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«Vedi questo fiore sul vaso nello sfondo? È un simbolo che richiama la mia infanzia. Cerco di inserirlo in ogni dipinto. Mia mamma portava sempre un ciondolo con una viola del pensiero.»

«Oh, mi dispiace. È morta?»

Leonardo si avvicinò a Marta e la guardò negli occhi.

«No, ho ricordi di lei fino a quando avevo circa sette anni, poi non l'ho più vista e mio padre non mi ha mai detto il perché. In cuor mio penso e spero che se ne sia andata per cercare la felicità che tutti meritiamo e che meritava sicuramente anche lei.»

Marta forzò un sorriso per nascondere l'imbarazzo per la sua domanda insensibile. «Che bellissimo pensiero.»

Leonardo continuò a indicarle parti del dipinto e a raccontarle aneddoti su ogni particolare che vi aveva inserito. Marta lo ascoltava rapita e gli faceva spesso domande, incuriosita dalle emozioni che si nascondevano dietro la pittura e non avrebbe potuto certo fare le stesse domande a Picasso o Kandinsky per sapere cosa mai gli fosse passato per la testa. Con un pittore a portata di mano poteva soddisfare la sua infinita curiosità su quel mondo che tanto la affascinava.

Leonardo le stava spiegando perché sullo sfondo avesse inserito elementi astratti rossi e neri, quando un uomo entrò dalla porta.

«Scusa il ritardo, ma una cliente mi aveva rapito.»

Marta disse "scusami" sottovoce a Leonardo, si avvicinò ad Alex e prese i cataloghi che lui le stava porgendo, mentre Mika gli saltava addosso cercando di leccarlo in ogni dove.

Cominciò subito a sfogliarli, si appoggiò sul bancone e allungò una mano per recuperare la penna, che però non trovò dove si ricordava di averla appoggiata. Leonardo gliela porse. «Te l'avevo messa nel portapenne. Sei disordinata, sai?»

Alex lo guardò torvo per un attimo, poi posò lo sguardo sulla mano dell'uomo. Marta invece gli fece un sorriso di ringraziamento e cerchiò un prodotto sul catalogo, ignara dello sguardo indagatore che Alex aveva portato su Leonardo che stava ammirando il proprio quadro con un'espressione da critico d'arte.

Marta fece qualche domanda ad Alex su alcuni prodotti e prese appunti sui cataloghi. Quando arrivò alla pagina contenente l'occorrente per la pittura, si rivolse direttamente a Leonardo.

«Leo, già che caschi a pennello...» Marta trattenne un risolino mentre Alex la guardava inespressivo, «guarda se ti interessa qualcosa.»

«Mi avevi detto che ti piacciono i trittici... quindi questi» disse puntando il dito sul catalogo, «farebbero proprio al caso mio.»

Alex storse il naso.

Leonardo mise sottobraccio il proprio dipinto. «Devo andare.»

Quando arrivò alla porta si girò e guardò l'uomo accanto a lei. «Arrivederci.»

Alex gli rispose con un silenzioso cenno della testa.

Con un passo già sul marciapiede, Leonardo aggiunse: «Ciao, meraviglia.»

Marta alzò la mano rispondendo con un veloce «Ciao» senza togliere gli occhi dal catalogo.

Quando alzò lo sguardo, incontrò quello accigliato di Alex.

«Che c'è?»

«Il tuo "caro pittore" ci sta provando.»

«Maddai, che dici.»

«Palesemente.»

«Sei geloso?» Marta si avvicinò a lui con un sorrisetto malizioso. «Davvero?»

Alex la allontanò.

«Non sono io a essere geloso, sei tu che sei ingenua.»

Marta gli prese le mani. Alex girò il viso stringendo le labbra.

«Tesoro, ti stai sbagliando. Fidati.»

«Non chiamarmi "tesoro"!»

Marta si allontanò da lui fissandolo in silenzio.

«Sara mi chiamava sempre così, lo enfatizzata in un modo che...» Alex fece un gesto di stizza con le spalle, come a scacciare un brivido e continuò: «So quello che ho visto, conosco abbastanza le persone da...»

«Devi imparare a fidarti di più. Non tutte le persone che si aggirano nel mondo sono "brutte persone", Alex.» Alex sbuffò, ma lei gli si avvicinò di nuovo. «Fidati almeno di me» gli disse prendendogli il volto e girandolo verso di sé. Alex la baciò appoggiando le labbra su quelle di lei e ritraendole velocemente.

«Questa sera puoi venire da Maurizio e Sara? Vogliono parlare dei dettagli del matrimonio con noi.»

«Certo» gli rispose mentre metteva via i cataloghi.

«Perché ha la mano fasciata?»

Marta si bloccò con i cataloghi in mano e guardò Alex, chiedendosi dove volesse andare a parare.

«Non ne ho idea. È evasivo... come qualcun altro di mia conoscenza.»

«Perché essere evasivi su una cosa così?»

«Magari perché sono fatti suoi? Comunque ce l'ha da un po'... Una volta gli è scivolata la benda e mi è sembrato fosse il morso di un cane.»

Si avvicinò a Mika, le spupazzò le orecchie mentre la cagnolona la guardava come sorridendo di gioia. «Non sta molto simpatico ai cani, vero Mika mia?»

Mika abbaiò. 

Il vestito bluWhere stories live. Discover now