La cura

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«Ok! Sei pronto?»
«Sì »
Miriam si protese con il braccio su di lui, ora aveva paura di fargli male, tentò di tirarlo ma non riuscì.
«Nero, così non riesco, credi che...ti farei troppo male se mi metto sopra? Girando di peso dovrei riuscire a darti la spinta per rotolare.»
«va bene»
«cercherò di appoggiarmi il meno possibile ma poi quando girerò dovrai spingerti anche tu. Ora allento la corda della ruota.»
Miriam si puntellò sui gomiti poi mise un braccio sotto la schiena di lui
«Pronto?» lui strizzò gli occhi e fece cenno di si. Miriam ci mise tuta la forza possibile e si voltò tirandoselo dietro. Lui fece quel suo verso stridulo gridando dal dolore, Miriam continuò a spingerlo da un fianco e per metà riuscì ad issarlo sulla ruota velocemente slegò la corda da se e andò dall'altro lato della ruota cercò di infilare le braccia sotto schiena e cosce,
«Scusami, se tu avessi i pantaloni saprei dove prendere per tirarti meglio su» , lui strizzava gli occhi che ora erano leggermente ombrati di rosso. Lei tirò verso di se e lo aggiustò come potè.

Ora veniva la parte più difficile. Miriam si fissò di nuovo la corda intorno al petto puntellò i piedi e si inclinò verso avanti. Cominciò a tirare, lentamente la ruota con Nero sopra cominciò a spostarsi. La ruota era un po' piccola ma Nero si mantenne con la mano buona e dopo un po' avevano percorso già qualche metro. Miriam continuava a tirare perché sapeva che, se si fosse fermata, ripartire sarebbe stato più difficile.

Quando lei inciampò e cadde in avanti faccia di corvo allungò una mano e le toccò il piede.
Lei si volse a guardarlo sudata, rossa in viso e senza fiato
«Lasciami qui! Lasciami morire»
Lei ebbe le lacrime agli occhi sentendo tutta la tristezza di lui. Nero respirò quel dolore e volse il becco verso il buio.
Lei si tirò su e ricominciò a tirare
«Non lo dire mai più!» disse fra i denti.

Quando arrivarono alla jeep Miriam, slegò la corda dal petto, entrò dall'altro sportello dietro e lo afferrò cingendolo sotto le braccia ali. Nero urlò, e il suo grido prolungato era a tratti d'uomo a tratti di corvo. «Scusa scusa scusa» ripeteva lei tirandolo sul sedile posteriore della jeep. Nero sentì odore di sangue dietro alla sua testa. Gli occhi di un rosso intenso egli si contorse fra le braccia di lei fino a trovarsi con il becco sul petto di lei. L'odore del sangue era vicino al suo becco nel muoversi la canotta si spostò e Nero vide i segni della corda, la lingua sottile assaggiò le minuscole goccioline di sangue che trasudavano dalle escoriazioni.
In un istante gli occhi tornarono verdi grigi e lui le sussurrò
«Scusa»

Miriam si sentì imbarazzata da quel nuovo atteggiamento.
«Non ti preoccupare» disse e gli accarezzò il becco.
Si rimise alla guida e si fermò al piazzale dove era la baracca. Lo tirò sulla ruota e lo spinse verso l'entrata. Si mise di fianco alla ruota e di nuovo se lo isso sopra e lo fece rotolare sul giaciglio. Di nuovo i suoi occhi si fecero rossi e la sua voce si fece udire in grida di dolore.
«Scusami scusami scusami ti prego...va meglio? »
Lui ora mostrava i denti e scuoteva la testa ripetutamente gli occhi ancora più rossi.

«Nero! Guardami Nero! Ho bisogno che tu stia calmo... Nero, guardami»
Lo sguardo di faccia di corvo si fermò su di lei e lentamente si schiarì in un grigio rosato.
«Nero io non ho niente qui per curarti, ora andrò al laboratorio a prendere quanto mi occorre, porterò anche dell'acqua per lavarti, puzzi da morire e dobbiamo scongiurare infezioni. Tu mi aspetterai qui vero? Posso fidarmi di te?»
Nero esausto fece cenno di sì e svenne.
Miriam gli accarezzò la fronte "meglio così" pensò. E uscì.

Stavolta Taylor si sarebbe infuriato ma non poteva fare altrimenti. Era quasi impossibile non si accorgesse del materiale sottratto. Prese due taniche da 20 litri d'acqua. Una bacinella. Dei guanti, una bobina di carta assorbente, due scatole di garze, una confezione di salviettine umidificate, qualche ago cannula, una bottiglia di fisiologica, del disinfettante e delle fiale di antibiotico. Doveva sbrigarsi e non era lucida. Che altro? Si guardò intorno. "Pensa Miriam! Pensa, che altro serve? Del cibo?» ma come al solito non ce ne era. Prese degli integratori, è una scatola di antidolorifici. Avesse avuto quella dannata scheda ora non avrebbe dubbi sui farmaci da somministrare. Era sulla porta,
tornò indietro e afferrò al volo una rocchetta di cerotto adesivo per fissare il bendaggio.
"Non mi basterà uno stipendio per ripagare questa roba"

Nero Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang