Capitolo cinque.

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Giorno 2, ore 18:17.

Louis.

"Mio padre mi sta facendo scoppiare il cellulare" dice Harry dalla sala. "Sei pronto? Minacciano di partire senza di noi se non siamo fuori per le sei e mezza." Mi tremano le mani mentre finisco di aggiustarmi i capelli. Il fatto che Harry continui a ricordarmi che i suoi ci aspettano di certo non aiuta; non sono mai stato così nervoso in vita mia per quanto riguarda il mio aspetto. Nemmeno per il ballo della scuola, quando ci avevo messo ore a prepararmi. Avevo messo da parte i soldi per comprarmi un abito economico da JC Penney, illudendomi di essere sexy quando invece sembravo solo un ragazzino.
E ora eccomi qui con abito e scarpe per un totale di quasi mille dollari. Harry non ha protestato quando Kaylie gli ha sbattuto in faccia la cifra dopo aver battuto cassa. Ha allungato la carta di credito senza dire una parola, e lei mi ha lanciato un'occhiata via fulminea alla fine dell'operazione. Spero davvero che quella strega non sia al country club stasera, sarà già abbastanza deprimente senza di lei.

"Louis" Harry bussa alla porta del bagno così forte da farla aprire, grazie a dio non sono nudo. È lì in piedi, esageratamente fantastico in completo nero e cravatta. Mi si secca la gola mentre lo guardo nel riflesso dello specchio, e lui mi fissa con la stessa cura. Ha gli occhi spalancati, mi squadra da cima a fondo, ed è come se mi stesse toccando. "Umh, sei pronto?" chiede, la voce roca.
"Dammi ancora due minuti" gli stacco gli occhi di dosso e torno a passarmi le mani tra i capelli, cercando di non far cadere i ciuffi ribelli e tenerli tutti tirati indietro. Il vestito è perfetto e le scarpe sono eleganti, ma non troppo. Mi sento fin troppo elegante, però, ma Harry non dice niente, perciò non me ne preoccupo; la sua opinione mi interessa. Lui è magnifico, ma quando non lo è? Quel ragazzo potrebbe coprirsi le parti basse con del cartone e farlo sembrare un pezzo di design. Prima ho chiamato la mamma dell'amico di Lottie e mi ha assicurato che lei avrebbe passato la notte da loro, quindi sono tranquillo. Ho provato a telefonare a mia madre, ma non ha risposto. Le ho mandato un messaggio per farle sapere che sto bene, ma ancora niente. Forse è fuori con il ragazzo del mese e non ha tempo per me.

Con la schiena dritta mi volto verso Harry, ha le mani poggiate allo stipite alto della porta e sporge all'interno del bagno, la camicia distesa sul petto a enfatizzare i muscoli. Riesco a sentire il suo profumo, un odore pulito, al limone, e mi viene voglia di infilargli la faccia nel collo e inspirare a pieni polmoni. Magari anche leccargli la pelle e sentire che sapore ha. I pensieri mi sfuggono di mano e di restano ancora così tanti giorni da passare insieme. Il giorno del Ringraziamento sarò ridotto davvero male.
"Pronto?" mi chiede, vedendo che sono rimasto lì impalato. Annuisco e prendo il telefono, inserisco la vibrazione e lo infilo in tasca. "Devi portarlo per forza? Puoi lasciarlo qui. Staremo via solo qualche ora."
"Beh.." qualche ora senza cellulare per me è comunque troppo lunga. "Si. E se mia sorella avesse bisogno di aiuto? O mia mamma?" i suoi occhi sono dolci, pieni di comprensione.
"Va bene, andiamo" lo seguo fuori dalla casa degli ospiti verso il garage gigante che ha spazio per quattro auto. Il lusso in cui vive questa gente mi dà le vertigini.
"Andiamo con la stessa macchina?"
"Mio padre ha insistito" non sembra troppo felice, il che mi rassicura. Nemmeno io ho voglia di andare con loro. "Forse dovremmo vedere il lato positivo: possiamo ubriacarci, se vogliamo."
È venuto al La Salle's tantissime volte. "Non ti ho mai visto ubriaco. Da quello che mi hai detto, perdere il controllo non ti piace. E per me ubriacarsi significa perdere il controllo."
Mi lancia un'occhiata. "Hai ragione. Vedo che inizi a conoscermi."
"Non credo proprio" mormoro mentre raggiungiamo il garage. Magari fosse così, ma Harry si tiene i suoi segreti ben stretti.
"Non porti un cappotto?" faccio cenno di no, e trattengo il respiro che minaccia di sfuggirmi quando mi prende la mano. Ho reazioni ridicole, devo davvero imparare a controllarle. Tutto quello che c'è tra noi non è reale, non posso dimenticarlo, non importa quanto mi piaccia. E avere le dita intrecciate alle sue mi piace eccome.
"Prenderai freddo" dice, poi si ferma davanti al garage ad aspettare i suoi. Un pizzico di soddisfazione mi pervade, perché dopo quanto ci hanno martellati dal momento in cui siamo arrivati, ora sono loro quelli in ritardo.
"Forse puoi scaldarmi tu?" sorrido, e gli sfioro il braccio con la spalla, sorprendendomi per i suoi bicipiti marmorei. Speravo di vederlo di sfuggita senza maglietta, ma non è ancora successo, so che sotto i vestiti ha un corpo di un dio, e avrei proprio voglia di vedere tutta quella muscolatura divina.
Alza un sopracciglio. "Stai filtrando con me?"
Sto per filtrare ancora un po' quando arrivano i suoi genitori, precipitandosi verso di noi mentre la porta del garage si apre, rivelando una favolosa Range Rover nera parcheggiata all'interno. Cerco di comportarmi con nonchalance mentre raggiungiamo la macchina e Harry apre lo sportello posteriore per me. Giuro che per un attimo mi sembra di sentire le sue dita che mi fanno il solletico alle natiche. Ma quando ci sistemiamo sul sedile, la sua espressione è del tutto neutra, quindi forse era il frutto della mia immaginazione.

Non dirmi un'altra bugia] Larry Stylinson.Where stories live. Discover now