9 - San Valentino

5 3 0
                                    

Nei giorni seguenti Marta sentiva che tutto stava andando alla perfezione, ma era anche certa che non fosse normale: sapeva quanto la vita fosse capace di provocare un dolore immenso e le risultava impossibile che tutto potesse scivolare via così leggero. Non riusciva a liberarsi da quel pensiero fisso che fosse tutto "troppo" perfetto. Eppure si era trasformata in una principessa Disney con gli uccellini che le giravano intorno alla testa ubriachi e stava vivendo una incantevole commedia romantica col suo principe azzurro che aveva lasciato da lei addirittura lo spazzolino!

Poi aveva finalmente un lavoro che amava, che la faceva sentire viva, autonoma, indipendente e, per quanto fosse un lavoro semplice, poteva godere del fatto che ogni giorno fosse una scoperta: Leonardo passava molto spesso e le raccontava un sacco di cose interessanti sulla pittura, sui suoi lavori, le tecniche di pittura che conosceva; poi le chiedeva sempre di vedere le sue creazioni e la copriva di lusinghe che Marta, insicura com'era, poteva solo apprezzare.

Aveva ancora gli incubi, ma le cose stavano pian piano migliorando, seppur con alti e bassi.

Marta pensò anche all'unica stonatura in quella perfezione: Rebbi. Dopo l'apparizione di qualche giorno prima, era sparita di nuovo e rispondeva a monosillabi ai messaggi. Aveva forse detto detto o fatto qualcosa di sbagliato? La sua amica non le voleva più bene per qualche motivo che le era oscuro? Le mancavano sempre di più le confidenze intime e sincere, le serate che erano solo loro e come la parte razionale di Rebbi smontava le paranoie assurde di Marta.

In quella felicità che stentava credere stesse capitando proprio a lei, il giorno di San Valentino si avvicinava e Marta era iper eccitata, perché non sapeva cosa aspettarsi da Alex: a volte era romantico e altre un gran burlone, magari l'avrebbe portata a cena sull'Isola Che Non C'è, quindi forse non ci sarebbe stata nessuna cena. Marta sorrideva tra sé e sé pensando alle folli supposizioni sulla serata. L'unica certezza che aveva è che quello sarebbe stato il loro primo San Valentino insieme, e non vedeva l'ora di assaporarlo.

La mattina del giorno tanto atteso, Marta trovò un mazzo di fiori che la aspettava sdraiato davanti alla porta del negozio. Lo raccolse, immerse il viso nelle bellissime rose variopinte di rosso, blu, bianco, nero e viola, e inspirò profondamente; una nuvola di profumi la accarezzò, il mazzo arcobaleno era qualcosa di diverso dal solito e questo la elettrizzava ancora di più. Sorrise e il cuore le riscaldò il volto in quella giornata gelida. Il biglietto non era firmato e recitava solo: "A una creatura meravigliosa." Sospirò pensando ad Alex che si era alzato all'alba per prepararle quella sorpresa e guardò l'orologio pensando a quanto ancora dovesse aspettare fino a sera: troppo. Il tempo delle attese era sempre incredibilmente lento.

❤️❤️❤️

Marta sedeva in camera ritoccando l'eyeliner marrone. Osservò come i suoi occhi fossero pieni e luminosi ora, e sorrise alla propria immagine.

Mika le posò le zampe sulle ginocchia porgendole l'osso di gomma gniccante.

«Non ora, bella» disse dandole una carezza sul muso.

Mika tornò mugugnando alla sua cuccia con la coda tra le gambe.
Marta infilò gli orecchini e si guardò allo specchio. Il blu zaffiro del vestito contrastava con la pelle chiara, gli orecchini brillanti come diamante facevano capolino sotto i capelli rubini. Si soffermò a guardare quel viso che stentava a riconoscere, in ordine, senza occhiaie, adulto, serio, fiero. Solo un anno prima vestiva ancora di mille colori, usciva a ballare in discoteca e saltava da un uomo all'altro, ma soprattutto non provava nulla, il vuoto. Ma ormai, grazie anche alle numerose sedute di psicoterapia, sapeva che quella non era lei, quella Marta era il risultato dell'incidente e apparteneva a un'altra vita che voleva dimenticare al più presto.

Il vestito bluWhere stories live. Discover now