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La stessa sera della rapina, Alex propose a Marta di fare una doccia insieme per alleviare la tensione accumulata nella giornata: le avrebbe massaggiato schiena e capelli, e si sarebbero lasciati coccolare dall'acqua calda. Marta aveva accolto con gioia quella proposta.

Aperto da poco il getto d'acqua, suonò il telefono di Alex che abbandonò subito Marta sotto la doccia. Quel weekend avrebbe dovuto vedere Marco, così pensò che potesse essere qualcosa di importante. Infilò l'accappatoio e corse in sala per rispondere al telefono lasciando una scia di gocce sul pavimento.

Quando vide il nome sullo schermo sospirò, contò fino a cinque e premette cornetta verde.

«Sara, che vuoi?»

Alex restò in silenzio per ascoltare.

«Quindi?»

Alex alzò la voce.

«New York? Stai scherzando, spero.»

«La cosa migliore per te! Pensi mai agli altri?»

«Non me ne frega un cazzo delle tue spiegazioni.»

«Appunto, Marco! Già lo vedo poco, e tu lo porti oltre oceano?»

«Una soluzione un corno! Sono suo padre!»

Marta, stretta nell'accappatoio, si affacciò sulla porta.

«E tu potevi non fare la puttana!»

Marta ebbe un sussulto quando Alex lanciò il telefono contro al muro.


Nei giorni seguenti, l'aria in cartoleria era pervasa di scariche elettriche. Marta sobbalzava per ogni piccola cosa, per ogni rumore inaspettato e per ogni nuovo cliente. Quando poi si avvicinava qualcuno con il casco, tratteneva il respiro finché non se lo toglieva o non passava oltre. Ecco che quel "troppo perfetto" si era trasformato nella solita vita stronza, quella in cui le brutte sorprese piovono dal cielo come gocce d'acido e in un secondo modificano la percezione delle piccole cose di tutti i giorni. Pochi istanti che possono cambiare settimane, mesi o una vita intera.

Dopo la telefonata di Sara, Alex era irrequieto, aveva triplicato il numero di sigarette giornaliere e liquidava le domande di Marta in modo brusco accennando solo il minimo indispensabile sulla faccenda, troppo poco perché lei potesse capire che diavolo era successo nel suo passato. Marta vedeva che stava soffrendo, ma quella distanza le era intollerabile: voleva esserci per lui, nel bene e nel male, invece si sentiva inutile e impotente, come se lui l'avesse tagliata fuori; non capiva come comportarsi e le capitava di avere comportamenti macchinosi invece di essere semplicemente se stessa, cosa che la faceva sentire sbagliata contro ogni pensiero razionale.

Le visite di Leonardo in cartoleria si erano quindi diventate una boccata di serenità: Marta aveva modo di distrarsi lasciandosi stregare dalla meraviglia dell'arte e, quando non era sola in negozio, si sentiva più al sicuro. Lui le ricordava ogni volta che poteva chiamarlo quando desiderava, ma lei gli ripeteva che non c'era problema, che se la poteva cavare anche da sola. In realtà avrebbe tanto voluto una guardia del corpo, ma prima o poi doveva pur tornare alla normalità. Come stava già cercando di fare per l'incidente. Tutto sommato, anche la rapina era stata solo un incidente di percorso. 

Il vestito bluWhere stories live. Discover now