Capitolo 15 - Fantasmi del passato

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«Sai, figliolo, sono convinto che Camille sarebbe una Viscontessa perfetta.»

A John andò per traverso il pezzo di quaglia che stava masticando e iniziò a tossire indemoniato alla ricerca di aria. Ci mancava solo che con tutto quello che aveva affrontato, morisse per un maledetto pezzo di carne – o per l'affermazione di suo padre, dipendeva dai punti di vista.

«Come la fai tragica» continuò Vincent imperterrito, come se non avesse appena assistito al quasi soffocamento del figlio. «Lo penso dal momento in cui sei tornato e, se proprio ci tieni a saperlo, ne sono più sicuro ogni giorno che passa.»

«Come...» un colpo spasmodico di tosse. «Diavolo...» altri due colpi spasmodici di tosse. «Avete fatto...» un respiro profondo e di nuovo l'aria fluì nei polmoni, seguito da un ulteriore colpo di tosse. «A mettervi in testa una cosa tanto ridicola?» concluse, bevendo un intero bicchiere d'acqua. Non era mai stato più vicino alla morte come in quel momento.

«Suvvia, John, sarò pur vecchio ma non mi sono ancora rincretinito.»

Al Diavolo, ma perché la cena non poteva continuare tesa e silenziosa come fino a un minuto prima? Non bastavano i suoi pensieri al riguardo, ci si doveva mettere pure suo padre a rincarare la dose?

«È l'idea più assurda che io abbia mai sentito» affermò, continuando a sentire una strana sensazione alla gola.

«Io credo di no» insistette. «In fin dei conti, ha tutte le qualità che una buona moglie dovrebbe avere e non è forse una bellissima giovane donna? Sii sincero, non dirmi che non ti ha colpito almeno un po'. Sebbene il tuo comportamento di oggi sia stato riprovevole, non può averti lasciato indifferente. Montgomery mi riferisce tutto ciò che accade sotto il tetto di questo castello e so che avete passato parecchio tempo insieme.»

«È vero» ammise John, ripensando alle loro chiacchierate nello studio. «Ma non ci sono solo gli aspetti che avete elencato da considerare. E dovreste saperlo meglio di me, visto che, se ben ricordo, siete stato voi il primo a definirla una giovane piuttosto entusiasta

«Ma è naturale, vista l'età. Diventerà più docile col tempo.»

John ne dubitava. Neanche fra un milione di anni Camille sarebbe diventata più accomodante e, qualora fosse successo, non glielo avrebbe mai perdonato, perché avrebbe voluto dire che aveva cambiato il proprio carattere per compiacere qualcuno.

In un attimo rivide lei sorridente mentre passeggiava nei giardini a braccetto col signor Sterling. Lui che a un certo punto si fermava, le prendeva le mani e, avvicinandosi, le portava alle labbra. Per poco non aveva rotto il bicchiere con dentro il brandy nel vedere quella scena melensa.

Sì, l'aveva spiata.

Non si era presentato nel salotto per ovvi motivi, ma non aveva resistito all'impulso di osservare le mosse del signor Sterling dalla finestra. Pessima decisione, ovviamente, ma d'altronde in quel periodo non ne azzeccava una, per cui una in più o una in meno non faceva differenza.

«Dovresti parlarle» disse suo padre. «Se non altro per risparmiarle di finire fra le mani di quell'uomo insignificante.»

«Pensavo vi piacesse.»

«Figuriamoci!» esclamò con veemenza. «Se avessi potuto, l'avrei cacciato non appena Montgomery è venuto a dirmi che mi chiedeva udienza. L'ho accolto perché non posso esimermi dal ruolo di tutore, ma se fosse dipeso da me, avrei evitato quell'incontro come la peggiore delle malattie» disse, sospirando malinconico. «Speravo tanto non succedesse.»

«Che cosa?»

«Il corteggiamento. Secondo te, perché mi sono rifiutato di partecipare a quanti più eventi possibili? Mi sono comportato da perfetto egoista, ma così facendo avevo sperato di evitare l'inevitabile ancora per un po'. Perché la verità è che vorrei che Camille restasse qui per sempre. Per questo avevo pensato che voi... insomma... oh, lasciamo perdere. Sono solo i vaneggiamenti di un vecchio diventato troppo sentimentale.»

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⏰ Last updated: Oct 10, 2023 ⏰

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Un visconte all'improvvisoWhere stories live. Discover now