Capitolo quattro.

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Giorno due, ore 14:00.

Louis.

Le persone ricche fanno schifo. Sono maleducate, si sentono in diritto di fare ogni cosa, e che Dio ti aiuti a non sembrare un poveraccio. Ho addosso un paio di jeans e una maglia, niente di che, e mi squadrano come se fossi una specie di barbone. Mi lanciano occhiate di disprezzo come se fossi uscito dalla spazzatura, e hanno persino il coraggio di fare la faccia spaurita quando mi avvicino. Come se stessi per accoltellarli o per rubargli i soldi.

Ecco cosa mi succede mentre cammino per i negozi uno dopo l'altro lungo Ocean Avenur nel centro di Carmel. Harry mi ha lasciato in cima alla collina spiegandomi che c'era una quantità infinita di negozi e di gallerie d'arte sulla strada principale e anche nei veicoli secondari. Ha detto che potevo esplorare la zona per ore, se mi andava, e io ho risposto subito di si, perché sapevo che suo padre voleva parlargli in privato.

Sono insieme proprio adesso, seduti in qualche ristorante, a fare finta di pranzare mentre suo padre gli fa il terzo grado, ne sono sicuro. Per fortuna Adele non è potuta andare perché aveva un appuntamento dal parrucchiere, anche se era pronta ad annullarlo. Il marito l'ha fermata, dicendole che preferiva parlare con suo figlio da solo. Il suo disappunto è stato evidente.
Un brivido mi è sceso lungo la spina dorsale: quella donna mi fa venire la pelle d'oca. Non mi piace, e io non piaccio a lei. Fa il possibile per passare del tempo con Harry e lui cerca di evitarla a ogni costo. Non lo capisco, ma in fondo, chi sono io per giudicare, quando si tratta di famiglie sfacciate? La mia è un vero casino.

Mi fermo davanti alla vetrina di un negozio e sbircio all'interno. Le scarpe in bella mostra sono così care che decido di non potermi permettere nemmeno di dare un'occhiata, figuriamoci ad entrare. Per fortuna lo squillo del mio cellulare mi dava da fare qualcosa di azzardato.
"Dimmi che va tutto bene" rispondo.
"Va tutto bene" dice Lottie. Dannazione, dalla voce sembra che stia facendo una smorfia.
"Non sei a scuola?" sono solo le due, non dovrebbe uscire fino alle tre.
"Oggi faccia solo mezza giornata" sta mentendo. La mezza giornata è il mercoledì, ma non ha senso insistere. Non posso fare niente, da qui.
"Mamma è stata a casa?"
"Si, la scorsa notte c'era, ma sarebbe stato meglio il contrario" dice una parolaccia a bassa voce. "C'era il suo nuovo ragazzo con lei."
Per fortuna non c'ero. Anche se forse se ci fossi stato, mia madre non lo avrebbe portato in casa. Sarebbe rimasta lei a casa sua.
"È simpatico?"
"No, è uno stronzo. Le dà gli ordini e si fa servire una birra dopo l'altra. Alla fine gli ho detto di prendersela da solo la birra" mi lascio scivolare lungo un muro con un gemito guadagnandomi qualche occhiata dai passanti. "Non è vero."
"Certo che si. È un maleducato e un ubriacone. Mamma si merita di meglio" non sono d'accordo, mamma non merita di meglio. Ha fatto delle scelte in tutti questi anni, e sono sempre le stesse. Ho perso il conto di quanti Rossi ubriaconi ha frequentato. Lottie non se ne rende conto perché io l'ho protetta il più possibile dall'infinito stuolo di ragazzi.
"Mamma si è arrabbiata?"
"Non ha aperto bocca, ma il tipo ha minacciato di darmi un calcio nel sedere se mi permettevo di rispondergli ancora."
"Merda" mormoro, chiudendo gli occhi per un secondo. Ecco perché non sarei dovuto andare via. Non sono passati neanche tre giorni pieni e tutto sta già crollando a pezzi. "Spero non abbia alzato un dito su di te, o chiamo la polizia."
"Pf" i tredicenni si illudono di essere invincibili e mia sorella non è un'eccezione. "Vedrai che non mi tocca, o sarò io a mollargli un cazzotto per prima."
"Forse devo tornare a casa" sento un'ondata di panico dentro di me. So che tutto può sfuggire dal controllo in fretta quando non ci sono. Le parole di Lottie non fanno che provarlo."Salto su un pullman o un treno e sono a casa entro sera se hai bisogno di me."
"E quei bambini che stai tenendo? Non puoi mollare il tuo lavoro."
"Posso se tu sei nei casini. Nessun lavoro è più importante della famiglia" osservo la gente elegante che mi passa vicino. Fa freddo, la nebbia è sospesa in alto, simile a nuvole, e il marciapiede è zeppo di turisti e locali. Non ci vuole un genio per distinguerli.
"Stai lì e guadagna tutti i soldi che puoi, sono sicura che ne avremo bisogno." Lottie abbassa la voce e nella distanza sento un urlo, forse di qualche suo amico teppista. Dio, probabilmente sono tutti a casa nostra a fare fuori le scorte di cibo. "Mamma ha perso il lavoro."
Sento che mi sta per scoppiare il cuore. Lavorava part-time per un concessionario di automobili e prendeva uno stipendio minimo. Niente di che, ma avevamo bisogno di qualche centesimo che portava a casa. I soldi di Harry dureranno pochissimo, specialmente ora che è rimasta disoccupata.
"Fantastico. Quando è successo?"
"Stamattina, mi ha mandato uno SMS. Dice che passerà la notte da Larry."
"Quindi tu starai a casa da sola" maledizione, è l'ultima cosa che volevo accadesse.
"Vado da Wade, non preoccuparti. Dormirò lì" lo dice in modo così disinvolto che mi si rizzano i peli della schiena. Sta mentendo, potrei giurarci. Sono così bravo a capirlo che dovrei essere sua madre.
"Fai meglio ad andarci davvero. Chiamerò a casa di Wade stasera per controllarti."
"Smettila, Louis. Cos'è, non ti fidi?" ora piagnucola, come faceva quando era piccola. Altro segnale che sta dicendo una bugia.
"No, non quando sono fuori città" il mio cellulare emette un beep: ho appena ricevuto un messaggio. Allontano il telefono dall'orecchio per dare un'occhiata veloce. È Harry, e si tratta di una singola parola: marshmallow.
"Hey, devo andare, ma più tardi ti chiamo, voglio parlare con la mamma di Wade per assicurarmi che tu stia bene e che faccia i compiti"
"Louis, è una vera stronz.."
"Ciao" chiudo la comunicazione prima che Lottie mi faccia infuriare ancora di più e mando subito un messaggio a Harry.
"Non posso venire a salvarti se non so dove sei."

Non dirmi un'altra bugia] Larry Stylinson.Where stories live. Discover now