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Il fatidico weekend era arrivato.

Marta, pronta in anticipo di almeno mezz'ora, sedeva sul divano della sala tamburellando coi piedi sul pavimento. Stringeva un fazzoletto in una mano per fermare il sangue di una pellicina troppo mangiucchiata e gettava sguardi angosciati allo schermo del telefonino.

Al suono del campanello, scattò in piedi come un soldato svegliato dall'allarme e, seguita da Mika che scodinzolava come una forsennata, corse alla porta.

Mika fu la prima ad accogliere gli ospiti girando loro intorno e saltando sulle gambe di Alex. Marco, preso alla sprovvista, si nascose dietro alle gambe del padre; sbucava solo con un occhio per guardare quella cosa saltellante con la lingua a penzoloni.

Quando Marta richiamò Mika e la prese per il collare per tenerla vicina, il bambino uscì dal suo nascondiglio. Marta si inchinò per parlargli guardandolo negli occhi, occhi grandi e luminosi, dello stesso verde di quelli del padre, ma incastonati in un visino in miniatura.

«Tranquillo, è molto buona.»

«Posso accarezzarla?» chiese lui facendosi coraggio, ma senza staccare una manina dai pantaloni di Alex.

«Certo, vieni.»

Marco si avvicinò titubante, allungò una mano e accarezzò piano il muso di Mika che si trovava alla sua stessa altezza; Mika ricambiò con una vigorosa leccata sul faccino del bambino. Marco rise.

Vedendo che la situazione si era tranquillizzata, Marta lasciò il collare di Mika e si rivolse a Marco.

«Piacere, io sono Marta. E questo è per te.»

Gli porse un grande lecca lecca piatto e rotondo, come quello di altri tempi.

«Uao, i lecca lecca sono i miei dolci preferiti! Grazie signorina Marta.»

Lei gli posò una mano sulla testa a scompigliargli i capelli lisci e soffici mentre si alzava in piedi. Sussurrò all'orecchio di Alex: «chissà da chi ha preso, eh?»

Marco prese un foglio dalle mani del padre e lo porse a Marta.

«Papà dice che sei un'amica speciale, quindi ho fatto questo per te.»

Il foglio riportava il disegno di un ragno con lunghe zampe spigolose e ricoperto di peluria.

«Uh. Ti piacciono i ragni?»

Marta guardò accigliata Alex che le sorrise.

«Mi piacciono tutti gli insetti.»

«Ah, ma che bello» rispose lei con poca convinzione.


Lasciarono Mika a casa per andare al cinema a vedere un nuovo cartone della Pixar ambientato in un alveare. Comprarono i pop-corn e, prima di entrare, giocarono a tirarli e prenderli al volo con la bocca aperta. Marco all'inizio era titubante. «Mamma dice che non si fa. È maleducato.»

Alex aveva fatto l'occhiolino a Marta che quindi gli aveva tirato un altro pop-corn. «Mamma non c'è, e questo sarà il nostro piccolo segreto.»

In quel momento sembravano la classica famiglia felice delle pubblicità e ridevano di gusto, mentre gli altri spettatori, che erano in attesa come loro, li guardavano in malo modo. Marta notò la risata di Alex: era molto diversa da quella che aveva sempre conosciuto e percepì, come fossero emozioni sue, quanto lui amasse suo figlio.

Marta apprezzò particolarmente il cartone animato: lo sguardo divertito di Marco, il tepore della mano di Alex che stringeva la sua sopra lo schienale della sedia del piccolo, il viso rilassato di Alex che ronfava durante la proiezione. Era stato il più bel cartone che avesse mai non-visto.

Quando Alex e Marco l'accompagnarono a casa, Marta non riusciva a smettere di dare delle sbirciatine verso il suo uomo: pensava a quanto fosse bello e ancora più affascinante in quella nuova veste di padre. "Un sogno, e sta accadendo proprio a me" pensò, dimenticando per un attimo tutte le cose brutte degli ultimi giorni.

Nel momento dei saluti, Marco abbracciò Mika sprofondando col volto nel suo pelo morbido, poi si girò verso Marta.

«Ci possiamo rivedere?»

Marta sorrise con la dolcezza di un lecca lecca dipinta sul viso. «Tutte le volte che vorrai.»

Il vestito bluWhere stories live. Discover now