto davanti all'ingresso dei nostri appartamenti stamattina presto – gli disse Jaebum, il tono di voce incredibilmente calmo e calcolato – Non sappiamo dove sia, ma se fosse morto lo sapremmo, non credi?"

"No. E'... è di lui che stiamo parlando! Se fosse morto e non volesse che lo sapessimo allora non lo sapremmo! Non possiamo fidarci solo dell'intuito, non possiam..."

"Jungkook – lo frenò Jaebum, i capelli neri perfettamente in ordine, i piercing che sembravano spiccare di più con quell'espressione impassibile – E' proprio perché parliamo di lui che non posso darti risposte certe. Potrebbe essere morto come potrebbe non esserlo. Potrebbe star semplicemente giocando architettando uno dei suoi soliti scherzi per far saltare i nervi a qualcuno perché si stava annoiando troppo. Potrebbe aver bisogno di cambiare aria per qualche giorno o..."

"Ha lasciato il cappotto" mormorò il ragazzo dai capelli rossi, quasi silenzioso. Il bagliore rosso della sua abilità che svanì nel nulla, come risucchiato via. Come se... come se si stesse spegnendo a propria volta.

"Potrebbe essere uno dei suoi scherzi"

"E' diverso – scosse il capo Jungkook, le mani strette in due pugni fino a far sbiancare le nocche oltre i guanti di pelle nera che portava fino ad esse – Stavolta è diverso, lo so. Stavolta..."

Our Dark Duet | Taekook - A Soukoku RetellingWhere stories live. Discover now