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Un sabato sera, Marta chiuse il negozio un'ora prima e corse a casa per preparare una cena speziale.

Non osava essere invadente, ma doveva assolutamente riportare le cose a com'erano prima di quella stramaledetta telefonata.

Prese un vermentino dalla cantina, poi apparecchiò la tavola con un elegante accostamento tra tovaglia grigio perlato e piatti neri, e accese un profumatore ambientale con aroma di pino e cannella; mise i jeans e una maglia blu elettrico per richiamare il colore delle giornate speciali, aprì il vino e attese Alex sorseggiando un calice sul divano mentre scorreva i trailer delle nuove serie di Netflix senza guardarli davvero.

Appena sentì il rumore delle chiavi nella toppa, spense la tv, scattò in piedi, posò il calice sul tavolino ai piedi del divano e si mise davanti alla porta di casa. Alex se la trovò subito davanti, e lei lo accolse con un grande bacio a stampo sulle labbra morbide, che però sapevano di nicotina.

«Uao, a cosa devo questa sorpresa?»

«A niente, mi andava. Comunque sembra di baciare l'asfalto. Quando smetti?»

«Quando smetti di chiederlo. Lasciami appoggiare la roba, torno subito» le rispose Alex alzando gli occhi al cielo e scansando le braccia di lei.

Marta sbuffò e si gettò sul divano con la delicatezza di un mammouth.

«Non si dice mai torno subito. Non li guardi i film dell'orrore?»

La voce di Alex le arrivò da lontano.

«Cosa?»

«Chi dice che torna subito non torna, mai.»

«Bella questa, hai ragione! Non ci avevo mai pensato.»

Quando Alex tornò in sala, Marta lo stava guardando malissimo.

«Che c'è? Che ho fatto?»

«Scream. Wes Craven. Ti dicono niente?»

Alex storse le labbra.

«Mh, no! Avrebbero dovuto?»

Marta si portò una mano alla fronte.

«Poveri noi. Le basi, ti mancano le basi! Allungami il vino, va'. Meglio berci su.»

Alex posò il calice pieno sul tavolinetto, poi tornò a prendere il vino a tavola. Quando arrivò, si presentò con una mano dietro la schiena come un vero cameriere.

«È sicura, signorina?»

«Assolutamente sì!» rispose Marta porgendogli il calice vuoto.

Alex le versò il vino bianco e, velocissimo, avvicinò al calice la bottiglia dell'acqua naturale, che si era materializzata da dietro la sua schiena.

«No, no, fermo! Che fai? Non ti azzardare» disse tirando indietro il calice di colpo.

«Me lo hai chiesto tu...»

Marta si fermò a pensare al loro scambio di battute in cerca del suo errore, perché era sempre così con lui: aveva sicuramente detto qualcosa con qualche doppio senso. Ci mise un po' prima di capire, poi lo guardò accigliata e scoppiò a ridere.

«Caro Alex, mi sei mancato.»

«Ma sono sempre qui.»

«Eri più di là, ovunque fosse il là, che qui.»

«Scusa. Ho fame, mangiamo?»

Marta si alzò di scatto bloccandogli la strada verso la cucina.

«Ci penso io! Oggi sei mio ospite.»

Il vestito bluWhere stories live. Discover now