Cadere giù

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Ho immaginato che il brano sopra ci stesse bene... che dite?

Il dottor Prust non fece in tempo a riaversi che già Miriam si precipitava a seguire Nero.
«NERO! ASPETTA! ASPETTAMI!»
Faccia di corvo aveva corso a braccia aperte su per le scale, non cercò l'uscita ma andò dritto e si lanciò verso la finestra attraversando la stanza dove lavoravano Ashley e Jane.
Le due ragazze non fecero in tempo ad alzare la testa che già era fuori da lì.

Miriam gli correva appresso, arrivò fino alla finestra per vedere la direzione del volo afferrò le chiavi della jeep e corse fuori. Prese il sentiero verso la cava. Nel tratto che si addentrava nella foresta la sua capacità di guida venne meno, la fiancata dell'auto subì molti bozzi e sgraffi la percorsero per tutta la lunghezza.

Arrivò alla baracca e lo vide in lontananza volare ancora, lo segui con l'auto finché poté, poi scese e, lasciando lo sportello aperto, corse per quanto gli fu possibile arrampicandosi sulle rocce. Alla sua destra c'era lo strapiombo, Miriam buttò lo sguardo sotto,  più avanti e vide un tappeto di pietre appuntite. «NEROOO!»
«Ti prego Nero...» oramai senza fiato.
Si issava a fatica per raggiungere il punto più alto. Lui era di fronte a lei ritto, magro, distrutto

Faccia di corvo si sporse dalla roccia a strapiombo, sotto di lui spuntoni di acuminate schegge di pietra, rimasugli della antica cava. Al di là di quelle taglienti rocce distese di prati verdi proseguivano fino al fitto bosco. Faccia di corvo voleva far tacere quel dolore sordo, la fine della sua vita su quelle pietre gli parvero l'unica soluzione possibile. Lei giunse in cima pochi attimi prima che lui si buttasse. «NERO » gridò «non farlo»
In un ultimo gesto di disperazione si gettò dietro di lui. Vivere o morire dipendeva da lui per entrambi, se lui avesse salvato lei avrebbe salvato anche se stesso e lei non gli avrebbe permesso di tentare ancora.

Lei lo avrebbe seguito suo malgrado! Nonostante ciò di più brutto gli avesse mostrato era incapace di lasciare che si distruggesse. In pochi secondi vi era in gioco la vita di entrambi. Di lui che aveva chiuso le sue ali stringendosi le braccia intorno al petto con l'intenzione di non aprirle più e di lasciare che le sue fragili ossa si sparpagliassero di sotto al burrone, di lei che senza più un barlume di lucidità metteva la sua vita nelle mani di lui sperando di riuscire a costringerlo a salvarla e a salvare se stesso.

Faccia di corvo, Nero, Alex cadevano in precipizio verso il baratro. Il bambino Alex, il mostro Faccia di corvo, e la speranza Nero tre esseri in uno uniti in un unico destino.
Sentì l'odore della morte Nero e sentì l'odore di Miriam, della paura di lei, e della fiducia di lei.
Sarebbero stati insieme in qualche modo in fondo a quei sassi. Ma poteva sopportare di esserne la causa? Pochi istanti alla fine Nero emise uno dei suoi gridi più strazianti.
Spalancò le braccia afferrò Miriam riprese quota e spiccò il volo verso l'alto e turbinò con un ala sentì il respiro mozzato di lei nel contraccolpo, e le mani fresche sul suo collo.
Volava con un ala sola, girando su se stesso, in un vortice a salire rasentando le stesse rocce che li avevano visti cadere giù separati.

Arrivò in cima al pendio da dove entrambi si erano lanciati. I piedi di entrambi sulle rocce ma le gambe di Miriam non ressero e lui la avvolse nel suo manto alato provando uno struggimento mai sentito prima. Capì in quell'istante che non era il suo aspetto esteriore a renderlo una bestia malvagia ma la mancanza di questa tenerezza che provava ora.
Miriam aveva il viso nell'incavo del suo collo, e nero respirava l'odore nuovo dell'abbandono girando il volto dall'altro lato per non farle male con l'ingombrante becco.

Le braccia di Miriam ora erano sulla schiena di lui, le dita delle mani piantate fra le piume. Nel tepore di quell'abbraccio si sentiva lontana da ciò che era successo poco prima nel laboratorio. Non volle staccarsi per paura tentasse ancora di gettarsi, ma ancora di più per il cambio della percezione che aveva di lui, non più un caso da studiare ma un uomo con sentimenti feriti e complicati, non più cellule e geni ma anima e psiche, qualcosa di più profondo che niente avrebbe potuto spezzare, neanche l'ira latente in lui. Tremava Miriam con ancora la sensazione del corpo in caduta. Per qualche frazione di secondo aveva sentito l'ebbrezza del vuoto guastata solo dalla paura di soffrire nell'impatto.

Restarono a lungo ad occhi chiusi ad annusare la vita dell'altro . Poi le sirene delle volanti e le loro luci li riportarono nella realtà.
«Hai un posto in cui nasconderti? » chiese Miriam senza sciogliere le braccia dalla schiena di lui, ancora con il viso nell'incavo del collo.
Lui annuì!
«Nero...» non sapeva come chiederglielo « io ho...tu...»
«So che non può esserci nulla tra di noi.» sussurrò lui.
«Cosa? Nulla? Ti sembra nulla questo?»
«Se io fossi normale...» si allontanò da lei «se fossi come Taylor..»
«Se tu fossi come Taylor saresti banale e io non ti avrei degnato di uno sguardo. E invece sei speciale.»
«Speciale per un laboratorio»

«Non lo nego che il mio interesse iniziale fosse quello, ma tu lo sai che non è più così.
Nero, è importante che tu capisca che sei importante per me.»
«Ma non come voglio io»
Miriam non seppe che dire.

«Io voglio che tu non ti faccia più del male, voglio che tu viva. Non posso immaginare di andarmene da qua e lasciartelo fare.»
«Perché? Che te ne importa?» poi le toccò il braccio fasciato sotto la felpa «Hai permesso che ti facessi questo, perché non permetti a me di farla finita?»
«Perché ti voglio bene, non basta? Perché se tu ti butti io mi butto, se tu vivi vivo anche io. Perché voglio ancora correre in auto e vederti sfrecciare vicino al finestrino. Perché queste emozioni che mi hai dato sono più di quanto ho vissuto in tutta la mia vita.»

«Nero! Se tu vuoi posso renderti più simile a Taylor, ma vuoi subire altre cure dolorose?
Non posso immaginare che tu possa vivere senza volare, se prima credevo di doverti curare ora credo che tu sia perfetto così.  La scelta è tua, io ti sarò vicina qualsiasi scelta tu faccia. E ti aiuterò come potrò.»

«Ma dovremo andare via da questa città, se tu vorrai seguirmi ho già fatto qualche colloquio per collaborare ad altre ricerche. Certo dovremo affrontare le conseguenze di quanto hai fatto a Liam. Diremo che c'era un animale fuori controllo che lo ha aggredito. Se non me ne daranno la colpa, passata questa saremo liberi di ricominciare.»

«Perché mi fai questo?» chiese lui.
«Questo cosa?»
«Mi dai speranza.»
Miriam lo abbracciò ancora.
«Allora tu devi fare altrettanto! Devi darmi speranza.»
Lui si arrese alla speranza.
Non più Alex, ne faccia di corvo.
Ma solo Nero nato su una strada sbrecciata sotto gli occhi di un gatto investito e di una strana ragazza senza paura dei mostri.

Nero Where stories live. Discover now