14. Se vuoi che resti devi dimostrarmelo

31 3 2
                                    

14.

Se vuoi che resti devi dimostrarmelo.

Ero ancora innamorata di Baekhyun, l'avrebbe notato pure un cieco e non potevo più mentire a me stessa. A mia discolpa però potevo dire che l'amore ragionava per i fatti suoi, era un sentimento totalmente irrazionale e imprevedibile, quasi una malattia. Non si depennava così facilmente, non si faceva controllare da nessuno, testardo e capriccioso. Era bello, forse il più bello dei sentimenti, ma anche il più crudele perché, quando voleva, sapeva far male da morire. E io mi ero lasciata abbindolare, accecata completamente dal suo splendore. Sapevo, dunque, che se avessi rivisto Baekhyun non avrei saputo resistergli, perciò ero arrabbiata con me stessa, perché avevo ceduto così facilmente e con così tanta lucidità. Ero proprio un'ipocrita.

Chanyeol era rimasto in casa con me e la mia amica per qualche ora, poi si era dileguato. Fanny era la prima volta che lo vedeva, certo gliene avevo parlato, ma probabilmente non si aspettava che le portassi in casa l'ennesimo uomo. Lei e Chanyeol, però, parvero andare subito d'accordo e non mi feci scappare il trasporto con cui Fanny seguiva i suoi discorsi. Sorrisi al pensiero che magari, un giorno, quei due potessero formare una bella coppia. Chanyeol sarebbe stato perfetto per la mia migliore amica e, cosa più importante, io mi fidavo di lui e potevo stare tranquilla sul fatto che non le avrebbe mai torto un capello.

Ero rimasta in silenzio a fantasticare sulla vita della mia coinquilina per crearmi un diversivo. Non volevo pensare a Baekhyun, necessitavo di una tregua. Fanny parve capire, nonostante sapessi avesse già inteso tutto. Era molto discreta in certe situazioni, infatti l'unica cosa che fece fu abbracciarmi e io mi lasciai stringere senza obiettare, malgrado non necessitassi alcuna compassione in quel momento, non me la meritavo.
I giorni seguenti trascorsero apparentemente in modo normale, se non per il fatto che io sembrassi vivere in una bolla. Ero disattenta, maldestra, svogliata. Al lavoro per fortuna avevo Chanyeol a darmi una mano, mentre Fanny cercava di evitare volutamente l'argomento Baekhyun per farmi focalizzare su altro. Apprezzai molto il loro impegno, ma dovevo prendere una decisione. Non potevo continuare a fare finta di niente, non potevo ignorare ancora il fulcro della mia apatia. Era arrivato il momento di affrontare Baekhyun, stavolta definitivamente.

Decisi di presentarmi in ufficio, sicuramente lo avrei trovato lì.
Entrando notai che la vecchia segretaria era stata rimpiazzata da un'altra ragazza e mi sentii alleggerita, in un certo senso, il che mi mise di buon umore e mi fece acquistare fiducia. Continuai dritta per la mia strada e poco dopo arrivai a destinazione. La porta dell'ufficio di Baekhyun era chiusa, forse era in riunione e non voleva essere disturbato, o ancor peggio stava parlando con uno dei suoi amici. Afferrai la maniglia di metallo e trasalii per il contatto freddo con la mia pelle. Ero diventata improvvisamente nervosa e titubante, mi morsi il labbro e presi un respiro profondo. Non potevo tirarmi indietro proprio adesso che era a pochi passi da me. Senza indugiare oltre aprii la porta, facendo capolino nella stanza. Baekhyun era intento a scrivere dei documenti quando si accorse della mia presenza, non lasciò trapelare emozione alcuna, semplicemente mi guardò e si tolse gli occhiali da vista, poggiandoli sulla scrivania.

"Non pensavo venissi qui." – pronunciò imperturbabile, guardandomi dalla testa ai piedi.

"Nemmeno io." - scrollai le spalle, sentendomi ancora una volta a disagio sotto il suo sguardo inquisitore.

"Questo significa che tornerai da me?" - inarcò leggermente un sopracciglio e io voltai il capo sorridendo amaramente. Pensava davvero che sarebbe stato così facile?

"Non proprio." - mi sedetti sulla sedia di fronte a lui. "Tu sei un uomo d'affari, no? Discutiamone."

"Vuoi sfidarmi? Tesoro, non va bene." - un piccolo sorrisetto apparve sulle sue labbra, ma stavolta non lo avrei lasciato vincere.

"Io non ti appartengo. Non l'ho mai fatto." – quella frase lo prese alla sprovvista, così approfittai della situazione. "Perché mai dovresti volere indietro qualcuno che non è mai stato di tua proprietà?"

"Perché ti amo." – rivelò all'istante, così facilmente. "Ti penso costantemente e questo non è mai accaduto con nessun'altra."

"Io non ti credo." – rivelai sottovoce.

Baekhyun aggrottò le sopracciglia, facendo una smorfia interrogativa. "Perché?"

"Perché il sesso non è in discussione e tu sei capace a scusarti solo con quello."

Il silenzio che seguì fu assordante. Lo guardai dritto in faccia completamente seria e finalmente realizzai di potercela fare, potevo vincere contro di lui.

"Amo fare sesso con te, di conseguenza amo te. Cosa c'è di sbagliato?" – incrociò le braccia al petto e attese una mia risposta.

Sorrisi stizzita. "E' proprio questo lo sbaglio: tu non mi vuoi perché mi ami, mi vuoi per il sesso. Era questo il nostro accordo, dopo tutto."

I suoi occhi si strinsero leggermente, ma non riuscii a capire se fosse perché le mie parole lo avevano ferito oppure si stava solo agitando.

"Ho provato tante volte a dimostrarti che ti amo. È un problema tuo se non credi..."

Lo interruppi. "Se non credo all'uomo che ha permesso al suo amico di palparmi!" – sbottai, incapace di trattenere la rabbia repressa. "O se non credo all'uomo che non sa scusarsi senza mettere da parte il sesso!"

"Perché non so cosa mi prende!" - urlo, sbattendo le mani sulla scrivania e alzandosi dalla sedia. Quell'azione brusca mi fece trasalire e distolsi lo sguardo da lui.

"Siediti, Baek..."
"No, non ce la faccio più, cazzo!" – la sua mano scivolò con forza sui fogli di carta, facendoli cadere disordinatamente sul pavimento. "Non ne so niente di relazioni, te l'ho detto un sacco di volte, non so come si fa. Non so cosa vuoi, non so cosa non va bene, io non lo so!" – spiegò gesticolando freneticamente, ormai fuori controllo.

"Mi dispiace ma così non ce la faccio." – alzai le mani in segno di resa, incapace di continuare quella conversazione.

"Se solo tu parlassi con me invece di scappare..."

"Non mi sento al sicuro adesso. Ti sei visto?" – lo indicai spaventata e parve capire il mio timore. Si umettò le labbra e si passò una mano tra i capelli, probabilmente per calmarsi. "Se vuoi che resti devi dimostrarmelo." – continuai cauta.

"Come?" – fece spallucce, dirigendosi verso la finestra e appoggiando i palmi sul davanzale.

"Magari difendendomi?!" – presi un respiro profondo, cercando di non piangere. "Tu non immagini nemmeno quanto io mi sia sentita violata e offesa."

"Lo so." - sospirò, voltandosi di nuovo verso di me. "Per questo voglio rimediare. So di aver sbagliato. Dammi la possibilità di condividere il tuo dolore."

"Baek..." – scossi la testa e lui si avvicinò a me, tendendomi la mano. Mi guardò negli occhi attendendo che l'afferrassi, poi mi aiutò ad alzarmi e mi avvolse tra le sue braccia poggiando la testa sulla mia spalla.

"Perdonami." – sussurrò pentito. "Non importa se non mi credi, ma io ti amo. Ed è vero che mi sei mancata."

"Anch'io ti amo." – ammisi piano, sentendo le lacrime scivolarmi sulle guance. Si allontanò dall'abbraccio e mi prese il viso tra le mani, baciandomi i punti bagnati per asciugarli. Infine mi baciò le labbra con una sofferente dolcezza, con premura e attenzione.

"Torniamo a casa." – bisbigliò amorevolmente, e io ricambiai l'abbraccio.

Patto FataleUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum