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Sabrina e Maurizio accolsero Marta e Alex con grandi sorrisi. Mika si intrufolò tra le loro gambe per correre in casa a mordicchiare le orecchie di Oscar. Il terranova la salutò abbaiando.

Mentre porgeva il giubbotto a Sabrina, Marta la osservò: il suo volto sembrava più luminoso e metteva in risalto le lentiggini e gli occhi verdi che brillavano come smeraldi.

Maurizio accolse Alex con una pacca sulla spalla. Marta gettò uno sguardo in direzione dei due uomini, si soffermò sul sorriso di Maurizio, le trasmetteva gioia, tranquillità, trepidazione; i ricordi la investirono come acqua tiepida che si ghiaccia pian piano. Con un masso sul cuore, distolse lo sguardo. Come poteva ancora guardarlo negli occhi? Eppure era lì, con l'imbarazzo che faceva costantemente a pugni con la riconoscenza, pronta a organizzare un matrimonio di cui sarebbe stata testimone.

Durante la cena, Sabrina li rintronò mostrando loro la gestione dei tavoli, la location, il menù del catering. Poi arrivò il momento della torta, o meglio, delle torte. Ogni volta che Marta portava una forchettata alla bocca chiudeva gli occhi, gustava fino a fondo quei sapori sublimi. Portò una mano davanti alle labbra e parlò con la bocca piena: «Spaziali, assolutamente spaziali. Devo scegliere per forza?»

Davanti alla sua espressione buffa e bambinesca, gli altri commensali scoppiarono a ridere.

«Davvero,» aggiunse, «non posso scegliere! Questa è... uao! La freschezza dei frutti di bosco con questa glassa fondente... e poi questa, cavolo, mascarpone al pistacchio? No, cioè, ma io me le porto a casa tutte!»

Alex guardò Sabrina. «Datele dei dolci e lei non capisce più niente. Io voto la millefoglie ai frutti di bosco.»

Marta sgranò gli occhi. «Rinunceresti al pistacchio? Davvero?»

«Mascarpone al pistacchio dopo un pranzo di nozze? Li vuoi uccidere gli invitati?»

Marta abbassò il volto facendo un visetto triste e Sabrina le sussurrò in un orecchio: «Tranquilla, te ne faccio fare un po' solo per te.»

Marta le sorrise, stupita ancora una volta dall'immensa bontà d'animo di Sabrina, soprattutto visto che aveva provato a portarle via il compagno. Ma ora era contenta di non esserci riuscita, perché lei e Maurizio erano una coppia incredibile e sarebbero stati dei genitori meravigliosi.


Quando Sabrina si alzò per sgomberare, Alex raccolse i piatti restanti e la seguì in cucina.

Marta rimase sola al tavolo con Maurizio, si girò nervosa il calice di vino tra le mani.
«Maurizio, io... ci sarebbe tanto da dire...»

«Non importa.»

«No, voglio dirlo. Solo che non so come mettere in ordine le parole. Prima di tutto, ti devo ringraziare...»

Maurizio fece un cenno per bloccarla, ma lei lo fermò subito: «No, lasciami parlare, ti prego.»

Lui le fece un cenno di assenso con il capo.

«Dicevo: ti devo ringraziare per tutto quello che hai fatto per me nonostante tutto. Mi sento veramente una stronza quando ci ripenso, e quando ti vedo mi vergogno un casino, ma ormai è il passato, non si può cambiare e, come tu stesso mi hai insegnato, devo accettarmi, anche nei difetti. Se avessi fatto scelte diverse, ora non sarei qui e non avrei conosciuto Alex. Ciò non toglie che voglia dirti almeno "scusa" e "grazie".»

«Scuse e ringraziamenti accettati, ma devi smettere di vergognarti: io e Sabri sappiamo che persona sei e cosa stavi passando. Poi sono io a dovermi scusare, sono io che non avrei dovuto lasciarmi andare, e non solo per Sabrina.»

La voce di Maurizio assunse un tono più forte. «Insistono molto sul transfert e ci sono cascato come un cretino! E ancora una volta dimentico di essere un uomo come tutti gli altri, il mio lavoro non mi rende diverso, né migliore.»

Maurizio sospirò e proseguì: «Con te ho fallito due volte: dovevo aspettarmi che tentassi... ci siamo capiti. E invece sono stato cieco. Mi dispiace.»

«Hai fatto tutto quello che potevi, anche di più. E io, come una stupida, me ne sono approfittata. Però è solo grazie a te che ho definitivamente salutato quella pessima versione di me, o almeno spero. Il dolore ora è tornato, e bello forte, ma ci sto lavorando.»

«Sei andata dalla collega che ti ho consigliato?»

Marta lo guardò negli occhi, sforzandosi di spegnere la scintilla della vergogna che si accendeva senza controllo.

«Sì, mi trovo bene, anche se odio dover rivivere tutto ancora e ancora. Ma sono positiva: sento che sto migliorando e ne posso uscire, un passetto alla volta.»

Lui le sorrise.

«Sono felice di quello che mi stai dicendo. So che sei in buone mani.»

Maurizio guardò la porta della cucina, fece un cenno con la testa per indicarla e aggiunse: «Anzi, con lui sei nelle mani migliori che ti potessero capitare.»

Marta sorrise alzando solo un lato delle labbra.

«Se penso a quanto ci odiavamo. Siamo il cliché d'eccellenza delle storie d'amore. Dovremmo scriverci un libro.»

Si fermò un istante, poi proseguì: «Già che siamo in vena di confidenze...»

«Dimmi.»

«Cosa gli è successo? Fa veramente fatica a fidarsi delle persone.»

«Non ti ha ancora raccontato nulla?»

Marta scosse la testa. «Mi sento come... tagliata fuori.»

«Non devi. Alex è fatto così, te ne parlerà quando se la sentirà. Però ci hai visto giusto: si fidava ciecamente di Sara, diceva che si era innamorato di lei perché era una donna tutta d'un pezzo, una di quelle toste.»

«L'opposto di me, insomma.»

«Tu credi di non avere coraggio? Ti rendi conto di quello che stai superando? Ti stai rimettendo in gioco, stai costruendo una nuova vita con un nuovo lavoro, prendi decisioni e vai avanti. E poche persone hanno il coraggio di ammettere i propri errori. Tu sei tosta a modo tuo, e Alex ha scelto te. Essere diversa da Sara è un punto a tuo favore.»

«Se è Sara ad aver tradito la sua fiducia, non dovrebbero avere gli stessi diritti sul bambino?»

«Diciamo che Alex non l'ha presa molto bene.»

Alex apparve all'improvviso sulla porta della cucina, bottiglia di amaro a sinistra e tre bicchierini nell'altra.

«Qualcuno ha fatto il mio nome? Di che spettegolate voi due?»

Marta e Maurizio si guardarono negli occhi chiedendosi aiuto reciproco.

Sabrina arrivò con limoncello e succo di frutta.

Marta trangugiò l'ultimo sorso di vino rosso che stava decantando nel calice da un po' e alzò le mani al cielo.

«Limoncello qui!»

Gli altri esplosero in una risata.

Alex si avvicinò a lei, la baciò sulle labbra e le disse: «sei proprio irrecuperabile.» 

Il vestito bluWhere stories live. Discover now